Tav Brescia-Verona, Realacci: “Affianchiamola alla linea attuale”

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“Il completamento dell’alta velocità e alta capacità (AV/AC) Milano-Venezia è un progetto di cui si discute da tempo e che va adeguato alle esigenze del territorio e del Paese. La linea è oggi parzialmente in esercizio per le tratte Milano-Treviglio e Padova-Mestre. Proprio con l’intento di conoscere l’orientamento del Governo in merito, ho depositato una interrogazione, la n. 4-07513, ai ministri delle Infrastrutture, dell’Ambiente, dell’Agricoltura e degli Affari Regionali sottoscritta anche dai colleghi Borghi, Braga, Carra, Cominelli, Zardini e Lacquaniti. Nell’interrogazione si chiede appunto di valutare la possibilità del quadruplicamento della linea attuale, realizzando una coppia di binari affiancati a quelli della linea esistente da destinare all’esercizio ad alta velocità. Alternativa che consentirebbe di evitare gravi compromissioni dell’ambiente, rendendo al contempo il servizio più utile a territori di grande importanza” lo afferma Ermete Realacci, presidente della Commissione Ambiente Territorio e Lavori Pubblici della Camera, a proposito della sua interrogazione sulla Tav Milano-Venezia.

“Secondo uno dei tracciati ferroviari di cui si parla  –spiega Realacci –   la  Brescia-Padova presenta infatti diverse criticità: un servizio passeggeri ridotto per la città di Brescia e addirittura nessuna fermata per il Garda, costi arrivati a 55 milioni di euro per chilometro, e un alto impatto ambientale. Inoltre attraverserebbe con gravi compromissioni anche il territorio a sud del Lago di Garda, ossia uno dei maggiori distretti turistici italiani nonché area di produzione del rinomato marchio vinicolo Lugana, rischiando di trasformarsi in un autogol. Secondo uno studio del professor Renato Pugno del Politecnico di Milano, infatti, la nuova linea consumerà prezioso suolo fertile sottraendo circa 245 ettari di terreni alla produzione vitivinicola, con un rapporto costi-benefici negativo verso la nuova tratta ferroviaria”.

 “Su questi temi  – conclude Realacci – c’era stato nelle scorse settimane, qui alla Camera, un incontro tra me e altri colleghi  con esponenti di Legambiente, delle organizzazioni agricole, del consorzio della Lugana e di alcune amministrazioni interessate dall’opera. Della cosa  ho più volte parlato anche con il ministro Lupi, l’ultima  proprio ieri, sollecitando un ripensamento serio e tempestivo del progetto”.

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