#IoNonMiAmmazzo: un commerciante bresciano in lotta contro le tasse

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“Mi chiamo Beretta Massimo, lavoratore e prima ancora marito di una donna splendida, dichiaro apertamente di non riuscire più a pagare, con i miei incassi, tutte quelle tasse che lo Stato mi chiede”. Inizia così il lungo post di un piccolo commerciante di Breno che su8lla sua pagina Facebook ha postato un’immagine di se stesso con in mano il cartello #IoNonMiAmmazzo, l’hashtag lanciato lo scorso dicembre da Pippo Barresi, commerciante di Scordia, in Sicilia, per diffondere la protesta online.

“Mi appello ai principi dello stato di necessità e della capacità contributiva proporzionale al proprio reddito, stabiliti rispettivamente dagli Art. 54 c.p. e 53 Cost. per legittimare il mio rifiuto categorico di continuare a contribuire, attraverso le tasse, alle spese per il mantenimento dei privilegi della classe politica che ci governa, vera protagonista di questa crisi economica – scrive il commenrciante bresciano nel suo post di protesta -. Con le loro scelte hanno mantenuto uno Stato parassitario, e scaricato le proprie responsabilità verso le categorie più deboli, in particolare piccoli commercianti e artigiani. Tassa dopo tassa ci hanno portato allo stremo e oltre, spesso inducendoci a pensare seriamente al suicidio. E questa è l’accusa maggiore che faccio ai nostri governanti: induzione al Suicidio. In questi anni ho cercato di pagare le bollette, che sono quadruplicate, ho cercato di pagare le tasse comunque quadruplicate, ho cercato di mantenere in vita la mia attività portando al minimo i costi di gestione e riducendo le mie entrate, perché costretto ad abbassare i prezzi (nonostante l’Iva) per mantenere la clientela. Di conseguenza ribadisco apertamente di non poter più pagare ulteriori tasse: non sono un delinquente, non sono un ladro e non voglio essere un evasore, ma davanti a una politica che continua insensatamente a mantenere privilegi e costi sproporzionati, vergognosi e irrispettosi nei confronti di tutti i lavoratori di questo paese, inizio questa protesta economica appellandomi ai due sopracitati principi:
Art. 54 co.1 del Codice penale: stato di necessità. Non è punibile chi ha commesso il fatto per esservi stato costretto dalla necessità di salvare sé od altri dal pericolo attuale di un danno grave alla persona, pericolo da lui non volontariamente causato, né altrimenti evitabile, sempre che il fatto sia proporzionato al pericolo. Il vertiginoso e incontrollato aumento delle tasse ha prodotto un danno grave e attuale alla mia famiglia mettendo in pericolo soprattutto il futuro mio e di mia moglie.
Art.53 co.1 della Costituzione italiana: tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva.
Io non incasso abbastanza per pagare tutte queste tasse e se non incasso abbastanza vuol dire che c’è qualcosa nei conti dello Stato che non funziona e quindi essendo cittadino italiano esigo che lo Stato si faccia garante della mia condizione familiare. #IOnonMIammazzo”.

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1 COMMENT

  1. Sono pienamente solidale con la sua protesta. Lei si dimostra fiero e dignitoso, al contrario dei troppi cialtroni e sciacquette che ci (s)governano.

  2. Onore a te MASSIMO………c’e’ solo un problema….non c ascoltano e vogliono continuare a spolparci!!!!!….ci saranno gia’ i fetenti dell agenzia entrate in agguato su te…mi auguro tu non possegga nulla!!!!…loro c guadagnano in percentuale e premi sui nostri problemi!!!!……ta nto loro il pane e’ assicurato!!!

  3. Da commerciante ti capisco e so perfettamente le condizioni nelle quali siamo costretti a sopravvivere!!!…
    Ci aditano di vivere nel lusso e di guadagnare spropositi ma spesso la realtà è che la nostra vita è fatta solo di enormi sacrifici e privazioni…solo per poter mantenere ad un livello da fame la nostra famiglia!!!
    E lo stato??? Non esiste per tutelarci ed aiutarci ma solo per imporci tasse e sanzioni!!!
    Ti auguro di cuore di risolvere in positivo la situazione e auguro che le istituzioni aprano gli occhi su questo enorme problema, si rischia l’annientamento di una fascia di società che dopo il dopoguerra è stata in grado di risollevare l’economia Italiana ed ora è solo spremuta come limoni.
    L’economia VERA è fatta da noi lavoratori autonomi e dipendenti, indistintamente, riprendiamoci i nostri diritti…e facciamoli valere.
    Resisti AMICO.

  4. La solidarietà’ viene ache da me, ma purtroppo non basta. Mandare queste due righe comodamente seduto come hanno fatto altri e’ fuori luogo. I nostri cugini francesi durante la rivoluzione si sono alzati, usciti dalle proprie case e hanno tagliato la testa al re. Allora il problema l’ anno risolto.

  5. Concordo con te ma purtroppo riescono a manipolarci anche sulle reazioni che potremmo avere…
    Sempre detto che purtroppo in Italia NON succederà mai niente…solo se tolgono il calcio si muove qualcosa!!!…
    PRON TO A SCENDERE IN PIAZZA senza problemi!!!

  6. Condivido parola per parola. E ammiro la tua lucidità di analisi. Il tuo pensiero dovrebbe essere posto alla base di una petizione popolare per modificare la normativa fiscale

  7. Siamo alle solite, c’è chi può evadere a piene mani e chi è strangolato dalle tasse.Non c’è la volontà politica di risolvere il problema.

  8. Siamo alle solite, c’è chi può evadere a piene mani e chi è strangolato dalle tasse.Non c’è la volontà politica di risolvere il problema.

  9. Siamo alle solite, c’è chi può evadere a piene mani e chi è strangolato dalle tasse.Non c’è la volontà politica di risolvere il problema.

  10. Siamo alle solite, c’è chi può evadere a piene mani e chi è strangolato dalle tasse.Non c’è la volontà politica di risolvere il problema.

  11. Siamo alle solite, c’è chi può evadere a piene mani e chi è strangolato dalle tasse.Non c’è la volontà politica di risolvere il problema.

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