Percorso alternativo Tav, Brescia per Passione: meglio mantenere lo Shunt

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Con un comunicato Brescia per Passione commenta l’ipotesi di un percorso alternativo al tragitto della Tav da far passare in mezzo al centro abitato di Brescia.

DI SEGUITO IL TESTO INTEGRALE DEL COMUNICATO:

Da recenti notizie di stampa apprendiamo di ipotesi di tracciati alternativi al tragitto della TAV , che dovrà collegare Milano verso Treviglio con Brescia e Verona, differenti dal corridoio approvato dal governo e dal territorio sin dall’anno 2003 che prevedeva lo Shunt (tracciato a sud della città).

In occasione del dibattito avvenuto qualche mese fa in Consiglio Comunale sulla delibera di indirizzo, Brescia per Passione aveva espresso un suo pensiero in merito ad un opera che ritiene utile ed indispensabile e che torna di attualità oggi , dopo le recenti novità in merito.

Suscita in noi non poche perplessità l’ipotesi che vorrebbe l’eliminazione dello Shunt parallelo alla viabilità esistente (“corda molle”) rispetto ad un quadruplicamento della linea storica che esce ad est della città, contraddicendo quanto sino ad ora realizzato in adiacenza ai tracciati autostradali identificando un unico corridoio infrastrutturale a vantaggio di un minore impatto territoriale (vedi AV/AC Torino Milano e AV/AC Milano Bologna).

I sostenitori di quest’ultima ipotesi affermano che, senza questa opzione, Brescia rimarrebbe esclusa dalle fermate dell’alta velocità; ciò non corrisponde alla realtà in quanto a novembre 2016 è previsto l’arrivo, tramite un’interconnessione dedicata, della linea AV/AC proveniente da Milano Treviglio ed è in fase di avanzata realizzazione.

Al contrario risulta evidente che far passare l’alta velocità in centro città non comporterà automaticamente ulteriori fermate dei treni oltre a quelle già programmate con la nuova linea AV/AC, ma altri treni potrebbero transitare in futuro senza portare alcun beneficio alla nostra città, sfrecciando a 250 km all’ora in pieno centro abitato.

Questa ipotesi inoltre ci preoccupa per i disagi che i cittadini si dovrebbero ulteriormente accollare, non solo lavori e cantieri impattanti , ma soprattutto l’abbattimento di molti edifici residenziali e produttivi come anticipato oggi da alcuni giornali, ma anche cavalcavia , sottopassi e sovrappassi che andrebbero completamente ricostruiti in funzione di un eventuale quadruplicamento.

Non dimentichiamo inoltre che decine di altri edifici, pur non venendo abbattuti, vedrebbero i treni avvicinarsi notevolmente, rispetto alla posizione attuale, a pochi metri dalle loro finestre.

L’inquinamento acustico e le vibrazioni prodotte, seppur attutite da eventuali barriere anti rumore, saranno notevoli alla faccia della “cura dell’ambiente “ e produrranno una perdita di valore e di funzionalità per interi quartieri.

Noi crediamo che la strada più corretta sia quella di proseguire con il progetto dello Shunt, legato per altro al tema dell’aeroporto di Montichiari, che è stato recentemente riclassificato dal Governo Renzi d’interesse nazionale e che avrebbe tutte le caratteristiche per diventare un protagonista in futuro.

Crediamo si debbano richiedere, come opere di compensazione, la valorizzazione e gli investimenti di modernizzazione delle linee ferroviarie storiche che sono oggi dotate di tecnologie antiquate (come per altro riportato nella delibera d’indirizzo) e afferiscono al nodo di Brescia dalle diverse direzioni., costituendo le condizioni di un vero e proprio sistema di metropolitane di superficie da Parma, da Cremona, da Bergamo, da Iseo-Edolo e da est.

In questo modo si potrà incrementare il traffico ferroviario attorno al nodo di Brescia imponendo automaticamente un maggior numero di fermate ai treni ad alta velocità, ed obbligando i treni che invece non fermeranno a Brescia, a passare fuori dal centro abitato evitando di peggiorare ulteriormente la qualità di vita e le condizioni di inquinamento acustico della nostra città.

Per ultimo non va dimenticato che molte opere di compensazione lungo il tragitto della corda molle sono legate al passaggio della TAV ed in parte già realizzate. Per molti espropriati, l’annullamento di tale progetto sarebbe davvero oltre che il danno la beffa.

La nostra opinione è che, sull’ipotesi di cambiamento del tragitto della linea AV/AC contenuta nella delibera della Regione Lombardia, si debba attentamente riflettere prima di assumere iniziative che possano danneggiare la nostra città e depotenziare le prospettive di sviluppo di un aeroporto come Montichiari e di tutta l’area contermine.

Riteniamo altresì che la questione dell’aeroporto di Montichiari debba ridiventare centrale nel dibattito tra le Istituzioni in primis la nuova Provincia, il Comune di Brescia, i Comuni di Castenedolo e Montichiari e le categorie economiche interessate (a partire dalla Camera di Commercio) assumendo un ruolo nella gestione del sistema aeroportuale Verona /Catullo – Montichiari/ D’Annunzio.

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