Via la bandiera della pace dall’ufficio comunale: è polemica a Desenzano

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La scelta di affiancare alla bandiera italiana e a quella dell’Unione Europea anche la bandiera del Tibet e quella arcobaleno della pace ha causato qualche polemica a Desenzano, dove il sindaco Rosa Leso le ha personalmente tolte dall’atrio dell’anagrafe del Municipio.

Il primo cittadino ha ricevuto la telefonata del prefetto di Brescia, Valerio Valenti che, chiamato in causa dal consigliere di fratelli d’Italia Pietro Avanzi, ha confermato che le due bandiere del Tibet e della pace non sono consone. Avanzi aveva presentato un esposto che faceva riferimento alla legge sulle disposizioni sull’uso delle bandiere nelle sedi istituzionali. Il segretario di Fratelli d’Italia aveva scritto: “l’esposizione negli edifici pubblici di simboli di qualsiasi natura, bandiere o simboli di enti, associazioni private, insegne di partito determinava una violazione”. Concertto ribadito anche dal prefetto Valenti. Al sindaco non è restato che togliere le due bandiere per far tornare la pace.

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1 COMMENT

  1. CHE polemiche sterili, mamma mia. questo personaggio di fratelli d’italia non aveva altro da fare? mi sconvolge che ci sia gente che si perde in queste zzzzz

  2. Premetto che non condivido la causa del Tibet né il pacifismo generico. Credo però che ora, per coerenza, sia il Sig. Avanzi, sia il Sig. Prefetto dovrebbero proseguire nel loro impegno e muovere i passi necessari a sanzionare chi ha violato anche il altri luoghi sul suolo della Patria le importantissime (secondo loro) disposizioni richiamate. Per esempio numerosi sindaci e amministratori pubblici hanno, in questi ultimi giorni, esposto la bandiera della Repubblica francese su palazzi istituzionali; segnalo, in proposito, Milano, Cervia, Rieti, Vogogna, Livorno, Vasto, Regione Puglia, Catania, San Gimignano, Agrigento, Ravenna e l’elenco è ancora molto lungo. Ora, i casi sono due: o l’iniziativa del Fratello d’Italia è importante e quindi deve proseguire affinché la legalità sia rispettata ovunque, oppure è una delle solite pagliacciate sterili messe in scena da personaggi purtroppo lautamente pagati dai cittadini per occupare il loro tempo in cose utili.

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