Settanta dipendenti della Nk di Ceto sono a rischio. Come riporta il Giornale di Brescia, la direzione della filatura camuna infatti ha comunicato al Cotonificio Albini di Bergamo, suo unico cliente, che interromperà anticipatamente la loro collaborazione a causa della perdita del mercato.
Quella delle due aziende era una sfida in un progetto di filati di altissima qualità per la quale la Nk aveva investito in macchinari e ricerca e che i lavoratori avevano concordato in un contratto sul ciclo continuo 7 giorni su 7 per consentire il massimo utilizzo dei nuovi macchinari. A gennaio era stato siglato un contratto di solidarietà “a fronte di investimenti e obiettivi a medio e lungo termine. Per questo la motivazione addotta dall’azienda relativa alla perdita di mercato non è credibile”, sottolineano i sindacati Cgil e Cisl in una nota.
…il lavoro certo che c’e’!! , ma a causa delle tasse altissime , le aziende italiane sono obbbbbbligate a dislocare per poter competere con la Cina… altrimenti falliscono. E’ solo una questione di tasse insopportabili e cavilli burovratici insostenibili rispetto a tutti gli altri Stati del mondo. Quando i Signori sindacati lo capiranno smettendo di fare i finti tonti , la loro
incaxxatura deve andare verso le Istituzioni e non verso le imprese. Se le imprese chiudono , la gente perde il osto di lavoro. Sveglia sindacati “endurmet” !!!!!