The Floating Piers: Christo ha bisogno di 500 addetti per installazione e sicurezza

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The Floating Piers, l’opera che verrà realizzata dall’artista internazionale Christo sul lago dìIseo, necessita di almeno 500 addetti. Saranno migliaia le persone che visiteranno la passerella che unirà Sulzano a Monte Isola e che, dal 18 giugno al 3 luglio, permetterà di camminare letteralmente sulle acque.

La società statunitense The floating piers è alla ricerca quindi di 500 addetti alla sicurezza e non solo che dovranno lavorare sia all’installazione dell’opera che alla sicurezza, aperta al pubblico 24 ore su 24. Si tratterà ovviamente di assunzioni a tempo determinato. Voci non ancora confermate dicono che saranno necessari almeno 170 bagnini e infatti il modulo da compilare per presentare la propria candidatura (scaricabile all’indirizzo www.thefloatingpiers.com) chiede ai pretendenti le proprie abilità a nuotare e l’eventuale patente per condurre un’imbarcazione.

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1 COMMENT

  1. Calcolando la cultura media dei miei conoscenti di ogni età italiani, gli stranieri nati qui saranno avvantaggiati spero…moltissimi miei conoscenti più in la di “Pota scecc l’è de là” non saprebbero andare. Attendo con ansia i primi turisti in difficoltà

  2. Sei sicuro che i profughi e clandestini che vengono qui sanno così bene le lingue? A me pare proprio di no, tant’è che sappiamo quello che sanno fare. Verrà gente dall’Europa, non certo i nostri che si sono trovati una scuola post sessantotto distrutta e ridotta ad asilo. Ma questo non si può dire come non puoi dire che ci vuole una scuola selettiva, che bocci, come era una volta, e che solo pochi, come una volta arrivano al diploma, perchè altrimenti ti accusano di fascismo e di oscurantismo.

  3. Egregio, non mi riferivo ai profughi e ai clandestini ma a chi qui ci è nato, è straniero ma è come se fosse italiano (Balotelli, El sharawi giusto per fare due nomi noti). Figli di arabi o albanesi o romeni che parlano italiano e la loro lingua madre. Gente che qui ci ha studiato e che si è integrata. Non profughi o clandestini ma magari i figli dei cinesi da cui noi italiani andiamo a fare la spesa. I figli di quelli che fanno gli spazzini o di quelli che lavorano alla gnutti. Italiani di formazione ma non di carta di identità. Ce ne sono più di quanto si creda, ognuno di noi ne conosce, ma fanno notizia i profughi e i clandestini.

  4. Anche fra quelli che dici ci sono quelli bravi e quelli no, come i nostri. Aggiungi che studiano qui da noi e quindi la formazione è scarsa come quella dei nostri. Ne ho visti tanti di figli di albanesi, romeni, ecc. Sembrano che conoscano la lingua ma poi quando dai delle direttive, sul lavoro non capiscono, perchè non hanno in famiglia la nostra cultura e quindi non sanno. Non farti ingannare… hanno anche loro i problemi…

  5. Sarà scarsa come quella dei nostri, ma parlano ad esempio il russo di madrelingua mentre i nostri (non tutti) sanno se va bene l’inglese. Certo, i bravi e i meno bravi, affidabili e meno affidabili ma il futuro è in mano ai figli dei cinesi e degli arabi che sanno queste due lingue come respirare e non di molti nostri che io (non bresciano) faccio fatica a capire. E non ditemi che devo imparare io il dialetto, visto che di insegnanti ne cerco e non ne trovo

  6. Quindi dici cinesi e arabi? Perchè conoscono madrelingua il cinese e l’arabo? Sono loro i turisti del futuro? Anche se sarà così, vorrà dire che i nostri (compresi gli stranieri albanesi, romeni, ucraini, ecc. nati in Italia) faranno qualcosa d’altro, non ti pare? Altrimenti che alternative hanno? Andare all’estero? Costa per le famiglie. E poi è ora di finirla con queste utopie che il figlio dello spazzino studia e diventa un avvocato o un commercialista famoso e fa carriera. L’Italia, da sempre, è il paese delle corporazioni e dei privilegi dove queste professioni, e molte altre, se le passano di padre in figlio! Non c’è questa mobilità sociale! Sono tutte invenzioni del post Sessantotto dove tutto sembrava possibile perchè si doveva mantenere il potere (democristiano) e quindi via con posti a tutti e debito pubblico che le generazioni successive stanno faticosamente pagando…

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