Chiusura uffici postali, Mottinelli: preoccupato per i comuni montani

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Il piano di riorganizzazione nazionale di Poste Italiane prevede il ridimensionamento degli uffici postali, che si tradurrà con la chiusura di definitiva di alcuni uffici e con l’apertura a giorni alterni di altri.

Per la Lombardia è prevista la riorganizzazione di 175 uffici, di cui 15 sul territorio bresciano: Desenzano del Garda, Bagolino, Incudine, Ono San Pietro, Toscolano Maderno, Prestine, Palazzolo Sull’Oglio, Botticino, Leno, Mazzano, Provaglio d’Iseo, Marcheno, Piancogno, Villa Carcina e Gardone Valtrompia.

“Mi preoccupa soprattutto la situazione nei Comuni delle valli – ha dichiarato il presidente della Provincia, Pier Luigi Mottinelli – dove, in caso di soppressione degli uffici, a pagarne le conseguenze saranno utenti già disagiati per le criticità che presentano i territori montani nei quali vivono. Penso soprattutto alle categorie più deboli, che, senza un ufficio nel paese in cui abitano, saranno certamente le più penalizzate”.

Per questo motivo, tenendo conto anche delle preoccupazioni espresse dalle organizzazioni sindacali bresciane, il presidente Mottinelli oggi ha scritto una lettera ai direttori delle due filiali bresciane di Poste Italiane, Maria Carla Brunori e Luisella Gnocchi, nella quale chiede un incontro urgente a Palazzo Broletto, con l’obiettivo di trovare una soluzione che tenga conto del disagio al quale la comunità bresciana andrebbe incontro, qualora il piano di ridimensionamento nazionale venisse confermato”.

Lo stesso appello, scritto nero su bianco su una lettera indirizzata alla direttrice Brunori, era stato lanciato anche ieri dal collega di partito del Pd e consigliere regionale, Gianantonio Girelli.

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1 COMMENT

  1. useranno i piccioni viaggiatori…….co stano meno e poi si fanno arrosto !
    buffonenerie del teatrino italia dei buffoni

  2. Si va verso lo smantellamento della gestione di Poste Italiane del servizio universale… sarà ceduto a privati che terranno soltanto le zone economicamente interessanti e
    Continua lo sfascio di tutto ciò che è servizio pubblico e stato sociale.

  3. Poste Italiane è guidata attualmente dal Dr.Caio, ignoto ai più ma componente di un quartetto assai celebre di matrice Mckinsey, provenienza Bologna: Passera (gia AD proprio di Poste, ppi di banca INtesa e poi Ministro con Monti), Profumo (Unicredit, oggi AD di Monte dei Paschi) e Massiah (numero uno di UBI). Basta mettere un occhio al piano industriale, che fila diritto e rapido verso la privatizzazione del Gruppo Poste Italiane, per capire che il business "servizio universale" (quello postale) non è più contemplato. Al contrario, il portafoglio clienti, stimato in diversi milioni di persone, verrà agganciato commercialmente per fare business con il risparmio gestito e le assicurazioni, attività a redditività ben diversa rispetto al tutto il resto dell’offerta. Morale: rassegnarsi a veder sgretolare l’utilità pubblica di servizi storici. Competion is competion, direbbe Romano Prodi (!)

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