Job Act, giudizio positivo di Aib per i primi due decreti. Si attende la fase due

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Giudizio positivo sull’operato del Governo dopo il via libera ai primi due decreti del Jobs Act e attesa per la “fase due” della riforma, quella che davvero potrà dare un nuovo assetto al mercato del lavoro italiano.

Questo in sintesi il punto di vista di Confindustria illustrato dal vice presidente nazionale per le Relazioni industriali e Welfare, Stefano Dolcetta, e dal direttore area Lavoro e Welfare di viale dell’Astronomia, Pierangelo Albini, ospiti nella sala Beretta di Aib per un incontro con gli imprenditori associati al quale sono intervenuti anche il presidente, Marco Bonometti, e il vice presidente alle Relazioni industriali, Fabio Astori.

Dopo aver passato in rassegna le principali novità introdotte dalla riforma del lavoro voluta dal Governo Renzi, il vice presidente Dolcetta si è soffermato su quanto è attualmente in discussione nei tavoli di confronto, a cominciare dalla richiesta di Confindustria di legare sempre più strettamente i salari alla produttività, unica via per far crescere la competitività delle imprese. Una prospettiva nella quale assume quindi sempre maggiore rilevanza il livello di contrattazione aziendale.

“E’ in azienda che vanno discussi obiettivi di produttività, flessibilità e premi di risultato – ha rimarcato il presidente di Aib Marco Bonometti -. E una volta che gli accordi sono firmati è indispensabile avere garanzie che vengano anche rispettati. Fissare regole certe sull’esigibilità dei contratti è un punto fondamentale”.

“Bene anche le misure sulla decontribuzione per le nuove assunzioni e gli sgravi Irap, ma – osserva ancora Bonometti – non si possono togliere tasse da una parte e metterle da un’altra come adesso si sta facendo con l’Imu sugli impianti”.

Sostanziale accordo con quanto fatto fin qui dall’esecutivo è stato espresso anche da Pierangelo Albini, il quale tuttavia non ha mancato di far notare come l’attesa vera sia per i prossimi passi che il Governo dovrà compiere.

“Il Paese ha sempre scaricato sulle imprese le inefficienze del suo sistema di welfare e del suo mercato del lavoro. Per la prima volta, invece, questo governo si sta ponendo il problema di cambiare paradigma, ponendo finalmente l’impresa al centro”.

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