Isis, finanziamenti ai terroristi anche da Brescia. Una ventina i casi sospetti

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L’Isis viene finanziato anche da Brescia. E’ quanto emerge da un articolo del Corsera di Brescia dove si legge che sarebbero almeno una ventina le operazioni finanziarie a favore di altrettanti persone o associazioni che figurano nella “black list” del terrore compilata e aggiornata da Nazioni Unite e Unione Europea.

In sostanza ogni volta che qualcuno effettua un giro di denaro a favore di uno dei nominativi contenuti nella lista nera si accende un campanello d’allarme e chiunque eserciti attività finanziaria è obbligato a spedire la segnalazione al Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di Finanza e alla Dia.

Se la transazione risulta sospetta si procede ad ulteriori accertamenti, come sta succedendo per i venti casi bresciani, e il denaro viene bloccato. Diversamente i casi vengono archiviati. A Brescia nel 2015 l’allarme è scattato 1166 volte, a fronte delle 2045 dello scorso anno, ma “solo” 21 sono risultate transazioni sospette meritevoli di accertamento, di cui per altro non si conoscono gli importi. Sulle indagini il massimo riserbo.

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7 Commenti

  1. Non avevo dubbi. è come l’elemosina in chiesa che finanzia (tra gli altri) anche la ristrutturazione di qualche casa vescovile, papale…

  2. E se non ci affrettiamo ad abolire l’8 per mille finiremo col finanziare involontariamente anche loro, perchè sicuramente si iscriveranno anche le loro religioni (anzi alcune ci sono già nelle scelte!) Meditate gente, meditate…

  3. Secondo la Bordonali no. Ha segnalato altri luoghi sospetti (già oggetto di indagine da parte delle forze dell’ordine) ma la moschea di Via Corsica no. Occhio che ti puoi beccare una bella denuncia. Giustamente.

  4. Concordo, le ragioni sono sempre economiche, anche quando vengono mascherate come religiose, d’altronde non è poi così lontano dalla realtà nemmeno chi le chiama guerre sante dato che da sempre è proprio il dio denaro il vero e unico dio onnipotente capace di giustificare massacri e violenze in suo nome. Anche il Francesco, che devo ammettere dice sempre cose giuste e intelligenti per quanto risapute, ha ribadito giusto in questi giorni durante il suo viaggio in Africa, la matrice economica della guerra causata da povertà, disparità sociale e interessi monetari. Il denaro giustifica e autorizza ogni cosa, lo dicevano già i latini: pecunia non olet.

  5. Sono d’accordo con te, sono convinto che un sindacato non debba limitare la sua azione (e penso che i sindacati maggioritari ormai da decenni abbiano abdicato vergognosamente persino a questo ruolo minimo) alla salvaguardia degli interessi materiali immediati e diretti dei lavoratori; oltre al problema delle produzioni dannose in quanto legate alla guerra, basta pensare alla questione ambientale: quante volte abbiamo visto alcuni sindacati sostenere la continuazione di produzioni inquinanti pur di salvaguardare posti di lavoro? Viviamo secondo un sistema economico che si chiama capitalismo e la maggior parte dei sindacati e delle persone accetta questo stato di cose considerandolo il migliore possibile. Fintanto che sarà così, dovremo fare i conti con le conseguenze inevitabili di questo sistema. Ciascuno è libero di proporre l’alternativa che ritiene migliore e battersi per essa oppure di continuare a sostenere lo stato di cose presenti; nella seconda ipotesi, però, non ha il diritto di lamentarsi né del terrorismo, né dell’inquinamento, né di qualsiasi altro effetto collaterale del sistema. NOTO CHE IL CENSORE OGGI SEMBRA POCO LUCIDO E CANCELLA AD MINCHIAM DISCUSSIONI ASSOLUTAMENTE CIVILI E RISPETTOSE DELLA POLICY…

  6. Con quello che ho detto stamattina (e censurato, non so perchè) aggiungo che non è nemmeno giusto colpevolizzarsi continuamente: abbiamo la forza e i mezzi per sottrarci a questo meccanismo perverso? Come singoli credo di no (poco possiamo fare), come movimento di opinione penso che molto si possa fare, non credete? Per cominciare si può subito considerare come negativa, quindi non da ricordare, ogni guerra, non solo quelle perse e lasciarsi alle spalle gli schieramenti politici che tutti hanno creato guerre e divisioni…

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