Ubi, il primo trimestre 2015 chiude con utile netto di 75,9 milioni di euro

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Il Consiglio di Gestione di Unione di Banche Italiane Scpa (UBI Banca) ha approvato i risultati consolidati del primo trimestre del 2015, che si è chiuso con un utile netto di 75,9 milioni, in crescita del 30,6% rispetto ai 58,1 milioni nel primo trimestre del 2014, grazie al buon andamento dei proventi di gestione, in particolare delle commissioni nette, alla stabilità degli oneri operativi e alla riduzione del costo del credito.  Al netto delle poste non ricorrenti, l’utile netto di periodo si è attestato a 81,7 milioni, +38,4% rispetto ai 59 del primo trimestre 2014.

DI SEGUITO I RISULTATI ECONOMICI COMPLETI

Nel primo trimestre dell’esercizio, la gestione economica del Gruppo ha generato un risultato della gestione operativa pari a 344,7 milioni di euro, in salita del 3,8% rispetto ai 332,2 milioni conseguiti nell’analogo periodo del 2014 (+12,5% rispetto al 4trim2014).

 I proventi operativi si sono attestati a 866 milioni, con un incremento dell’1,5% rispetto agli 853,4 milioni del primo trimestre del 2014 (+1,6% rispetto al 4trim2014) grazie alla dinamica dei ricavi “core”. L’apporto delle voci “core” (margine d’interesse + commissioni nette) ammonta infatti a 771,8 milioni di euro, risultando maggiore di oltre 17 milioni rispetto al 1trim2014 e di oltre 11 milioni rispetto al 4trim2014.

Nel dettaglio, il margine d’interesse, pari a 430,6 milioni di euro, mostra una contrazione del 5,3% anno su anno, principalmente dovuta al minor contributo della componente finanziaria (portafoglio titoli -23,2 milioni a seguito della scadenza, a fine 2014, di circa 5 miliardi di titoli di stato ad elevato rendimento, interbancario +8,2 milioni).

Il  miglioramento della forbice clientela, passata a 186 punti base dai 180 del 1trim2014 grazie al continuo decremento del costo della raccolta, ha potuto parzialmente compensare l’effetto dei minori volumi intermediati in relazione alla congiuntura economica, limitando la contrazione del contributo derivante dall’attività di intermediazione con la clientela a circa 9 milioni di euro. 

Nel raffronto con il 4trim2014, il margine d’interesse segna una contrazione del 2,6% (11,5 milioni) riconducibile al minor contributo della componente finanziaria (portafoglio titoli di cui sopra -16,9 milioni, interbancario +2 milioni), mentre il margine da clientela, che nel 2014 aveva scontato una componente negativa “one-off” per circa 5 milioni , risulta in leggero incremento. Si rammenta inoltre che il 1trim2015 conta un numero inferiore di giorni di calendario rispetto al 4trim2014, che rappresentano complessivamente minori interessi per 9,6 milioni di euro.   

Nel trimestre gli utili delle partecipazioni valutate al patrimonio netto hanno totalizzato 6,2 milioni (10,9 milioni nel 1 trim 2014 e 8,2 nel 4trim2014); nel raffronto con il 2014, va tenuto presente che il 22 dicembre 2014 UBI Banca ha ridotto dal 50% al 20% le partecipazioni detenute in Aviva Vita Spa e Aviva Assicurazioni Vita Spa e che il 30 dicembre 2014 è stata interamente ceduta la partecipazione (49,99%) in UBI Assicurazioni Spa, con conseguente ridimensionamento dei relativi contributi.

Le commissioni nette si sono attestate a 341,2 milioni di euro, +13,7% rispetto ai 300,1 milioni dell’analogo periodo del 2014, grazie al buon andamento delle commissioni derivanti dai servizi di investimento  (+21% o 33,8 milioni a 193,4 milioni), che hanno beneficiato pressoché in pari misura della favorevole evoluzione dei mercati e del collocamento di prodotti di risparmio gestito. Le commissioni relative ai servizi bancari generali risultano sostanzialmente allineate nei due periodi (147,8 milioni rispetto a 150,6 nel 1trim2014) mentre si ricorda che nel 1trim2014 erano ancora contabilizzate commissioni pagate a fronte dell’emissione di obbligazioni con Garanzia dello Stato per 10,1 milioni, non più presenti a inizio 2015.

Nel raffronto con il 4trim2014, le commissioni risultano in crescita del 7,2% (+22,8 milioni), sempre per effetto dell’apporto derivante dai servizi di investimento (essenzialmente gestioni di portafogli, collocamento titoli, distribuzione di servizi di terzi – in salita di 36,2 milioni a 193,4 milioni) mentre risulta in flessione la componente relativa ai servizi bancari generali, principalmente per effetto della stagionalità che generalmente influisce positivamente su tale voce a fine anno.  

Il risultato della finanza è stato pari a 58 milioni di euro (62,6 nel 1trim2014 e 49,2 nel 4trim2014).

Tale risultato è dovuto:

– per 27,4 milioni all’attività di negoziazione (34,1 milioni nel 1trim2014 e 6,7 nel 4trim2014);

– per 28,4 milioni alla cessione di asset finanziari (32,1 milioni nel 1trim2014 e 42,7 nel 4trim2014), di cui 22,7 milioni dalla cessione di 0,8 miliardi nominali di titoli di Stato italiani;

– per  5,2 milioni alla valutazione delle attività finanziarie al fair value (0,6 milioni nel 1trim2014 e 1,9 nel 4trim2014);

– le attività di copertura sono state negative per 3 milioni (-4,2 milioni nel 1trim2014 e -2,1 nel 4trim 2014).

Nel primo trimestre dell’anno, gli oneri operativi si sono attestati a 521,4 milioni di euro, e risultano sostanzialmente invariati rispetto ai 521,2 milioni del 1trim2014, sebbene le singole componenti dell’aggregato evidenzino alcune particolarità:

– le spese per il personale, pari a 334,9 milioni, risultano in crescita rispetto ai 326,1 dell’analogo periodo del 2014, in quanto includono tra l’altro l’evoluzione inerziale del costo del lavoro e accantonamenti al fondo TFR effettuati in adempimento del CCNL del 19 gennaio 2012.

Tali accantonamenti saranno parzialmente rilasciati all’approvazione dell’ipotesi di rinnovo del CCNL, che dovrebbe avvenire da parte delle Assemblee del Personale entro il mese di giugno. Il secondo trimestre beneficerà inoltre appieno dei benefici economici dell’uscita di personale avvenuta progressivamente da gennaio a marzo 2015 (complessivamente è uscito l’86% delle risorse previste – in totale 500 – ai sensi dell’Accordo Sindacale siglato a novembre 2014).

Per effetto di quanto sopra, nel secondo trimestre del 2015 ci si attende un costo del personale più in linea con la media del 2014.       

– le altre spese amministrative, pari a 147,9 milioni, segnano una riduzione del 3,1% (-4,7 milioni) anno su anno; al proseguimento dello sforzo di contenimento di lungo termine, che ha interessato  gran parte delle componenti di spesa corrente, si sono parzialmente contrapposte maggiori spese per campagne pubblicitarie finalizzate a nuovi sviluppi di business (ad es UBI Pay). 

– infine, le rettifiche di valore nette su attività materiali e immateriali (inclusive di PPA) hanno totalizzato 38,5 milioni, registrando anch’esse una diminuzione di circa 4 milioni rispetto al 1trim2014, in parte attribuibile alla riduzione della PPA (1,6 milioni) conseguente gli impairment effettuati a fine 2014.

Nel raffronto con il 4trim2014, gli oneri operativi risultano in calo del 4,4% (-24,2 milioni), essenzialmente per effetto di minori “altre spese amministrative” (-28,8 milioni), generalmente più consistenti a fine anno, e nonostante l’incremento del costo del personale spiegato sopra.   

 

Al netto della PPA, posta contabile che impatta negativamente sugli oneri operativi (+3,3 milioni) e sui proventi operativi (-6,5 milioni), il cost / income ratio si attesta al 31 marzo 2015 al 59,4%.  

Nel periodo gennaio-marzo 2015 le rettifiche di valore nette per deterioramento crediti sono scese a 190,2 milioni, contro i 198,6 milioni del primo trimestre 2014, definendo un costo del credito annualizzato dello 0,90% del totale impieghi netti, contro il precedente 0,91% e a fronte dell’1,08% registrato per l’intero esercizio 2014.

Le rettifiche di valore effettuate hanno portato le coperture complessive dei crediti deteriorati al 27,7% (37,4% inclusi i crediti stralciati), evidenziando un incremento di 0,6 punti percentuali rispetto a fine 2014 e di 0,4 punti percentuali rispetto a fine marzo 2014.

Per effetto degli andamenti sopra descritti, l’utile dell’operatività corrente al lordo delle imposte si è attestato a 148,9 milioni, con un progresso del 19,6%  rispetto allo stesso trimestre del 2014, e del 71,5% rispetto al 4trim2014.

Le imposte sul reddito del periodo dell’operatività corrente sono risultate pari a 62 milioni, rispetto ai 58,7 milioni del 1° trimestre 2014, definendo un tax rate del 41,65%, rispetto al precedente 47,15%.

Gli aggregati patrimoniali

Al 31 marzo 2015, gli impieghi verso la clientela ammontano a 84,6 miliardi di euro, in diminuzione dell’1,2% rispetto a dicembre 2014 (85,6 miliardi).

L’evoluzione riflette l’andamento sostanzialmente stabile del portafoglio crediti “core”  relativo al perimetro Banche Rete (pari a circa 58 miliardi di euro, +0,2% rispetto a Dicembre 2014), la naturale estinzione delle masse in progressiva dismissione (c.d. “run off” per circa -0,3 miliardi), il venir meno di alcune esposizioni tecniche nei confronti della CCG per l’impiego temporaneo della liquidità in eccesso (-0,2 miliardi) e la flessione dei crediti delle società prodotto e dei volumi di derivazione ex Centrobanca (-0,4 miliardi di euro).

In particolare, il portafoglio Banche Rete nella componente a medio lungo termine evidenzia un tasso di sostituzione degli impieghi scaduti pari al 132% (101% nell’intero 2014), principalmente ascrivibile alla positiva evoluzione delle nuove erogazioni.

Ancora sotto la parità, per quanto in miglioramento, il tasso di sostituzione degli impieghi a medio lungo termine nelle società prodotto (57% verso il 48% dell’intero 2014).

Per quanto riguarda la qualità del credito, lo stock di crediti deteriorati lordi si attesta a fine marzo 2015 a 13.227 milioni (13.049 milioni a dicembre 2014), accogliendo ai sensi delle nuove diposizioni regolamentari, le classi di sofferenze, inadempienze probabili e scaduti/sconfinanti .

 

Sempre a fine marzo 2015, la copertura del totale crediti deteriorati segna un incremento di 55 punti base al 27,68% (era 27,13% a dicembre 2014). Includendo i crediti stralciati, la copertura dei crediti deteriorati sale al 37,4% (era il 37,1% a dicembre 2014).

 

Lo stock di crediti deteriorati netti si pone a fine marzo 2015 a 9.565 milioni di euro, pressoché in linea con il dato di dicembre 2014 (9.508 milioni).

Nel dettaglio, l’ammontare delle sofferenze nette risulta pari a 4.115 milioni (4.025 milioni a dicembre 2014), con un’incidenza sul totale crediti netti del 4,86%. 

La copertura delle sofferenze, in aumento di 28 punti base dalla fine dell’ultimo trimestre 2014, si attesta al 38,84% (rispetto al 38,56% di fine 2014).

E’ rimasta significativa l’incidenza delle posizioni assistite da garanzia reale (il 66,5% circa dello stock lordo) e si conferma elevata (69,5%) la copertura delle posizioni prive di garanzia reale, considerate al lordo dei crediti stralciati.

La nuova categoria delle inadempienze probabili (cd. “Unlikely to pay”) ammonta in valori netti a 5.014 milioni di euro, esprimendo una copertura del 17,01%.

In termini comparativi rispetto a dicembre 2014, questa nuova categoria si raffronta con l’aggregato delle classi di partite incagliate ed esposizioni ristrutturate per un importo netto complessivo di 4.954 milioni, coperti al 16,65%.

Le posizioni scadute/sconfinanti nette ammontano a 437 milioni rispetto ai 529 del dicembre 2014 (copertura del 4,65% rispetto al 4,39% del dicembre 2014).  Al 31 marzo 2015, la raccolta totale del Gruppo si attesta a 172,5 miliardi di euro, con un significativo incremento di 3,4 miliardi (+2%) rispetto a dicembre 2014. 

La dinamica dell’intero aggregato è stata principalmente determinata dalla buona posizione di liquidità del Gruppo e dal contesto di positivo andamento dei mercati finanziari, che ha orientato la  clientela verso una maggior domanda di risparmio gestito e prodotti assicurativi.

Tali condizioni hanno dato luogo rispettivamente alla flessione della componente diretta (pari a 91,1 miliardi, -2,2% dai 93,2 di dicembre 2014) e alla crescita della raccolta indiretta (81,4 miliardi, +7,3% rispetto ai 75,9 miliardi di fine dicembre 2014).

 Nel dettaglio, la raccolta diretta da clientela ordinaria, pari a 72,7 miliardi a marzo 2015 (74 miliardi lo scorso dicembre), ha principalmente evidenziato una sostanziale tenuta dei conti correnti (44,1 miliardi a marzo 2015 dai 44,3 di dicembre 2014) e un rallentamento del collocamento di obbligazioni sulla clientela ordinaria (stock pari a 22,9 miliardi di euro a fine marzo, -0,7 miliardi rispetto a fine anno) per il sopracitato maggior interesse della clientela verso forme di investimento più remunerative.

La raccolta diretta da clientela istituzionale si pone a 18,4 miliardi a marzo, dai 19,3 di dicembre per effetto della contrazione delle forme di provvista a breve termine (pronti contro termine con la Cassa Compensazione e Garanzia, scesi a 5 miliardi a marzo 2015 rispetto a 5,5 miliardi a dicembre 2014 e Certificati di Deposito Francesi/Euro Commercial Paper passati da 0,8 miliardi di dicembre a 0,5 miliardi di marzo).

 

La favorevole evoluzione della raccolta indiretta ha registrato dinamiche positive di tutte le sue componenti: il risparmio gestito in senso stretto si è portato a 34,2 miliardi (+11,3% rispetto a fine dicembre), la raccolta assicurativa è salita a 13,3 miliardi (+5,2%) e la raccolta amministrata si è attestata a 33,9 miliardi (+4,2%).

L’esposizione del Gruppo verso la BCE consiste in un ammontare totale di 6,1 miliardi di euro di TLTRO e 3 miliardi di finanziamenti a breve termine, iscritti tra i “Debiti verso Banche” e quindi non inclusi nella raccolta diretta.

Gli indici di liquidità del Gruppo, calcolati con le regole di Basilea 3 (NSFR e LCR) risultano costantemente superiori ad 1. La solida posizione di liquidità del Gruppo è ulteriormente assicurata dall’ammontare delle attività stanziabili che alla data del 5 maggio 2015 risultano complessivamente pari, al netto degli haircut, a circa 27 miliardi di euro (di cui 13,1 disponibili).

A fine marzo 2015, le attività finanziarie del Gruppo hanno una consistenza al mark to market di 23,2 miliardi di euro, di cui 21,6 miliardi relativi a titoli di stato italiani: quest’ultimo aggregato risulta in leggera diminuzione rispetto al dato di dicembre 2014 (21,9 miliardi). In valori nominali, i titoli di stato italiani ammontano a 18,4 miliardi rispetto ai 19,2 del 31 dicembre 2014. 

Al 31 marzo 2015, il patrimonio netto consolidato del Gruppo UBI Banca, incluso il risultato di periodo, si attesta a 10.094 milioni di euro (9.804 milioni di euro a fine dicembre 2014).

I ratio patrimoniali del Gruppo risultano in miglioramento anche a marzo 2015 

Il CET 1 ratio “phased in” al 31 marzo 2015, che NON include l’autofinanziamento di periodo risulta pari al 12,45% rispetto al 12,33% del 31.12.2014; il CET1 stimato a regime è pari al 12,20% rispetto all’11,5% del 31.12.2014.  

Il TCR “phased in” si attesta 15,34% (15,29% al 31.12.2014)

Infine, il Leverage ratio calcolato in base alle regole di Basilea 3, che stabilisce che il patrimonio di base debba essere almeno pari al 3% delle attività in bilancio e fuori bilancio, ammonta “phased in” al 5,82% e “fully loaded” al 5,73%.

Al 31 marzo 2015, le risorse umane del Gruppo UBI Banca totalizzavano 17.717 unità rispetto a 18.132 a dicembre 2014. L’articolazione territoriale a fine periodo constava di 1.560 sportelli in Italia (1.670 a dicembre 2014) e 6 all’estero. 

Nel corso del 2015 il margine di interesse risentirà del minore apporto del portafoglio titoli di proprietà rispetto al precedente esercizio, principalmente a seguito delle scadenze di posizioni del portafoglio Held to Maturity avvenute negli ultimi mesi del 2014.

Una ripresa dei volumi intermediati della clientela, pur in presenza di un’accesa competizione sul fronte dei prezzi, dovrebbe contribuire a sostenere la componente di margine d‘interesse riveniente dalla clientela.

Le commissioni nette dovrebbero beneficiare su base annua della positiva dinamica attesa del risparmio gestito e assicurativo e dell’eventuale crescita della componente commissionale associata alla dinamica degli impieghi.

Le attese di un più favorevole contesto macroeconomico generale ed il conseguente riflesso sul rischio sovrano potrebbero consentire di ottenere risultati positivi dell’attività di negoziazione e copertura anche nei prossimi trimestri del 2015.

L’ Accordo Sindacale Aziendale, perfezionato nel mese di novembre 2014, e quello per il rinnovo del CCNL in corso di approvazione, consentiranno di compensare l’incremento inerziale delle spese per il personale.

E’ previsto proseguire il trend di riduzione delle altre spese amministrative rispetto al 2014.

Allo stato attuale del contesto economico, il costo del credito del corrente esercizio è atteso inferiore a quello del 2014.

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