Il Bigio scrive ai bresciani: sono un vecchietto, voglio tornare a casa

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Il Bigio scrive ai bresciani dalle sue “prigioni” e chiede di essere liberato. E’ questa l’ultima, curiosa, iniziativa del nutrito fronte che a Brescia chiede di riportare il Colosso di Arturo Dazzi (soprannominato da Mussolini l’Era Fascista e per questo contestato e rimosso) nella sua collocazione originaria, in piazza Vittoria. Nella lettera aperta ai bresciani – pubblicata sul sito www.ilbigio.it – il Bigio si pone come un arzillo e simpatico vecchietto di 83 anni (tanti ne ha la statua) che chiede ai compaesani di tornare dal suo esilio, o meglio di essere liberato. “Le colpe dei padri”, dice, “non devono ricadere sui figli. Tanto più se i figli sono innocenti. Ed io lo sono per definizione, essendo una semplice statua fatta da un uomo a suo gusto”.

ECCO IL TESTO DELLA LETTERA

: “Salvatemi!” Il Bigio, il Colosso di Arturo Dazzi che da decenni aspetta di essere ricollocato in piazza Vittoria, scrive una lettera aperta ai bresciani dalle pagine del nuovo sito: www.ilbigio.it : Cari bresciani, che colpa ne ho se il mio padre putativo mi ha ribattezzato “Era Fascista”, dando a me che sono uomo un (nefasto) nome proprio da donna? Il mio vero padre – sappiatelo – si chiama Arturo Dazzi, e quindi il mio vero nome all’anagrafe è: “Colosso di Dazzi”. Per gli amici sono semplicemente “il Bigio”. Voi chiamatemi come volete, ma non dite di me: "Era Fascista"! Le colpe dei padri non devono ricadere sui figli. Tanto più se i figli sono innocenti. Ed io lo sono per definizione, essendo una semplice statua fatta da un uomo a suo gusto. A qualcuno non piaccio per niente, lo so. Ma per altri sono bellissimo. In qualsiasi caso non ho scelto io le mie forme. Come vi ho detto sono soltanto una povera statua! Per queste ragioni lancio un appello dal sito www.ilbigio.it e chiedo a chi di dovere di lasciarmi tornare a casa. Non voglio villeggiare a Salò o nel bellissimo Vittoriale degli Italiani. Voglio tornare in piazza Vittoria! E mi spiace che qualcuno – per ragioni ideologiche – voglia lasciare vuoto il “mio” spazio o, peggio, regalarlo a chi con l’architettura di quella piazza (che ospita perfino l’arengario) non c’entra nulla. Ho 83 anni, a 23 sono stato sradicato da casa e imprigionato in un magazzino comunale. Non ho pagato abbastanza le colpe di chi mi ha messo al mondo? Liberatemi per favore, e lasciatemi tornare a casa. Salvatemi! #FreeBigio Firmato, Il vostro Bigio (dalla sua prigione) 

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54 Commenti

  1. La solita storia… L’iniziativa è carina, ma i cosiddetti antifascisti con la patente non permetteranno mai a Del Bono di farlo… Imbratterebbero la statua dopo due minuti!!!

  2. Ha ragione !!!!! È' da vedere SOLO come una opera d'arte !!!! Come una statua che abbellirebbe piazza Vittoria !!! Parlando ho potuto constatare che la maggior parte dei bresciani non ha nulla in contrario !!! E poi la sovrintendenza non ha dato l'OK ??????? Cosa si aspetta ???? V

  3. Verso dove guardava il povero Bigio stènc, come lo denominarono i roncari ? Dall’immagine sembra prprio guardasse là, in alto verso la torre dell’orologio, un po’ a destra (non a caso…) dove c’era l’effige di Benito Mussolini a cavallo. Riposizionamolo il povero ottantenne Bigio, ma allora anche l’immagine di Benito il condottiero, il Duce appunto. Se no Bigio guarderà solo che ora è. E questo non gli interessa, come non gli interessava allora, lui che come soprannome faceva "Era fascista".

  4. Complimenti al ragioniere qui sotto che si è preso la briga di chiacchierare con tutta la popolazione di Brescia per concludere che più della metà sia pro Bigio…bù tép o ciciarù? A voi l’ ardua sentenza…

  5. prossimi smantellamenti, tempio capitolino (i romani erano schiavisti), santa giulia giù con la ruspa (vi rinchiusero numerose donne con la scusa di farle suore), se si riesce distruggeremo anche il foro italico, eur, stazione centrale, via dei fori e che dire della Casa del fascio di TERRAGNI!!! RUSPAAAAA avanti del bono sindaco coraggioso!!

  6. Il tuo vero problema non è chi in passato ti ha soprannominato Era Fascista o chi ti ha collocato in un ruolo di esaltazione di una sciagura politica di proporzioni catastrofiche per il mondo intero. No, il tuo problema sono i tuoi sostenitori attuali, quelli che ti rivoglio in Piazza Vittoria: alcuni sono solo un po’ stolti ma altri sono perversi e pericolosi, vedono la tua ricollocazione come una rivincita simbolica e plastica delle loro idee malate e marce ma purtroppo ancora in grado di fare danni. A causa loro devi restare dove sei, per colpa di chi nonostante tutto non prova vergogna per la parte di storia che a te, pur semplice pietra, è toccato rappresentare. Fino a quando questa gente sarà una minaccia, tu non riavrai il tuo posto al sole. Tranquillo, comunque, sei di pietra, il tempo non ti scalfisce, e fra fra qualche secolo, quando i fascisti sostenitori di Mussolini, Hitler, Franco e marmaglia nera assortita saranno solo un fenomeno del passato come oggi lo sono i sostenitori di Gaio Caligola, chissà…

  7. mah………..chissa ‘ se quello che ha scritto qui sotto si e’ riletto…………. …nel 2015?aprire un po la mente no?troppo difficile?

  8. ancora c’è chi ha paura del Bigio???? Una democrazia davvero matura…. hahahhahahahhaha ma mollateci va! sinistri! A da venì Grillo!!

  9. fascisti? ma non sono mai esistiti. Qualcuno avrà indossato la camicia nera questo è vero, ma per comodo ed opportunità! Esattamente come ora siete comunisti, legisti, 5stelle ecc. In Italia la Politica non esiste. Esistono solo persone che la fanno per comodi propri!!!! SVEGLIATEVIIII

  10. Anche i morti nei lager nazisti e i tanti Italiani consegnati dai fascisti ai nazisti e passati per il camino vorrebbero tornare a casa.

  11. Anche i milioni di morti dei gulag, gli schiavi neri americani, gli schiavi degli egizi e le mogli dell'uomo di Neandertal. Facciamo un bel "fascio" e via.

  12. Nei necrologi di chi? Stai pensando a qualcuno in particolare? O ti risulta che qualcuno voglia erigere una statua all’Era Comunista? Ma di che parli? Pensi che in Germania qualcuno si sogni di mettere in piazza statue con sotto l’insegna Era Nazista? Non è ancora ora che ve ne facciate una ragione? Vi fa così schifo la democrazia? Ps: se ti interessa, io, non sono mai stato comunista, nè socialista, sono un vecchio liberale, così ti risparmio la fatica di darmi del comunista o altre banalità del genere.

  13. vecchio liberale o liberale vecchio dentro. Mi piace chi si appella alla linea liberale e poi….. Ripeto unica nota positiva l’età

  14. Un occhio l’hai aperto; ora apri l’altro, quello che dovrebbe guardare all’est. Sei come il liberale che però è intollerante. Liberati delle macerie del muro di Berlino che ti ingombrano la mente. Quelle sono la vera minaccia.

  15. Esatto, liberale non vuol dire che va bene tutto: intollerante con i fascisti, razzista con i razzisti. Quello è il vostro buonismo da quattro soldi. Ma vedo che non avete argomenti, come al solito, che farne un fatto personale.

  16. Ciao Bigio, magari nel 2732 ti rimonteremo sul piedistallo. Per ora goditi il meritato riposo e copriti le pudenda. Cordialita’

  17. … E speriamo che nel 2732 non ci saranno più partiti neofascisti, potremo finalmente dividerci semplicemente tra progressisti e conservatori, come già accade nei paesi civili. Evviva la democrazia, che non sarà perfetta, però…

  18. Ma non stavano raccogliendo le firme per il Bigio? Dai facciamo un referendum. Troppo importante la collocazione di questa statua per il futuro democratico della ciudad di Brescia. Organizziamo un convegno per decidere il destino che attenderà il Bigio o Era Fascista. Sarebbe fico rimontarlo sul piedistallo con tutti gli eroi della destra bresciana vestiti da bravi balilla fischiettando faccetta nera. Sarebbe troppo fico. Viviana non mollare! Mario pensaci tu e legati in catene alla panda di Del Bono. Per l’occasione sarebbe bello anche invitare degli abissini per condividere questo momento di commozione. RE FE REN DUM!

  19. ma davvero qualcuno crede che nel futuro tutto questo vecchiume liberale, fascista, comunista non ci sia più? tutta questa feccia di ideologia resiste. Lo si vede dai commenti di comunisti, fascisti e ora i liberali (che non hanno mai contato ne fatto un c***o)! Forse Grillo è davvero la novità, oltre i vostri vecchi schemi. Per fortuna cresciamo ancora, molto prima del 2732 vi mandiamo noi al deposito con il bigio! hahahhahah

  20. Stare sempre dalla parte dei padri costituenti: tutti insieme contro i fascisti a scrivere la costituzione repubblicana che consente ai poveracci come te di dire @@@ in libertà!!!!!!! Ignoranza abissale.

  21. perche’ no?non ci vedo nulla di male ..la storia e’ storia punto!si va’ avanti non come i poveracci comunisti che non sanno piu’ da che parte girarsi ah ah ah…perdenti x sempre!!!

  22. perche\’ no?non ci vedo nulla di male ..la storia e\’ storia punto!si va\’ avanti non come i poveracci comunisti che non sanno piu\’ da che parte girarsi ah ah ah…perdenti x sempre!!!

  23. nel senso che come fascista ti senti vincitore?? ahahahahaha! questa sì che è bella! siamo proprio alla frutta… il bue che dà del cornut@ all’asino…

  24. Era fascista, ma adesso, a distanza di tempo, se ce l’ha duro è sicuramente leghista: con un foulard verde al collo e un perizoma da sirenetto, può benissimo ritrovare la sua collocazione originaria.

  25. Si rimetta al suo posto la statua, si superino le barriere ideologiche/politich e è un opera d’arte che testimonia il nostro passato, che ci piaccia o no.

  26. Con tutti i problemi che abbiamo, questo è secondario. In ogni caso non vedo motivo per non ricollocarla. Se, cari sinistri, volete la conciliazione e analizzare criticamente anche quel periodo storico, ammettendo anche determinati fatti che negate, allora dovreste ricollocarla. Tante schifezze avete fatto voi dal dopoguerra in avanti e sono lì, nessuno le tocca..

  27. il tema invece è molto bello se non fosse affrontato come la guerra mondiale. Qui purtroppo ci sono molti che si battono per fare vedere quanto antifascisti sono (agendo da fascisti al tempo stesso). L’antifascismo è una cosa faticosa, che non si risolve contro una statua ma nell’accettare che altri manifestino le loro idee, anzi lottando perché altri possano manifestare le proprie idee. Ma chiusa questa lunga parentesi resta una curiosità, perché interi quartieri e città in Italia (fieramente antifasciste) abbiano nel loro tessuto urbano grandi opere architettoniche o artistiche di epoca fascista. Addirittura alcune città sono di fondazione fascista e nessuno si sogna di abbandonarle o distruggerle. Altri esempio sono l’EUR a Roma dove ci sono opere di Adalberto Libera ecc. O il foro italico che di statue come il bigio è pieno. Che fare le distruggiamo come gli amici talebani con i Buddha? Sono certo che nessuno vuole questa idiozia. Quindi chiedo se sia possibile avviare un dibattito che affievolisca la lotta politica e inizia a parlare con serenità di un periodo che per nostra fortuna è morto! E di cui non dobbiamo aver paura, la nostra democrazia ha già battuto terrorismi neri e rossi. Siamo maturi come la città di Como che con la casa del fascio di Terragni rappresenta un momenti di architettura razionalista di altissimo livello o proseguiamo a fare guelfi e ghibellini?

  28. A quanto pare, dalle parti di Livorno, hanno un problema non troppo dissimile da quello del Bigio: cosa fare del mausoleo del delinquente fascista Costanzo Ciano, padre, tra l’altro, del più noto Galeazzo. Il monumento si trova attualmente in stato di abbandono e c’è chi ha proposto di decorarlo in maniera da renderlo simile al deposito dello Zio Paperone. Chissà che con un po’ d’ironia non si riesca a trovare il modo di trasformare anche il Bigio in una sana presa per i fondelli del fascismo e si possa, così, trovargli una collocazione pubblica accontentando i suoi estimatori senza scadere nell’apologia del criminale regime mussoliniano…

  29. Lettera aperta al primo Cittadino On. Dott. Emilio Del Bono e al Consiglio Comunale della Città di Brescia,
    con la presente desideriamo esprimere la nostra viva soddisfazione per il “successo internazionale”, per la proposta italiana all’Onu di una forza internazionale per la tutela del patrimonio artistico e culturale in zone di crisi, veri e propri ‘caschi blu della cultura”, per proteggere il patrimonio artistico e culturale dell’umanità, evitando che si ripetano in futuro episodi come quelli che, dalla distruzione dei Buddha di Bamyan nel 2001 da parte dei talebani, ai ripetuti sfregi al sito archeologico della Città di Palmira degli ultimi mesi. Vorremmo presentare la nostra idea a suo tempo proposta alla Commissione istituita dal sindaco Del Bono, che riguarda il posizionamento sul basamento di piazza della Vittoria di una grande statua marmorea che svetti in piazza, un’effige della Vittoria Alata che possa essere realizzata grazie ad un concorso di raccolta da parte dei cittadini, ad es. un euro a testa per la sua realizzazione, simbolo che racconta attraverso la sua figura millenaria la storia dell’antica Brixia. La proposta di ricavare i fondi da una colletta “è un modo per coinvolgere il maggior numero di cittadini nel progetto”, l’idea di base, d’altra parte, è proprio quella di rappresentare allegoricamente e anche geograficamente tutta l’Italia per mezzo di raffigurazioni simboliche. Basti pensare ai gruppi scultorei del Pensiero, dell’Azione, della Concordia, della Forza, del Diritto, ai bassorilievi del Lavoro che edifica e feconda, dell’Amor Patrio che combatte e che vince, alle fontane dell’Adriatico e del Tirreno, alle statue delle Regioni d’Italia, ai mosaici della Fede, della Sapienza, della Pace e soprattutto alle quadrighe dell’Unità della Patria e della Libertà dei cittadini. Una statua rappresentante la Vittoria, reperto ritrovato proprio in suolo Bresciano, quale miglior simbolo può rappresentare e personificare una piazza dedicata alla Vittoria?!
    -Vittori a Alata, la Brixia dei romani, anche se va chiarito che non si limita a illustrare l’origine della sola città ma racconta, per la prima volta, la grande vicenda che ha portato, tra il III secolo e il I secolo avanti Cristo, all’unione tra la Roma repubblicana e le genti della nostra Brixia;
    -Vittoria Alata, è testimone e ci racconta di una vicenda che ha la forza di un’epopea;
    -Vittori a Alata, una storia di scontri, ma anche di incontri di civiltà, di sopraffazione e di profonda integrazione;
    -Vitt oria Alata, un epopea nella quale compaiono nomi che tutti abbiamo conosciuto sui libri di scuola: Annibale, Scipione, Emilio Lepido, Mario Silla, la Gallia Cisalpina, la Roma Repubblicana, ma anche di personalità che nulla hanno a che fare con campagne militari e battaglie, come quella di Catullo, il grande poeta dei carmi;
    -Vittoria Alata, perché questa è una storia che, tra pace e guerra, permette di arrivare alla creazione di un nuovo modello sociale;
    -Vittoria Alata, è la storia della trasformazione, o meglio potremmo dire, di modernizzazione di un grande territorio;
    -Vittor ia Alata e le genti del Mondo. Un incontro di culture. III-I secolo a.C.” è una grande “COPIA della Vittoria Alata esposizione per ammirare e ascoltare ed essere abbracciati per un viaggio emotivo, per rivivere situazioni e atmosfere di quei tempi lontani, adatte a tutte le generazioni;
    -Vitto ria Alata, che esce dallo scrigno Santa Giulia eterno della storia di tutti i popoli mostra a noi a incamminarsi nella memoria sarà come uscire dal mito e dal racconto per entrare dentro la storia;
    -Vittoria Alata che ci trasmette sensazioni che da quella piazza possa partire, un messaggio di buon lavoro ai “ caschi blu della cultura”;
    -Vittoria Alata dal suo abbraccio per trovare pace, con le altre piazze di stragi impunite;
    -Vittoria Alata, per non dimenticare ma ci indica ad avere forza nel proseguire.
    Il nostro pensiero vola su Primo Levi, come se la sua testimonianza andasse su molte donne e uomini ancora una volta atta a coinvolge tutte le generazioni, vertendo sul senso da dare a questi nostri anni di tregua” e implica la consapevolezza che la nostra riconquista dell’umano, l’insediamento della vera pace, dipenda dalla profondità con cui avremo esplorato gli abissi di ieri e dalle conseguenze che ne avremo tratto. Ricordando come Primo Levi “scrive solo quando la vita lo porta a scrivere”, si chiude su un apprezzamento senza esitazioni, il cui massimo interrogativo resta “quale è una vita degna dell’uomo?”. Decine di opere editoriali sono venute alla luce in questo periodo per rievocare eventi storici; alcune, in modo particolare quelle di Giampaolo Pansa, cercando di capire le ragioni dei perdenti ed il dramma vissuto nei giorni della “Liberazione” ma molte, ancora troppe, celebrano una guerra civile, volendo ignorare le ragioni, i contenuti ideali, presenti anche nella parte perdente, pur sapendo che, per logica e per natura, quelle ragioni e quei contenuti sono insiti in tutti gli atti umani, in ogni momento della storia dell’umanità? Facendo riferimento alla Spagna franchista, possiamo considerare che vent’anni dopo la fine della guerra civile eresse e consacrò al culto degli spagnoli, il monumento della “Valle dei Caduti”, dove fraternamente sono raccolti, dimenticati gli anni del furore, i caduti dell’una e dell’altra parte, esempio che potremmo portare sul suolo Bresciano riportando in questa piazza un percorso e simbolo di riappacificazione.
    Concludo con ciò che Cesare Pavese, pubblicò nel 1949:”Ho visto i nostri morti, ma ho visto anche i morti sconosciuti, quelli del nemico, quelli “repubblichini” sono questi che mi hanno svegliato qualcosa… Il nemico, anche vinto, è qualcuno, e dopo averne sparso il sangue bisogna placarlo, dare una voce a questo sangue, giustificare chi l’ha sparso. Ogni caduto somiglia a chi resta e gliene chiede ragione. Al posto di un nostro nemico potremmo essere noi e non ci sarebbe differenza. Per questo ogni guerra è una guerra civile. E diciamo, se vogliamo ritornare a sperare e vivere, pietà, pietà anche per il nemico ucciso”. Non sappiamo come verrà colta l’idea che stiamo proponendo, mi pare di essere un bambino che gioca nel tempo della propria Città, e di essermi divertito e stupito di ritrovare una piazza ornata da un monumento bello e insolito. Il monumento potrebbe essere realizzato e progettato in due ipotesi: la prima dal laboratorio RISE dell’Università Statale di Brescia, il quale ha messo a punto uno strumento (realizzazione in 3D) in grado di riprodurre la Vittoria Alata anche in grandi dimensioni (altezza 750 cm), seguendo il progetto di quel lontano artista Arturo Dazzi scultoree pittore. La seconda andare in quel di Virle, al laboratorio impregnato di arte storia di polvere secolare dove il marmo è vivo da 5 secoli. Chiedere ai Maestri Angelo e Ivan Confortini di compiere due miracoli cioè poter creare la copia dalla Vittoria Alata (altezza 750 cm) e, un generoso preventivo. Lo chiede tutto il Consiglio Comunale generazione della Spending review! Mica lo chiede Berardo Maggi, vescovo e signore di Brescia!
    Cordialità .
    Ombretta Angoscini
    Gaetano Vizzoca
    Celso Vassalini

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