Ufficio scolastico, Mottinelli: Brescia non finisca sotto Bergamo

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Con il riordino degli uffici scolastici quello bresciano diventerà succursale di quello bergamasco.In merito interviene il  presidente della Provincia di Brescia, Pier Luigi Mottinelli che definisce la scelta del Governo un vero e proprio declassamento per la provincia bresciana.

«Per numero di alunni, scuole, docenti, dirigenti e qualità dell’offerta i dati riguardanti la Scuola Bresciana, attestano una complessità territoriale decisamente superiore a quella di Bergamo. Nulla dunque può giustificare quello che si può definire come un vero e proprio declassamento per la nostra provincia, che avrà pesanti ripercussioni sul funzionamento del sistema scolastico bresciano».

Per questo motivo il Presidente della Provincia di Brescia ha chiesto ai Parlamentari bresciani di valutare tutte le possibili iniziative da mettere in atto affinché la decisione presa dagli uffici statali competenti venga riconsiderata. E si sta valutando la possibilità di presentare un’interrogazione parlamentare.

 

«L’obiettivo – ha concluso il Presidente Mottinelli –  è quello di ripristinare la precedente situazione, fondamentale per  salvaguardare i livelli di efficacia ed efficienza del servizio scolastico provinciale. La prossima settimana incontrerò Delia Campanelli, Direttore Generale dell’ufficio Scolastico Regionale, per affrontare con lei questa importante questione».

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12 Commenti

  1. Sostengo convintamente l’iniziativa del presidente Mottinelli. Condividendo peraltro la valutazione del dirigente scolastico dott. Maviglia. Le vicende nazionali stanno concentrando su altre questioni l’attenzione di parlamentari e di forze politiche. Che Brescia, il secondo polo scolastico regionale (per la parte pubblica e privata), tra i primi a livello nazionale per qualità di elaborazione e proposte in campo pedagogico (cattolico e laico) possa essere collocata oltre il sesto livello tra le province lombarde è un’inaccettabile assurdità. Con davanti Province che hanno un quinto delle nostre strutture scolastiche. A maggior ragione se a determinare il livello di una Provincia è la posizione apicale del Dirigente scolastico di quel momento. Quando ho sentito una tale spiegazione (che mi auguro non sia fondata) non volevo credere e mi son detto: ma questi qui son fuori come un balcone! O peggio. Quindi anch’io sollecito l’iniziativa di parlamentari, consiglieri regionali e sindaci d’ogni colore per impedire un simile sfregio.

  2. Contano gli insegnanti, non dove si espletano le pratiche burocratiche. Tutti i nostri Prodi Anselmi e i nostri Conti di Culagna muovono la guerra dei campanili?

  3. Bagaglio mottinelli vivaldini siete tre piccoli personaggini!!!! Brescia e’ la quinta provincia d’Italia e viene trattata come Isernia!! Ma andate a casa!!!!!

  4. Già ebbi a dire al buon Bragaglio: attenzione ai metodi ed ai parametri di giudizio, di valutazione, di merito che sottostanno alle deliranti decisioni che ci troviamo a commentare. Quando tecniche e metodi di pianificazione strategica aziendale vengono calati acriticamente ed automaticamente in realtà come, ad esempio, il sistema scolastico di una provincia, può accadere l’irreparabile. Consiglio a Bragaglio di leggersi un po’ di nomi, cognomi e curricula del "consulenti personali" di Matteo Renzi. Potrà capire molte cose, e magari anche cosa ci sta a fare lui, Bragaglio, nel cosiddetto Partito Democratico…

  5. Anch’io ebbi a dire a qualcuno – ed oggi anche al non meno ‘buon’ Stradivarius – che mi sento nel PD come un ‘ebreo errante’, figlio di due patrie. E di due lealtà a volte in tensione tra loro. L’una, la città reale d’un PD che oggi è praticamente l’unico spazio della politica per chi si colloca nel centro sinistra. L’altra, la città ideale – biblica, per rimanere alla metafora – ovvero quella d’una sinistra riformista come orizzonte di valori. Due città a volte vicine, spesso lontane o in contrasto tra loro. Ma è l’aspirazione alla seconda che mi fa vivere o sopravvivere, a seconda dei casi,nella prima. Ringraziandoti, farò tesoro dei tuoi suggerimenti, davvero preziosi.

  6. ecco puntuale la dichiarazione del president. Il professore di Calvisano che dovra’ andare ad insegnare in alta val Seriana ringraziera’ per questa riforma

  7. Se avrà titoli sufficienti potrà insegnare a due passi da casa. Comunque meglio in Val Seriana che disoccupato. Io ho fatto l’emigrante in Francia, senza lagnarmi. Del resto la vicenda dei giovani che han rifiutato il lavoro all’Expo perché dovevano lavorare di domenica è emblematico. Piagnoni.

  8. Bragaglio si sente cone un"ebreo errante" ? Ci ha azzeccato anche stavolta e si è semplificato sia il lavoro di ricerca nell’attuale PD delle briciole di sinistra riformista sia il lavoro di analisi (che gli ho proposto) all’interno dei consulenti di Palzzo Chigi. Infatti, basta che parta da Yoram Gutgeld, il principale riferimento strategico ed operativo di Renzi: è ad un tempo parlamentare del PD, membro della Commissione Finanze, ma soprattutto è il numero uno di McKinsey in Italia nonchè in Israele, dove è nato (Tel Aviv). Buon lavoro…

  9. Facile fare lo spaccone su bsnews copia incollando spesso da wikipedia o dal suo bigino. Ci dispensa da mesi su ogni tema dello scibile umano, lo ricordiamo perfino dissertare sul pan di spagna di Massari ohibo. Perche’ non palesa agli utenti chi o quanti si celano dietro il nick di bsnews? Facile criticare chi ci mette la faccia come Bragaglio. Chissa’, magari se conoscessimo il nome e il cognome del sig. Stradivarius potremmo (mai sia) utilizzare il suo metodo diffamatorio trovando qualche trisavolo in deloitte o qualche cognato sodale di Enrico Fermi.

  10. .azzo! Difendere il sig. Bragaglio per il cumulo di cavolate dette è veramente assurdo , anzi orripilante….Ps: domanda ma, il sig. Bragaglio ha lavorato , ovvero fatto un lavoro NORMALE in tutta la sua vita???O ha fatto il politico di professione.Suvvia dateci una risposta….

  11. Ho lavorato, dai primi anni novanta, spalla a spalla con mini eserciti di consulenti di McKinsey, di Boston Consulting e soprattutto di Accenture: bravissimi, una decina di schemi standard, un centinaio di slides standard e soprattutto la rigorosa applicabilità omnibus (per tutti, proprio per tutti) del loro pensiero strategico universale tutto "giocato" su creazione di valore, mission e vision. Giusto che toccasse un giorno pure alla politica, come ben ci stanno mostrando i Renzi-boys e le Renzi-girls. Lì ci si è convinti appunto che ci sia bisogno solo di velocità ed efficienza, nonchè di un pensiero unico cui riferirsi. Un po’ meno si pensa all’ efficacia e sempre meno all’analisi, alle idee, alla fantasia, alla condivisione. Così, in un Paese senza memoria, sono scomparsi i fatti e sono rimaste solo le opinioni. Capisco…

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