La Loggia chiama i cittadini: alle 17 davanti al Grande per dire no al terrorismo

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Uniti per dire no al terrorismo. È questo il senso dell’iniziativa organizzata per oggi, lunedì 16 novembre, davanti al teatro Grande di corso Zanardelli. A partire dalle 17 tutti i cittadini sono invitati a una cerimonia che vuole creare un ponte tra Brescia e Parigi, un segno tangibile di vicinanza alle famiglie delle vittime e a tutti i francesi. L’iniziativa, fortemente voluta dal sindaco Emilio Del Bono e da tutta la giunta comunale, prevede che il tricolore francese venga issato in corso Zanardelli. Subito dopo la banda cittadina suonerà gli inni nazionali italiano e francese.

"Non si può tacere o restare indifferenti davanti a quanto è accaduto", spiega il sindaco Emilio Del Bono. "Con questa iniziativa vogliamo ribadire i valori dell’occidente democratico, una scelta di civiltà contro la barbarie del terrore e della violenza. Chiediamo a tutti – bresciani di nascita e nuovi cittadini, stranieri e italiani, cristiani e musulmani – di partecipare, mostrando con la loro presenza di ripudiare ogni forma di terrorismo e fanatismo".

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1 COMMENT

  1. Chi le chiama “solite cose di facciata” dice le solite frasi fatte. Alla sera i bresciani sono storicamente restii ad uscire di casa. Forse ci sara’ piu’ partecipazione alle cinque.

  2. Chi le chiama “solite cose di facciata” dice le solite frasi fatte. Alla sera i bresciani sono storicamente restii ad uscire di casa. Forse ci sara’ piu’ partecipazione alle cinque.

  3. Come si potrebbe non essere d’accordo con l’appello? Temo, però, che manchi una parte fondamentale e che questa mancanza rischi di vanificare le migliori intenzioni di chi promuove la manifestazione e di quanti vi parteciperanno. Credo sia indispensabile cominciare a mettere in discussione la politica estera dell’Occidente democratico, a partire dall’interventismo militare che tante stragi a causato in giro per il mondo senza risolvere neppure uno dei problemi, spesso invece aggravandoli, dall’Afghanistan (ricordiamo sempre che fino a quando l’Occidente non ha aizzato e foraggiato gli estremisti islamici in chiave antisovietica, questi erano ininfluenti in larga parte del mondo dove ora contano) all’Iraq, dalla Libia alla Siria e via elencando. Non male sarebbe anche un invito a ripensare le forme di influenza che l’Occidente democratico esercita direttamente o indirettamente sulle zone dalle quali si rifornisce di materie prime. Vero è che i mostri fanno paura, soprattutto quando entrano in casa nostra, ma bisogna anche chiedersi chi li ha generati per poi (forse) perderne il controllo totale.

  4. Spero davvero che queste iniziative possano rappresentare un viatico per dire no al terrorismo e a quei paesi occidentali in primis, Stati Uniti ed Inghilterra che con le bugie sulle armi di distruzione di massa diedero corso alla guerra in Iraq che è lo stesso paese da dove la mano armata dell’ISIS ora scatena la sua barbarie a cominciare dalle esecuzioni di massa delle popolazioni locali. La guerra per il controllo dei giacimenti petroliferi diventa così l’occasione per la vendetta terroristica dei fanatici dell’ISIS coperta da storici alleati dell’occidente fra cui la Turchia di Erdogan, il nemico giurato dei curdi e dell’Arabia Saudita. Forse cominciare a riflettere su queste connivenze ci potrebbe aiutare a capire come sia possibile isolare i terroristi e le indirette responsabilità di una parte dei governi che consentono a questi due alleati storici dell’occidente e della NATO di fare il loro sporco gioco non solo in Medio Oriente, ma ora anche in Europa.

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