False attestazioni a pubblico ufficiale all’estero. Le ben più pesanti accuse nei confronti di una coppia bresciana residente sul Sebino sono state derubricate a semplice falsa dichiarazione fornita all’ufficiale di stato civile ucraino. Finisce, di fatto, con una assoluzione il processo d’appello a carico della coppia che nel processo di primo grado (leggi la notizia) era stata condannata a cinque anni e un mese di carcere.
La seconda sezione penale del Tribunale di Brescia, presieduta dal giudice Giulio Deantoni, dopo aver ascoltato la difesa dell’avvocato Carolina Margani ha accolto la requisitoria del Procuratore generale Raimondo Giustozzi che ha apertamente parlato di "clima medievale" respirato nel processo di primo grado. Decisivo per le sorti dell’appello il fatto che in Ucraina i figli con patrimonio genetico di uno solo dei due genitori, in questo caso il padre 50enne, siano comunque considerati figli della coppia.
(Red.)