“Comuni, Province e Regione hanno oggi l’occasione di dimostrare che il sistema dell’autonomia lombardo è un valore. Dobbiamo proporre noi a Governo e Parlamento un modello condiviso che funzioni”. A lanciare l’appello è Pier Luigi Mottinelli, che da neopresidente di Palazzo Broletto – in queste ore – è in trepidante attesa di conoscere le decisioni del Pirellone in materia di deleghe (“uno dei nodi principali è l’agricoltura”) e quelle di Roma sul bilancio dell’ente che guida.
Prima di tutto c’è la questione dei soldi. “Oggi”, spiega Mottinelli, “ci viene chiesto un sacrificio di 22 milioni di euro all’anno. Qualcosa sarà possibile fare con la razionalizzazione delle sedi e l’efficientamento energetico, magari sperimentando anche la settimana corta per i dipendenti. Ma queste risorse non si possono recuperare senza la rinegoziazione dei mutui, che oggi pesano sui conti dell’ente per ben 437 milioni”.
Ancora, il presidente del Broletto stigmatizza le ipotesi di riforma che vorrebbero imporre alle Province tagli drastici, e da subito, sul fronte del personale. “La riforma degli enti locali”, continua, “è stata scritta volutamente in maniera generica per permettere che gli enti territoriali si organizzino dal basso suddividendosi nella maniera più efficace le competenze. Eventuali imposizioni del Governo vanno contro lo spirito della legge”. E soprattutto contro Brescia, che – sottolinea Mottinelli – è una realtà decisamente anomala rispetto alle altre.
“Non siamo Trieste o Gorizia”, chiarisce, “siamo troppo piccoli per essere una Regione, ma troppo grandi come Provincia. Di fatto siamo la quinta realtà d’Italia (prima ci sono Roma, Milano, Napoli e Torino) e chi ci precede in classifica è ben diverso da noi, visto che parliamo di città metropolitane e di realtà in cui la città capoluogo valgono la quasi totalità degli abitanti provinciali e non meno di un sesto del totale come da noi (188mila su 1.262mila abitanti). I 206 Comuni del nostro territorio hanno bisogno di qualcuno che li coordini su alcune scelte. Di certo”, continua, “non possiamo essere considerati e trattati come se fossimo la periferia di Milano”.
Quindi, Mottinelli racconta della “difficile” eredità ricevuta dal predecessore Daniele Molgora. “La gestione precedente è stata un po’ schizofrenica”, attacca, “da una parte Molgora, prima di andarsene, si è affrettato a fare nomine – come la sua in Centropadane – che il buon senso avrebbe consigliato di lasciare al suo successore, dall’altra si è dimenticato di alcune questioni. Penso ad esempio al Piano cave, che scadrà a breve e quasi certamente andrà in prorogatio per un anno. Ma soprattutto all’aeroporto di Montichiari. Sul D’Annunzio stiamo pagando 15 anni di non scelte da parte di Brescia. Ma la felice convergenza politica fra Loggia e Broletto”, conclude il presidente del Broletto, “può aiutarci oggi a parlare una voce sola nel definire un piano di rilancio, che – pur valorizzando il trasporto passeggeri – non può non passare per il cargo”.
Mi sembra uba persona seria…
e parlarne col suo governo no?mi pare stiano dalla stessa parte
e parlarne col suo governo no?mi pare stiano dalla stessa parte
Persona seria ragionamento serio ma zero soldi
BRESCIA FA CAG**E
Mottinelli hai voluto la bicicletta adesso pedala. Non lamentarti chiedi aiuto al tuo partito.
Brescia non è la periferia di Milano, in compenso Mottinelli è la periferia della politica, anzi la banlieue.
Vergognati, non sei stato eletto dagli elettori e hai pure il coraggio di avanzare richieste….eccola la riforma delle province del pd: abolire le elezioni e governara loro senza passare dalle urne.