Un minuto di applausi per il Far di Wayne McGregor di scena al Grande

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(e.b) Un insieme di corpi che per 60 minuti si sfiorano, si toccano e si scontrano in una danza che, pur ispirata alla matematica, ha qualcosa di tribale, di animalesco. Una compagnia di danzatori superlativa, una star dell’elettronica come Ben Frost e l’installazione visiva curata dal collettivo rAndom International vincitore di numerosi premi internazionali di art & design. Questo è FAR, lo spettacolo di danza contemporanea andato in scena ieri sera, 5 febbraio, al Teatro Grande di Brescia e creato dal coreografo inglese Wayne McGregor, appassionato studioso delle scienze e cultore della danza. Forte del successo mondiale ottenuto con Entity, già ospitato al Teatro Grande, per questo nuovo lavoro McGregor ha trovato l’ispirazione in tre scienziati cognitivisti con cui testare, grazie all’ideazione di un apposito software, nuovi ed inesplorati movimenti.

Lascia a bocca aperta la matematica precisione dei movimenti dei ballerini, cinque uomini e quattro donne, e la loro sorprendente capacità di danzare su una base elettronica scandita da tempi frenetici e brutalmente interrotti da ruggiti animaleschi e suoni stridenti. Loro sembrano non accorgersene, e quando saltano sul palco ricadono con la stessa leggerezza di piume sulla neve. Se non fosse bastato il talento dei loro corpi ad incantare i tanti spettatori che hanno sfidato strade impraticabili per raggiungere il Grande, di certo l’uscita su corso Zanardelli immacolato dalla neve ci è riuscita.

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