Giovani bresciani acquistano il pc di Vanessa Ferrari con soldi falsi: denunciati

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Gli agenti della Volante hanno avuto il piacere di riconsegnare ieri a alla campionessa olimpica bresciana Vanessa Ferrari il pc che le era stato rubato domenica scorsa da tre truffatori.

La campionessa bresciana ed il suo fidanzato avevano messo nei giorni scorsi un’inserzione su un sito di annunci per vendere il loro computer ed erano stati contattati, nel giro di poche ore, da un presunto acquirente che, celando la propria identità dietro un’utenza anonima, si era accordato con loro sul prezzo di 700 euro.

L’appuntamento è stato così fissato per domenica 13 nel piazzale davanti la Stazione. All’incontro al posto dell’uomo si è presentata la sua fidanzata, P.G., bresciana del 1989 la quale, dopo aver controllato velocemente il computer se lo è portato via lasciando ai due fidanzati la somma pattuita di 700 euro, suddivisa in banconote da 50 euro.

Grande è stata la delusione e la rabbia dei due ragazzi nell’accorgersi poco dopo che quelle banconote erano contraffatte.

Il caso ha voluto però che poche ore dopo, intorno alle 18, sul telefono del fidanzato di Vanessa arrivasse un’altra chiamata ancora da parte del solito numero anonimo. Il truffatore pensando erroneamente di chiamare un’altra persona da truffare, questa volta per l’acquisto di un telefono cellulare, gli ha dato appuntamento per le 19 del giorno stesso ancora sul piazzale della Stazione.

Il fidanzato di Vanessa, riconosciuta la voce di chi lo aveva chiamato, ha avuto la prontezza di prestarsi al gioco e ha accettato l’incontro. Si è portato quindi agli uffici della Polfer in stazione e ha raccontato quanto era capitato e quanto sarebbe dovuto succedere di lì a poco.

Negli uffici della Polizia, insieme agli agenti, i due fidanzati hanno seguito dai monitor collegati alle telecamere posizionate sul piazzale della Stazione l’arrivo della P.G., in compagnia di un ragazzo, tale C.A., bresciano del 1993.

I due sono scesi dalla Peugeot 107 in attesa della loro vittima ma, a sorpresa, si sono visti arrivare invece una Volante della Polizia di Stato, allertata dai colleghi della Polfer, che li ha accompagnati in Questura per accertamenti.

A seguito della perquisizione del veicolo in uso ai due giovani truffatori, sotto uno dei tappetini dell’auto, sono state trovate dagli agenti undici banconote contraffatte del valore di 50 euro ciascuna, verosimilmente destinate all’acquisto del cellulare.

Accertamenti in Questura hanno permesso di risalire ad una terza persona, P.A., del 1988 di Chiari. Quest’ultimo, agli arresti domiciliari nella propria abitazione per reati inerenti gli stupefacenti, è risultato essere la persona che ha contattato telefonicamente la vittima per l’acquisto del computer portatile, fornendo poi alla sua ragazza le banconote false da consegnare al momento dell’acquisto.

La perquisizione domiciliare effettuata nell’abitazione del terzo complice, a Castegnato, ha consentito di recuperare il computer della Ferrari, che nella giornata di ieri è stato riconsegnato alla campionessa bresciana dagli agenti che avevano effettuato l’intervento.

I tre soggetti sono stati quindi denunciati per truffa consumata, tentata truffa e spendita di banconote false. E’ stata recuperata e sequestrata la somma di 1250 euro in banconote false da 50 euro.

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14 Commenti

  1. Diciamo che ne abbiamo già abbastanza dei nostri che non abbiamo assolutamente bisogno di importarne dall’estero, caro buonista…

  2. La delinquenza nostra c’è sempre stata, cosa deve dire secondo te? Di certo la condanna, come tutti, oppure per voi non è così?

  3. La stimavo e la stimo da quando la vidi su MTV non sapevo fosse bresciana!Sarebbe bello se quei soldi del PC li devolvesse a una fondazione per bambini disabili o simile!mi spiace che sia inciampata in questo guaio ma X fortuna è finita bene complimenti anche al suo ragazzo! Sveglio che si è accorto subito!

  4. Ma cosa intendi per razzisti? Quelli che dicono di non volerli perchè abbiamo già tanta delinquenza e non abbiamo soldi e disponibilità per mantenerli? Perchè, a casa mia, questo non è razzismo.

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