Espulso cinque anni prima, torna a Ghedi con documenti falsi: arrestato marocchino

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Un immigrato irregolare marocchino a dir poco “tenace” è caduto nella rete degli attenti controlli della Polizia Locale di Ghedi. Durante i consueti servizi di controllo del territorio effettuati nel pomeriggio di venerdì 22 maggio, infatti, gli agenti del comandante Enrico Cavalli alle 15.15 hanno fermato S.A., classe 1977, che con il suo comportamento ha subito destato la loro attenzione.

Davanti alla richiesta di documenti il trentottenne ha mostrato documenti belgi, ma le sue esitazioni davanti alle domande degli agenti li hanno indotti ad approfondire gli accertamenti attraverso le impronte digitali. Un supplemento di indagine che ha permesso alla Polizia Locale di Ghedi di scoprire di avere a che fare con un individuo ben conosciuto alle forze dell’ordine, visto che, in realtà, si trattava di un marocchino la cui presenza in Italia era già stata segnalata nel 2004 e che è stato arrestato per droga nel 2013 e successivamente espulso attraverso l’accompagnamento coattivo a Malpensa dove è stato imbarcato sull’aereo che lo ha condotto al di fuori dei confini nazionali.

Un allontanamento obbligatorio dal territorio italiano che, però, è durato solo fino a cinque mesi fa, quando S.A., approfittando di uno dei tanti barconi della speranza che stanno approdando in questo periodo sulle coste italiane, è tornato ancora una volta in Italia. Constata dunque la falsità dei documenti presentati, la sua posizione irregolare ed i precedenti, sono così scattati l’arresto e, successivamente, sabato mattina si è svolto il processo per direttissima che si è concluso con il provvedimento di espulsione dal territorio italiano.

“Un risultato positivo ed importante – ha commentato il comandante della Polizia, Enrico Cavalli – che conferma la bontà del lavoro svolto dal nostro personale e il valore di questi controlli che ormai rappresentano una costante per il territorio di Ghedi, un territorio che intendiamo tutelare nel migliore dei modi, preservando al meglio la sicurezza e l’ordine”.

Note positive confermate dal sindaco Lorenzo Borzi e dal consigliere delegato alla sicurezza, Luca Mostarda, che non hanno comunque nascosto la loro preoccupazione per la presenza in territorio italiano di un immigrato che pure aveva già subito il decreto di espulsione: “E’ una vicenda che da una parte ci porta a fare nuovamente i complimenti al comandante Cavalli e ai suoi agenti. Il lavoro che svolgono per la sicurezza del nostro territorio è di grande importanza e operazioni come questa ne confermano il valore e l’importanza. Nello stesso tempo, però, ci sia consentito di ribadire anche la nostra preoccupazione per il fatto che un personaggio di questo genere, con precedenti ben precisi e già arrestato in passato, sia tornato nuovamente in giro per l’Italia. Una situazione che riporta al centro dell’attenzione l’ormai annoso dibattito sulla concretezza e sull’efficacia dei provvedimenti che pure vengono presi in casi come questi, senza però avere l’opportunità di porre effettivamente fine a queste situazioni illegali. Senza dubbio si tratta di una constatazione davvero molto amara, davanti alla quale, sia come amministratori che come cittadini, non possiamo che incitare la Polizia Locale a rendere sempre più intenso e assiduo il controllo del territorio perché Ghedi deve continuare a mantenere ben alta la guardia di fronte a possibili minacce di questo genere”.

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7 Commenti

  1. ecco la dimostrazione di come l’italia è incapace di affrontare la sicurezza. questo è stato mandato via dalla porta di servizio , rientrato dalla porta principale come niente fosse……,provvedi menti che si limitano al foglio di via e basta , presi di peso e buttati fuori , rientrano tra le mille maglie aperte delle nostre ex frontiere , scappano dall’ arero in movimento e spariscono , fuggono dai centri e così resta una girandola di baraonda senza fine, da film guardie e ladri…..!
    o si va in libia a creare i centri di smistamento , oppure non vi sarà scampo !

  2. viaggiatore sui "barconi della speranza". Si della speranza di ritrovare i clienti di Ghedi che non si siano rivolti, nel frattempo, ad altri "dispensatori".

  3. Se è vero che spendono migliaia di dollari per pagare l’attraversata questo qui deve gestire un buon traffico. Un grazie allo sceicco Al Fan O (a tempo perso ministro dell’interno)

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