Nel massimo rispetto per chi vive ancora nel dolore e nell’incertezza, e consapevoli della complessità e delle necessità delle indagini in corso, la Fim Cisl lancia un appello alle autorità sul problema del lavoro bloccato dalla inagibilità dell’azienda. “Se la magistratura non sblocca al più presto almeno la parte amministrativa, la Bozzoli di Marcheno è un’esperienza industriale che viene condannata alla fine”, scrive il sindacato in una nota.
Stefano Olivari, segretario della Fim Cisl bresciana, lancia un appello alle autorità che hanno posto sotto sequestro la fonderia dopo la misteriosa sparizione del titolare avvenuta lo scorso 8 ottobre. Una vicenda inquietante che ha dovuto anche registrare la morte di uno degli operai dell’azienda, anche lui scomparso da Marcheno e ritrovato senza vita in alta Valle Camonica.
“Da parte dell’azienda – spiega il sindacalista – gli impegni, nonostante il fatturato sia fermo sullo zero da quel tragico 8 ottobre, sono stati rispettati: ai 14 dipendenti della fonderia lo stipendio di settembre è stato pagato e così gli 11 giorni di ottobre precedenti all’avvio della cassa integrazione. Il problema però è quello di riannodare i rapporti con i committenti, giustificare la mancata consegna delle commesse, provare a ricostruire con i clienti un rapporto di fiducia”.