Conclusasi ieri la fase consultiva in Commissione, tocca ora alla Giunta stendere la delibera di affidamento, poi, a metà marzo, il voto definitivo in Consiglio, l’inizio della fase progettuuale e l’avvio dei lavori. Le tappe per la rivoluzione del metodo di raccolta dei rifiuti in città sono già scritte, ma il modo con cui verranno superate è tutto da scoprire.
Come da richiesta giunta sia dalle minoranze che da parte di alcuni membri dell’amministrazione (leggi la notizia), ieri in Commissione si è cercato di approfondire il piano-costi dell’intervento di Aprica. Seppure ancora il piano presentato ieri non sia dettagliato in molti dei punti critici, sono state fornite ai presenti ulteriori rassicurazioni su costi e investimenti necessari per mettere in piedi la nuova metodologia di raccolta. Nessuno, a partire dall’assessore Fondra, ha nascosto che buona parte della sfida è cercare di far cambiare lo stile di vita dei cittadini, altrimenti l’obiettivo del 65% di differenziata, partendo dal 38, sarà una chimera.
Tra le proposte arrivate ieri dall’opposizione, Mattia Margaroli di Forza Italia ha avanzato l’idea di partire solo con la raccolta domiciliare di carta, vetro e plastica, lasciando i cassonetti attuali, il che potrebbe in un secondo momento portare al porta a porta totale. Dalla Lega è stato ancora manifestato accordo sull’operazione, anche se gli esponenti del Carroccio vogliono ancora vedere il regolamento (ancora non c’è) e un piano finanziario dettagliato.
(Red.)
Anche a Brescia ha attecchito il metodo-Renzi: se la suonano e se la cantano. Si votano provvedimenti di cui non si conoscono i contenuti nè le basi scientifiche (nemmeno quelle dichiarate), non si capiscono (e non si conoscono) le logiche, gli obiettivi, i metodi per applicarli. Se non che… l'ha detto e lo vuole A2A, punto. Che a Milano fa il porta-a-porta.