Più che il rammarico per le statue irrimediabilmente danneggiate, la tristezza del parroco è tutta per non aver saputo recuperare i giovani che si sono resi protagonisti di un gesto insensato e oltraggioso. Don Redento Tignonsini, parroco della chiesa di Sacca di Esine, si attribuisce più colpe di quante dovrebbe nel commentare l’episodio di valdalismo giovanile che si è verificato all’esterno della chiesa.
Un gruppo di ragazzi – i sospetti non sono ormai più tali, e sono diventati certezza – approfittando dell’oscurità ha prima decapitato la statua di Papa Francesco e poi imbrattato quella della Vergine Maria. Le statue, in gesso, erano posizionate dallo scorso Natale sul sagrato della chiesa, dove il parroco e i suoi volontari hanno anche allestito uno spazio per il deposito e il ritiro di prodotti destinati alle famiglie in difficoltà; i vandali hanno prima utilizzato i frutti di una cassetta di kiwi per fare un tiro al bersaglio contro le statue, poi hanno decapitato quella del Papa con una spranga.
La notizia è presente sulle colonne del quotidiano Bresciaoggi in edicola stamane, dove sono riportate anche le parole di don Redento Tignonsini: "Anche quando vengono in oratorio questi ragazzi hanno un atteggiamento fuori dalle regole e dall’educazione, bestemmiano, non salutano. Dobbiamo pregare per loro, per loro e per le loro famiglie".
(Red.)
Musulmani ? Attendiamo commenti catto-razzisti.
i soliti idioti
Giusto pregare…ma una bella mano di botte…non farebbe male!
Ma dove li rispediamo questi ? In Libia ? In Tunisia ?
Se fossero stati extracomunitari avremmo 10 pagine di commenti xenofobi e razzisti.
Dopo pregare,prima due belle sberle ciascuno
NON SO PERCHE’ MA MI SENTO CHE NON SONO DI ORIGINI BRESCIANE…..
un padano non fa certe cose
Hai ragione un padano fa di peggio