Ingegneri oggi, tra sfide e opportunità

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Sono soltanto alcuni degli obiettivi messi in pratica dell’Ordine degli Ingegneri di Brescia che, nato all’inizio degli Anni ‘20, ha saputo riqualificarsi nel tempo, acquisendo nuove funzioni, promuovendo nuove iniziative e creando nuovi sbocchi. “Oggi il mercato del lavoro è cambiato e questo comporta anche il mutamento delle strutture collaterali che vi ruotano attorno. L’Ordine deve dare un servizio a 360 gradi che risponda alle nuove esigenze di tutti i professionisti”, spiega l’ingegnere Marco Belardi, Presidente dal 2009 dell’Ordine bresciano, considerato uno dei più fruttuosi e competenti a livello nazionale.

Appartenere oggi a un ordine è ancora necessario?

Oggi forse più di prima, considerata la flessibilità occupazionale. Un ingegnere oggi non entra e esce dal mercato del lavoro allo stesso modo: un dipendente può trovarsi nella condizione di doversi mettere in proprio, oppure di dover riqualificare le sue competenze o acquisire nuove specializzazioni. Anche chi un tempo non necessitava dell’iscrizione all’albo oggi sarebbe bene lo facesse, perché se un giorno si trovasse a  dover convertire la propria attività, avrebbe una serie di vantaggi e di agevolazioni acquisite. 

L’ingegnere sembra però un mestiere che non soffre la crisi…

Diciamo che un ingegnere non fatica a trovare lavoro, ma spesso le competenze che ha acquisito non vengono valorizzate. Vanno intraprese nuove strade, vanno esplorati nuovi settori, mentre c’è ancora la tendenza ad associare l’ingegneria al mero ambito delle costruzioni, che invece è saturo.

Quindi l’ingegneria civile non paga più?

E’ il settore che, qui a Brescia, soffre di più, ma questo non significa che non abbia altri sbocchi. L’estero richiede molto le nostre professionalità e quindi è su quello che bisogna puntare. Ma per farlo bisogna essere preparati alla sfida, iniziando ad acquisire nuove competenze, la lingua in primis. Per questo, all’Ordine abbiamo attivato, tra i vari servizi, corsi di lingua straniera che stanno andando molto bene, oltre al fatto che, come ente, stiamo creando protocolli d’intesa con diversi Paesi stranieri che guardano interessati ai nostri professionisti. Di recente abbiamo dato vita ad un accordo con l’Albania, che tra due anni entrerà nell’euro, e vuole da noi risorse e know how istituzionale. 

Quali sono invece i settori vergini che andrebbero colmati?

L’area biomedica, le nuove tecnologie, tutto il campo informatico. Durante il 58esimo congresso nazionale degli ingegneri, che si è svolto qui a Brescia, abbiamo avuto diversi contatti con le aziende del territorio e sono state loro stesse ad esprimere l’esigenza di queste figure professionali che però le università non sfornano.

E questo perché?

Manca un vero dialogo tra università e lavoro. Per questo noi ci stiamo attivando sempre di più affinché si costruisca un ponte vero tra i due mondi, in modo che i laureati di domani possano trovare impiego e le aziende non cerchino altrove talenti che possono tranquillamente essere vicini. 

Tornando ai vostri servizi, un iscritto di quali può usufruire?

Sono diversi i campi nei quali operiamo. La formazione, che noi facciamo da anni e che in base al decreto 137/2012 è divenuta obbligatoria, è uno dei nostri fiori all’occhiello. Non si tratta solo di corsi di aggiornamento, ma momenti anche di confronto dove aziende e professionisti presentano le loro competenze tecniche e commerciali ai colleghi, condividendone metodi e prassi. A breve poi partirà una piattaforma per l’e-learning, per venire incontro alle esigenze di chi deve conciliare tempi e distanze. Altro servizio che sta avendo molto successo è quello di tutoraggio: mettiamo in contatto colleghi che necessitano di competenze con quelli che le possiedono creando un vero e proprio incontro tra domanda e offerta di conoscenza.

Quindi fate da ponte anche tra gli stessi iscritti?

Facciamo il possibile perché ciò avvenga e a tal proposito abbiamo attivato una sezione sul nostro sito, appena rinnovato, apposita: si tratta di una bacheca di domanda-offerta che però non è una semplice vetrina. Gli iscritti hanno la possibilità di spiegare ciò che offrono o ciò che cercano e il software, attraverso un incrocio semantico, li mette in contatto. Un matching che crea anche opportunità di collaborazioni, lavoro e socialità.

Altri servizi?

Oltre al supporto ordinario di gestioni certificati e pratiche, abbiamo attivato diversi sportelli professionali  in campo amministrativo, legale, previdenziale per delle consulenze e il Job Carreer, non solo per i neo iscritti, ma per tutti quelli che in età matura devono reinventarsi e hanno bisogno di sapere come spendere la loro conoscenza nel recruitment. Abbiamo poi attivato il servizio Smart office, cioè mettiamo a disposizione degli iscritti che, magari per abbassare i costi, hanno dovuto rinunciare ad avere uno studio, gli spazi dell’Ordine per eventuali incontri e appuntamenti. Basta prenotarsi e il servizio è gratuito.

Edilizia ferma, opere pubbliche bloccate: come Ordine come vedete le problematiche del territorio bresciano?

Vorremmo che la figura dell’ingegnere venisse percepita non solo come figura tecnica competente, ma come persona culturalmente sensibile e socialmente utile. Per questo il nostro rapporto col territorio è stretto e attento. Ad aprile organizzeremo, ad esempio, un dibattito sul tema Tav, come facemmo al tempo sul nucleare. Ci stiamo muovendo per Expo e non ci faremo trovare impreparati e infine continueremo a dialogare con le istituzioni affinché Brescia torni a rinascere come città, puntando a far ripartire opere come la riqualificazione strutturale degli edifici, l’efficientamento energetico che genererebbero un meccanismo virtuoso anche in termini di economia e occupazione.

 

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