Un cacciatore in mezzo al green: Franco Tavelli lascia la presidenza del Garda Golf

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di Alessia Marsigalia – La passione per la caccia non l’ha mai abbandonata. Da quando, ragazzino, con il padre saliva sui monti di Sondrio alla ricerca di pernici bianche. Se li ricorda come fossero ieri quei momenti, lui che dalla Valtellina a 25 anni si è trasferito a Brescia, nella zona del Garda. Eppure un giorno, quell’amore ha dovuto in parte accantonarlo, per far posto ad uno nuovo che ha sostituito boschi e fucili, con green, mazze e swing. Franco Tavelli sta per compiere 80 anni e per ben due mandati è stato il Presidente del Garda Golf di Soiano, considerato uno dei campi più belli d’Italia. E’ stato, perché ora ha deciso di lasciare questo ruolo, ma non la sua dedizione al golf, che conta di praticare per almeno altri 20 anni. "In questi anni il tempo era poco, così giocavo nel weekend o la mattina presto. Ad un solitario a 7-8 buche non ho mai rinunciato. Ora sarò più libero e spero proprio di riuscire a giocare di più".

Tavelli, che oggi è socio onorario, è stato uno fondatori di questo Circolo insieme ad altri amici, e ne è diventato poi la vera anima. "Sono stati proprio loro a passarmi la passione per questo sport – racconta – ed è stato davvero un privilegio diventarne Presidente". Un ruolo che Tavelli non ha ricoperto in modo "formale" ma, al contrario, operando sul campo ed essendo sempre presente. "Essendo in pensione la mia presenza qui è sempre stata costante, tanto che se finiva la carta igienica in bagno o cadeva una pianta si rivolgevano sempre a me…", racconta ridendo.

Il ricordo va poi a quel 1984, quando tutto ebbe inizio. Gli amici si trovano nel mezzo delle colline della Valtenesi e lì scoprirono che c’era la possibilità di acquisire una tenuta unica, con vista sul lago e alcune vecchie cascine che potevano servire da Club House, foresteria, appartamenti per i giocatori. "Il tutto era di proprietà degli Omodeo, una tenuta agricola dismessa di 110 ettari di terreno che si sviluppa nei Comuni di Soiano, Polpenazze e Manerba del Garda". Era perfetto. "E’ stata soprattutto la voglia di giocare a spingerci… era così tanta sin dall’inizio che appena acquisito il terreno avevamo creato un campo provvisorio vicino ad una delle cascine… " E così il cacciatore si è trasformato pian piano nel golfista. "Per giocare bene a golf serve giocare tanto. Nel Golf non conta la forza, ma la tecnica ed è diverso da tutte le altre discipline. Molti iniziano convinti che sia semplice, ma non lo è… Nel golf c’è sempre il rischio di passare dall’altare alla polvere. Basta una disattenzione, un clima differente e la convinzione di essere bravi sparisce in un attimo. E’ anche questo il bello". Ma non era il solo giocare a golf che li animava, ma l’appartenenza ad un qualcosa di unico, un circolo. "Ci si trovava per stare insieme, condividere una passione…".

Sono tanti i ricordi di Tavelli legati al Garda Golf. Alcuni bellissimi, come i due Open d’Italia che hanno visto sfidarsi i migliori giocatori europei, altri divertenti come la dura lotta per cacciare i corvi che rovinavano il campo. "Un giorno un amico di Polpenazze mi diede un suggerimento. Mi disse di mettere in una gabbia in mezzo al campo il corvo di un altro paese. Mi disse che, spinti dallo spirito territoriale, i corvi della zona sarebbero entrati nella gabbia per cacciare il corvo forestiero. Sembra assurdo, ma funzionò!". Ci furono poi anche momenti non facili come quella grandinata che mise ko il campo. "Fu davvero brutto. Tutto successe a fine luglio e la grandine era talmente grossa che sul nostro edificio d’ingresso, si possono vedere ancora i segni. Per un mese non abbiamo sentito o visto nemmeno un uccello. Posso però dire, con orgoglio, che grazie al all’impegno di chi lavora con noi, il Garda Golf, a metà agosto era già operativo".

Il Garda Golf oggi vanta 500 soci e ha un fatturato annuale di oltre 2 milione di euro, tra quote di soci e green fee, cioè coloro che pagano per giocare durante la singola giornata. "Di questi soldi 700mila euro vengono investiti solo in manutenzione. La nostra è ad altissimo livello, curata da un’azienda della zona. E nel 2013 abbiamo fatto un investimento da oltre 1 milione di euro per cambiare completamente l’impianto di irrigazione". E poi tutta la struttura con ristorante, foresteria, sala tv e biliardo. "Sa cosa manca? Un alberghetto e forse qualche servizio in più. – confida Tavelli -. "La crisi ha colpito anche il mondo del Golf: la gente gioca meno, i giovani non sentono più il contesto del circolo e quindi non si fidelizzano più ad un singolo campo. Diciamo che, se fino ad ora non abbiamo avuto problemi, siamo anche consci che il mondo sta cambiando e noi ci muoveremo su questa linea". E per questo, nel futuro immediato, il Garda Golf si doterà di una Accademia per maestri, risistemerà il campo pratica e ammodernerà anche i servizi online.

 

Proprio con questi progetti nel cuore Franco Tavelli lascia la Presidenza. Non ci sarà nessuna cerimonia ufficiale: lui ha deciso di comunicarlo con una calda lettera ai soci. Qualcuno ha già cercato di convincerlo a cambiare idea, ma lui ha deciso, il tempo del Presidente è passato, ora vuole solo giocare a golf e farlo su questo campo che, dopo anni, non ha mai smesso di amare . E su quel percorso rosso, dove c’è la buca più invidiata d’Italia, con quello specchio d’acqua che rende tutto più complesso, dove qualche anno fa sono state recuperate quasi 25mila palline, abbassa la voce, ferma il car, perché un golfista sta tirando, e, con lo sguardo rivoto ai 578 ulivi cresciuti in questi 27 anni, sussurra "Ci sono campi che hanno il paesaggio, altri sono famosi per le difficoltà tecniche, altri per la cura dell’erba o il clima… beh, noi abbiamo tutto questo, concentrato qui".   

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