Caffaro, Cgil: Asl sia più chiara sui rischi di chi lavora nella zona

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La Cgil attacca l’Asl sul caso Caffaro, sostenendo che la «Guida al Cittadino 2015» pubblicata dall’ASL di Brescia, come nell’edizione 2014, nella sezione “Misure cautelative per la popolazione” è priva di qualsiasi indicazione ai lavoratori e lavoratrici impegnati in diverse funzioni e livelli nell’area interessata dall’inquinamento della ex-Caffaro. "Si potrà obiettare che le misure indicate alla popolazione per cautelarsi dai rischi presenti per la salute valgano anche per lavoratori e lavoratrici. – scrive in una nota la Cgil – Vero, tuttavia la diversa esposizione al rischio presuppone cautele adeguate nello svolgimento delle prestazioni che dovrebbe essere principale compito indicare da parte di  un ente pubblico con compiti di prevenzione".   "Detto questo, è auspicabile una maggiore trasparenza da parte dell’Asl soprattutto nello sviluppo delle attività rientranti nelle cosiddette Valutazioni Epidemiologiche (150 casi +150 controlli, di cui alla Convenzione del 24.04.2013 fra MATTM, Regione Lombardia e ASL Brescia in attuazione della  Lettera M dell’Accordo di Programma del 29.09.2009), in particolare sui linfomi non-Hodgkin e le leucemie linfatiche  in relazione all’esposizione a PCB", concludono. 

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