Ex stabilimento Caffaro, la Loggia lo vuole demolire per creare un polmone verde

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L’idea alla quale sta lavorando la Loggia riguarda l’ex stabilimento Caffaro, che a palazzo vorrebbero radere al suolo per creare al suo posto un grande polmone verde. In realtà non è più solo un’idea visto che il primo cittadino di Brescia nelle prossime settimane incontrerà il ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti con il quale spera di sciogliere i nodi della questione, primo fra tutti i fondi necessari per effettuare la bonifica.

E’ qui che si gioca la prima partita della Loggia che dovrà mettere d’accordo azienda e Ministero e assicurare che il progetto inizi dalla messa in sicurezza delle acque che ha generato l’inquinamento della zona.

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1 COMMENT

  1. chi paga? ma ovvio noi, lo stato. Domanda come mai la Caffaro non paga? ma ovvio, nessuno della giunta che all’epoca poteva ha denunciato in tribunale la Caffaro. Ma poi. Se non hanno dato un soldo per bonificare le aree inquinate, perchè dovrebbe darli ora? inoltre, lo stabilimento è in via Milano, siamo così sicuri che fare un giardino/parco nella via degli extracomunitari sia un’idea inteligente?

  2. se bastasse un annuncio per fare le bonifiche queste sarebbero compiute. Certo che solo pensare di demolire e bonificare questa area industriale mi preoccupa per la superficialità che dimostrano i nostri amministratori!! (15 anni spesi per poter ricevere 6.000.000,00 non ancora utilizzati per la messa in sicurezza dell’intero sito)

  3. Ma chi ha pensato questa emerita cavolata è magari anche pagato? Un parco su una delle aree più inquinate d’Europa? Sull’area dove c’era la fabbrica che ha impestato tutto l’intorno, dove il sindaco ha emesso ordinanza di non poter calpestare l’erba? Ma cosa hanno bevuto?

  4. Lo stabilimento della Caffaro lo vedrei bene come museo nazionale in cui poter raccogliere tutto il materiale informativo dei disastri ambientali che hanno attraversato in lungo ed in largo l’Italia. Un museo a perenne memoria della difesa dell’ambiente e della salute dei cittadini vittime dell’inquinamento industriale.

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