"Il grave incidente mortale del sub, rimasto incastrato in una rete da pesca, molto probabilmente abusiva, ripropone con forza il tema della sicurezza sul lago d’Iseo, a due anni dalla soppressione della Motovedetta dei carabinieri". A dichiararlo Dario Balotta di Legambiente che critica la condizione del Sebino dove manca sicurezza e prevenzione, facendo riferimento alla tragedia di qualche giorno fa.
DI SEGUITO IL COMUNICATO INTEGRALE
Il lago, la nostra maggior ricchezza ambientale, turistico-economica, è diventato un vero e proprio Far West. Dopo l’abbandono delle attività di controllo e prevenzione svolte dalla Motovedetta dei Carabinieri, sono aumentate le attività illegali. Sono venuti a mancare il contrasto all’inquinamento del lago e il monitoraggio sugli abusi urbanistici. La sicurezza per i numerosi bagnanti e turisti delle poche spiagge rimaste aperte dopo la cementificazione selvaggia, è messa a rischio nella stagione estiva, dalla velocità incontrollata dei natanti. La pesca di frodo si è sviluppata al punto tale di rendere le reti una trappola per le attività dei sub. I Sindaci del lago, anzichè puntare su nuove opere faraoniche, inutili e costosi porti e approdi che compromettono la bellezza del paesaggio, devono farsi promotori di un percorso di ritorno alla legalità a partire dalla richiesta della Motovedetta dei Carabinieri. Aver lasciato il controllo del lago in mano ad associazioni “dopolavoristiche”, per la sola stagione estiva dimostra che l’agenda delle priorità dei Comuni e le Comunità montane delle due sponde è tutta da rifare.
Due suggerimenti al rappresentante di Legambiente: evitare di speculare sulla morte del sub e documentarsi prima di rilasciare certe dichiarazioni.
Mille firme raccolte sul lago per l ripristino della motovedetta dei carabinieri. Da quando non c’è più il la motovedetta il lago e’ terra di nessuno. In questo caso il silenzio e’ omertà e sul lago c’è ne’ già tanta.