Legge anti-moschee, Girelli (Pd): più difficile costruire chiese ma non pregare per strada

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La Regione Lombardia ha approvato ieri a maggioranza la legge che introduce restrizioni per la costruzione di nuovi luoghi di culto. Per realizzare nuovi luoghi di culto, compresi oratori e chiese, sarà necessario rispondere a particolari prescrizioni come la videosorveglianza, la previsione di parcheggi pari al 200% della superficie della struttura, la distanza da strutture di culti diversi. Le modifiche dell’ultima ora presentate dallo stesso centrodestra, in risposta alle critiche di incostituzionalità sollevate dalle opposizioni, hanno rimosso il divieto assoluto di edificare luoghi di culto per quelle religioni, come l’Islam, che non hanno stipulato intese con lo Stato.

"Questa legge non limiterà affatto il proliferare di quei centri culturali opachi e incontrollati che possono costituire un problema, e se la legge non verrà dichiarata incostituzionale, come penso, tra pochi anni avremo solo esacerbato il problema – dichiara il consigliere regionale del Pd Gian Antonio Girelli -. C’è un’indubbia necessità di aumentare il grado di controllo per prevenire il possibile pericolo estremista, che però non può essere fronteggiato confondendo la religione islamica con il terrorismo ma costruendo il rapporto con il vero Islam per stroncare definitivamente il fondamentalismo violento. I musulmani, invece, continueranno a pregare per strada, negli scantinati o in centri culturali spesso fatiscenti e difficili da controllare, come hanno fatto fino ad ora. Verranno colpite tutte le altre confessioni religiose, compresa quella cattolica, che dovranno sottostare agli aggravi burocratici introdotti con questa legge. Sarà molto più difficile costruire un tempio buddista, un oratorio o una sinagoga, e forse questo è il modo del centrodestra per rendere uguali tutte le religioni. Certamente la Regione non fa alcun servizio al dialogo e alla tolleranza, e sappiamo quanto questo alimenti le posizioni estremiste”.

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