Frena la produzione industriale bresciana in ottobre

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L’attività produttiva delle imprese manifatturiere bresciane ha registrato in ottobre una sostanziale stagnazione, che segue il significativo incremento di settembre, la cui dinamica positiva trovava giustificazione nel maggiore numero di giorni lavorativi rispetto ad agosto. Appare quindi evidente il processo di rallentamento che caratterizza il made in Brescia, in un contesto in cui la domanda interna stenta a risollevarsi e quella estera soffre la rinnovata fragilità che caratterizza le più importanti economie del vecchio continente. Nel dettaglio, la produzione è risultata in aumento per 25 operatori su cento, con un saldo positivo del 5% tra imprese che hanno dichiarato variazioni in aumento e in diminuzione; il livello dell’attività è giudicato inferiore rispetto al potenziale dal 32% del campione. L’evoluzione del comparto industriale bresciano si inserisce in un contesto nazionale ancora particolarmente aspro, in cui l’indice PMI manifatturiero a ottobre si è attestato in area contrazione, sui livelli minimi nelle ultime diciassette rilevazioni.

La produzione è aumentata nei comparti: agroalimentare e caseario, calzaturiero, maglie e calze, materiali da costruzione ed estrattive, meccanica di precisione e costruzione di apparecchiature elettriche, meccanica tradizionale e mezzi di trasporto; è rimasta pressoché invariata nel settore legno e mobili in legno, mentre è significativamente diminuita per gli operatori attivi nell’abbigliamento, carta e stampa, chimico, gomma e plastica, metallurgico e siderurgico, tessile.

L’attività produttiva è cresciuta per le imprese micro (fino a 9 addetti) e piccole (10-49 addetti); non ha subito variazioni degne di nota per quelle grandi (200-499 addetti) e maggiori (oltre 500 addetti), mentre è di poco scesa per quelle medio-piccole (50-99 addetti) e medio-grandi (100-199 addetti).

L’utilizzo degli impianti riflette solo in parte la dinamica dell’attività produttiva, con il 21% di operatori che dichiara di averlo diminuito. Il livello di utilizzo, rispetto al potenziale, è giudicato basso ancora dal 32% del campione.

Le vendite sul mercato nazionale non hanno evidenziato alcuna variazione, con un saldo nullo tra operatori che hanno dichiarato variazioni in aumento e in diminuzione; quelle nei Paesi comunitari sono diminuite per il 28% degli intervistati, con un saldo negativo del 2%; quelle nei Paesi extracomunitari presentano un saldo negativo del 3%.

Le prospettive a breve termine sono piuttosto negative e scontano le rinnovate perplessità circa la reale consistenza della ripresa europea e nazionale. Per quanto riguarda la produzione, il saldo tra imprese che prevedono variazioni in aumento e in diminuzione è negativo (-16%). Le attese sull’utilizzo degli impianti risultano in aumento per il 9% degli operatori e in contrazione per il 26%. Gli ordini dal mercato interno sono in ribasso per il 37% delle aziende, con un saldo negativo del 28% tra coloro che dichiarano variazioni in aumento e in diminuzione; quelli dai Paesi UE ed extra UE evidenziano saldi negativi relativamente più contenuti, rispettivamente del 19% e del 6%.

L’Indagine viene effettuata mensilmente su un panel di 250 imprese associate appartenenti al settore manifatturiero. Ecco l’andamento per settore

 

Abbigliamento – L’attività produttiva ha evidenziato una flessione, dopo il recupero della precedente indagine di settembre. Le vendite sono diminuite in Italia e sui mercati esteri comunitari; sono rimaste stabili sui mercati extra comunitari. Le giacenze di prodotti finiti e le scorte di materie prime sono ritenute relativamente elevate rispetto alle esigenze aziendali. La forza lavoro è rimasta invariata. Le prospettive a breve sono stabili per la produzione e sfavorevoli per tutte le altre variabili oggetto dell’indagine.

Agroalimentare e caseario – Le imprese del settore hanno registrato un aumento della produzione, come nel mese precedente. Le vendite sono cresciute sia sul mercato interno che sui mercati esteri. Le giacenze di prodotti finiti sono ritenute relativamente scarse rispetto alle esigenze, mentre le scorte di materie prime sono considerate adeguate. La manodopera è leggermente aumentata. Le aspettative a breve termine sono moderatamente favorevoli per tutte le variabili considerate, ad eccezione degli ordini dai Paesi extra UE, attesi in diminuzione.

Calzaturiero – Gli operatori del comparto hanno segnalato un incremento dei livelli produttivi, il secondo consecutivo. Le vendite sono decisamente aumentate in Italia e sui mercati UE; sono invece diminuite sui mercati extra UE. Le giacenze di prodotti finiti e le scorte di materie prime sono considerate relativamente alte rispetto alle esigenze aziendali. La manodopera non ha subito variazioni. Le previsioni a breve termine sono sfavorevoli per tutte le variabili, in particolare per gli ordinativi dall’estero. La manodopera è prevista stabile.

Carta e stampa – L’attività del settore è in calo, dopo otto rilevazioni positive consecutive. Le vendite sono in diminuzione sul mercato interno e in aumento sui mercati UE ed extra UE. Le giacenze di prodotti finiti sono considerate inadeguate rispetto alle esigenze produttive, mentre le scorte di materie prime sono ritenute elevate. La forza lavoro è diminuita. Nel breve periodo, gli operatori segnalano un peggioramento per la produzione e la manodopera; gli ordinativi dal mercato interno sono previsti stazionari, quelli dai mercati esteri in aumento.

Chimico, gomma e plastica – La produzione del comparto è diminuita, dopo quattro rilevazioni consecutive in crescita. Le vendite sono calate, soprattutto sul mercato interno. Le giacenze di prodotti finiti e le scorte di materie prime sono ritenute relativamente basse rispetto alle esigenze aziendali. La manodopera non ha subito variazioni. Le prospettive a breve termine sono sfavorevoli per tutte le variabili oggetto dell’indagine, ad eccezione della manodopera, attesa stabile.

Legno e mobili in legno – Le imprese del settore non hanno evidenziato variazioni dell’attività produttiva, dopo la flessione della rilevazione precedente. Le vendite sono aumentate in Italia e sui mercati comunitari; sono diminuite sui mercati extra comunitari. Le giacenze di prodotti finiti e le scorte di materie prime sono considerate relativamente alte rispetto alle esigenze. La manodopera è diminuita rispetto al mese precedente. Le proiezioni nel breve periodo sono favorevoli per tutte le variabili prese in considerazione, ad eccezione della forza lavoro prevista stabile.

Maglie e calze – La produzione è aumentata, dopo quattro rilevazioni consecutive in cui i livelli sono rimasti invariati. Le vendite sono diminuite sul mercato interno e non hanno praticamente subito variazioni sui mercati esteri. Le giacenze di prodotti finiti e le scorte di materie prime sono considerate sostanzialmente adeguate alle esigenze aziendali. La manodopera è aumentata rispetto al mese precedente. Le aspettative a breve termine sono sfavorevoli per la produzione e gli ordini dall’interno; stazionarie per gli ordini dall’estero e per la manodopera.

Materiali da costruzione ed estrattive – L’attività produttiva delle imprese del comparto è aumentata, come nella precedente rilevazione di settembre. Le vendite sono cresciute in Italia, mentre non hanno subito variazioni sui mercati comunitari ed extra comunitari. Le giacenze di prodotti finiti e le scorte di materie prime sono considerate adeguate alle esigenze aziendali. La forza lavoro ha evidenziato una dinamica negativa. Le previsioni a breve termine sono sfavorevoli per tutte le variabili, ad eccezione degli ordini dai Paesi UE attesi stabili e di quelli dai Paesi extra UE previsti in aumento.

Metallurgico e siderurgico – Le imprese del settore hanno evidenziato un calo dei livelli produttivi, dopo i due risultati positivi di luglio e settembre. Le vendite sono diminuite, soprattutto sul mercato interno. Le giacenze di prodotti finiti sono ritenute relativamente elevate rispetto alle esigenze aziendali, mentre le scorte di materie prime sono considerate basse. La manodopera è diminuita nei confronti della rilevazione precedente. Le prospettive a breve termine sono sfavorevoli per tutte le variabili considerate, soprattutto per la produzione e gli ordini dall’Italia.

Meccanica di precisione e costruzione di apparecchiature elettriche – Gli operatori del comparto segnalano un aumento della produzione, come nelle due precedenti rilevazioni. Le vendite sono cresciute in Italia e sui mercati extra comunitari; sono diminuite sui mercati comunitari. Le giacenze di prodotti finiti e le scorte di materie prime sono ritenute relativamente alte rispetto alle esigenze aziendali. La forza lavoro è aumentata. Le aspettative per i prossimi mesi sono favorevoli per tutte le variabili oggetto dell’indagine, in particolare per gli ordinativi dai mercati esteri.

Meccanica tradizionale e mezzi di trasporto – L’attività produttiva del settore ha registrato ancora una crescita, la terza consecutiva. Le vendite sono aumentate sul mercato interno e sono rimaste sostanzialmente stabili sui mercati esteri. Le giacenze di prodotti finiti sono considerate relativamente basse rispetto alle esigenze aziendali, mentre le scorte di materie prime sono ritenute adeguate. La dinamica della manodopera è risultata leggermente positiva. Le aspettative a breve termine sono sfavorevoli per tutte le variabili, ad eccezione della forza lavoro, attesa stabile.

Tessile – Il settore ha evidenziato un calo dei livelli produttivi, dopo due rilevazioni consecutive positive. Le vendite sono diminuite su tutti i mercati, soprattutto su quello interno. Sia le giacenze di prodotti finiti che le scorte di materie prime sono ritenute relativamente alte rispetto alle esigenze aziendali. La manodopera è diminuita rispetto alla rilevazione precedente. Le prospettive a breve termine sono sfavorevoli per tutte le variabili oggetto dell’indagine, soprattutto per la produzione e gli ordinativi provenienti dai mercati esteri.

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