Unioni gay e coppie di fatto, il Vescovo Monari: va salvaguardata la famiglia tradizionale

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Il Vescovo Monari riaccende il dibattito sulle unioni gay e le coppie di fatto, e lo fa mettendo un deciso freno. Nell’ultima celebrazione del 2014 alle Grazie, il Vescovo, come si legge dalle colonne del Corriere della Sera ha dichiarato "non è una questione di fede; non è definito da nessun Concilio che non si possono legalizzare forme di convivenza diverse da quella familiare; quindi non ci sono in gioco eresie e scomuniche. Si tratta però di un cambiamento culturale e sociale profondo e sarà bene che ci chiediamo se andando per questa strada miglioriamo o peggioriamo la società. Già non stiamo scoppiando di salute; vale la pena non fare passi falsi". "La forza della famiglia – ha detto monsignor Monari – è il fatto che essa nasce (o almeno dovrebbe nascere) da un progetto comune di vita nel quale ciascuno si impegna per la vita e il bene dell’altro e insieme ci si impegna per la vita e il bene dei figli e insieme con i figli ci si impegna per il bene della società. È possibile muoversi in questa direzione senza garantire la stabilità della famiglia nel tempo? Una convivenza che non assume alcun impegno di durata nel tempo soddisfa alle medesime esigenze della famiglia? O stiamo favorendo un’insicurezza diffusa, che produce insoddisfazione, paura e quindi aggressività? Se riteniamo che la famiglia sia il bene della società, la strada è quella di favorirla rispetto ad altre convivenze, non per un pregiudizio ideologico o morale, ma per il servizio che la famiglia offre alla società. Se riteniamo invece che la tendenza a impiantare convivenze senza impegni migliori la società perché rende le persone più felici , il loro riconoscimento giuridico avrà un senso". 
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16 Commenti

  1. FavoriRe la famiglia e’legittimo . Ma l’ uomo può essere libero davvero se non rispetta le libertà altrui, rendendole fattibili? L’Italia e’ ultima in Europa in quanto la politica si trova limitata da morali antiquate . Gli italiani abbandonino ogni speranza…

  2. Mi riesce assai diffiicile comprendere il collegamento tra esistenza della famiglia tradizionale e finalizzazione "automatica" al bene e al servizio reso da questa alla società. E ancor più difficle collegare il tutto al riconoscimento giuridico delle convivenze rapportato al "tasso di felicità" delle persone.

  3. Lei, egregio Signor Vescovo, si occupi dei seguaci della Chiesa cattolica, imponga pure loro tutte le regole che ritiene opportune, accolga o cacci dalle Sue chiese chi vuole ma, per cortesia, non usi il pulpito per influire sulle leggi dello Stato che, al contrario della Chiesa, deve pensare a tutti i cittadini. Nessuna legge imporrà mai a chi desidera seguire i dettami o i consigli della gerarchia cattolica di farlo e chi desidera essere parte di una famiglia "tradizionale" sarà sempre liberissimo di farlo; altrettanto libero e con altrettanti diritti deve essere chi sceglie di vivere diversamente.

  4. @genux….spiegate meglio la Vostra dotta frase…Se siete in grado. Altrimenti rispettate chi non la pensa come Voi.Come dice giustamente il commento delle 20,21….

  5. La cosa interessante è che Monari non fa minimamente cenno ai gay. E che, da persona seria, non "mette un freno" a un bel niente, ma fa delle domande. E ipotizza delle possibili risposte, una delle quali è "Se riteniamo invece che la tendenza a impiantare convivenze senza impegni migliori la società perché rende le persone più felici , il loro riconoscimento giuridico avrà un senso". Dove sarebbe il "freno"? A me sembra una apertura…

  6. A me sembra il solito pregiudizio cattolico intriso di saccenza e supponenza che vuole insinuare come unica tipologia di coppia stabile quella formata da uomo e donna. Concetto ampiamente smentito dalla realtà vista l’ altissima percentuale di separazioni e divorzi proprio tra uomo e donna. Il declino della società, più che la promozione e l’ istituzionalizzazion e di nuovi tipi di legami affettivi, lo porta la perdita di altri valori come per esempio il rispetto per il prossimo, valore cardine della religione cristiana che proprio nei confronti di certe persone e dei sentimenti da loro espressi spesso viene a mancare. Io credo che il discorso del vescovo Monari sia un modo subdolo di veicolare un’ idea che altro non è che una teoria priva di reale fondamento.

  7. La famiglia, per come è intesa oggi, è figlia della storia, dell’evoluzione socio-culturale, e come tale continua a evolversi. Quella a cui pensa il Vescovo, è la famiglia tradizionale. E poiché le tradizioni non durano per sempre, nemmeno quel tipo di famiglia è inossidabile ma rappresenta una fetta sempre minore del totale di tutte le forme di famiglia. Non sono ovviamente dello stesso avviso i tradizionalisti, in larghissima parte cattolici, che gridano all’attacco ogni volta che qualcuno si arrischia anche solo a ipotizzare misure di tutela per le altre famiglie, come se ciò portasse a minori tutele per la loro. Non sorprende, dunque, che la famiglia tradizionale sia diventata l’ennesimo mezzo attraverso il quale imporre una concezione del mondo, una cultura, una fede religiosa a tutti quanti, nello stesso modo in cui sono stati finora utilizzati il crocifisso, l’ora di indottrinamento e tutte le iniziative clericali che continuano a essere proposte in una scuola che teoricamente non dovrebbe favorire nessuno, ma che di fatto lo fa, eccome. E guai a dire che tutto ciò è discriminatorio, giammai! Perché loro, quelli dell’amore universale-ma-non-tr oppo, tengono sempre a precisare che sono loro quelli discriminati, è la loro cultura e famiglia a essere minacciata dal riconoscimento di diritti alle altre culture e famiglie. Infatti di solito argomentano: "Attenzione, perché noi siamo a favore di valori in cui crediamo ma assolutamente non contro chicchessia. Rispettiamo il diritto di chi la pensa diversamente e gli orientamenti sessuali più diversi, ma pretendiamo a nostra volta il rispetto per la famiglia tradizionale"; oppure: "Non siamo né razzisti né omofobi, semplicemente crediamo nei nostri valori e lavoriamo per difenderli e affermarli". Nessuna omofobia, quindi, e nessuna forma di discriminazione. È solo che difendono e affermano i loro valori, e il fatto che la legge tuteli solo la loro famiglia e non le altre, che ci sia alle pareti degli edifici pubblici il simbolo della loro religione e non quelli degli altri, che nelle scuole pubbliche e private venga insegnato solo il cattolicesimo e non le altre concezioni del mondo, non è discriminatorio, no. È naturale.

  8. La famiglia tradizionale,fondata sul concetto di donna che diventa madre-matrimonio- è il frutto di stratificazioni etico culturali della civiltà europea prima ed occidentale dopo che ha segnato lo sviluppo dell’umanità.L’apert ura, soprattutto da parte della chiesa, a mode ed a pressioni di confraternite variegate, pittoresche ed aggressive nello sbandierare i modi non proletari della libido,è una civetteria d’agonizzanti.

  9. Urpo, nello stile il commento sembra quasi scritto da uno che fu per lustri socialista craxiano, poi leghista, poi brescianoperpassione , poi pentastellato e che oggi si professa piddino renziano convinto ma con un occhio di riguardo per Bragaglio e Del Bono. Ci sbagliamo ?

  10. Voi avete qualche ossessione: Masaniello è un povero "pesciaiuolo alfabetico", nazional popolare che mai frequentò figuri dell’arco costituzionale, nè sbandieratori di lauree albanesi nonchè accaparratori di finanziamenti partitico parlamentari e parla come gli pare e piace avendo dimestichezza con varietà di lemmi, codici e registri.Pspsps:Sull e paranze si dice che quando uno ricorre ai richiami categorici sente di star in posizione ancillare.

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