Omicidio da Frank, le immagini del video smentiscono i killer

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Immagini che smentiscono le parole. Immagini che portano a quella tragica mattina dell’11 agosto, quando Giovanna Ferrari e Frank Seramondi sono stati assassinati da colpi di fucile. Adnan ha mentito: dichiarando che non voleva uccidere la donna ha detto il falso, visto che nella sequenza video si vede che non se l’è trovata davanti, ma che, entrando nel locale, l’ha messa in angolo, dove lei non poteva nemmeno difendersi. A quel punto il complice, l’indiano Singh, è entrato in pizzeria e vista la scena ha allargato le braccia come a dire: “cosa hai fatto…?”, per poi uscire e aspettare sul motorino. Adnan è andato nel laboratorio e ha inseguito Frank che per difendersi gli ha lanciato teglie di pizza. Ma i colpi partono e Seramondi cade a terra.  

Di fronte li inquirenti che ci gli hanno chiesto cosa l’abbia spinto a uccidere e perché non avesse pensato di parlare con Frank e chiarire la situazione, il pakistano ha risposto. “Non ho mai pensato di andare a parlare con Frank. Non avrei nemmeno saputo cosa dirgli – e poi il movente -. Lui guadagnava molto più di me e poi mi mandava gli spacciatori fuori dal locale”, ha spiegato. Sommerso di debiti e in ritardo con l’affitto Adnan ha raccontato di essersi fatto spedire dei soldi dal Pakistan dal padre. Frank invece a casa custodiva 844mila euro in contanti di cui ora la Guardia di Finanza sta cercando di capire la provenienza. 

Sulla provenienza del fucile gli inquirenti sanno, come dichiarato dal pakistano, che lo avrebbe acquistato a Cremona, ma non ha voluto fare il nome del venditore. Un’altra figura sulla quale si sta puntando la lente è l’ex titolare di una kebbaberia di Azzano Mella che avrebbe ospitato a Mairano i due assassini la notte prima dell’omicidio. Dalle informazioni riportate dal Giornale di Brescia sarebbe stato lui il tramite tra i killer e la pistola con la quale avevano ferito il dipendente di Frank a luglio e per la compravendita del fucile a canne mozze. 

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