Ennesimo caso di emissione di fatture false. Succede tra Brescia e Bergamo e ha come protagonisti un padre, una figlia e un collaboratore che avrebbero frodato il fisco per 10 milioni di euro con 5 milioni di imposte mai versate. Il “giochetto” è noto e la Guardia di Finanza di Clusone (Bergamo) non ci ha messo molto a scoprire che il titolare di una ditta fittizia con sede a Brescia, ma gestita a Rovetta (Bergamo) non aveva contabilizzato i costi relativi all’acquisto di merce destinata alla rivendita. Il materiale in questione era il ferro tondino e la rete elettrosaldata. La ditta in questione emetteva fatture false a favore di altre imprese, ma si trattava solo di carta straccia che consentiva di riscuotere l’Iva, che però non veniva mai versata.
Oltre a padre, figlia e collaboratore, altri 186 titolari di imprese che hanno “acquistato” il ferro sono state segnalate per responsabilità relative all’annotazione di fatture false.
e bergamasch: bidù.