A due mesi dalla strage di Parigi del 13 novembre 2015, Comune di Brescia e Associazione Artisti Bresciani promuovono la mostra Parigi 13/11/2015 – Dolore Memoria Vita Cultura fotografie di Vincenzo Cottinelli.
L’esposizione, che si tiene nel salone Vanvitelliano di palazzo Loggia, sarà inaugurata mercoledì 13 gennaio 2016 alle 17.30. La mostra è visitabile da lunedì a venerdì dalle 9 alle 19, il sabato dalle 9 alle 12,30 fino al 30 gennaio 2016.
L’autore ha fotografato i segni, le tracce, gli oggetti, le testimonianze, gli scritti, gli omaggi che i Parigini e tutti i presenti in quei giorni hanno lasciato nei luoghi delle stragi e nel luogo emblematico per eccellenza, il monumento alla Repubblica, nell’omonima piazza.
A partire da un manifesto (poi rimosso) di un film premonitore ripreso la sera degli eccidi, alle 23,33 nella linea 4 del Metrò, fino alle stratificazioni di fiori e messaggi cartacei, fotografie dei caduti, oggetti emblematici della vita (libri, chitarre, biciclette, spartiti musicali), questi “bassorilievi”, fotografati fino al 21 novembre, raccontano un “lutto culturale” mai urlato, sempre serio e accorato, denso di citazioni alte (Brecht, Luther King, Einstein, Hannah Arendt, Voltaire, Gandhi, Hemingway, Jaurès, Camus, Jacques Brel, i Beatles, Charles Péguy, Platone, Kant, il Corano, per citarne solo alcuni) tutte visibili nei libri, nei frammenti, nelle pagine strappate, nei graffiti illuminati da migliaia di candeline. E non mancano tenere pagine di scolari, poesie d’amore, rivendicazioni giovanili della gioia di vivere insieme, che mai sarà umiliata, la solidarietà dell’esercito di liberazione del Kurdistan e di Kobane; le parole (in italiano) di Paolo Borsellino, il ricordo dei morti (del giorno prima!) della strage di Beirut.
Cultura, storia e politica mescolate senza stridore a coprire appena, senza cancellarla, la sinopia un po’ sbiadita dei graffiti di gennaio per i caduti di Charlie Hebdo. Onnipresenti le parole fondanti Liberté Egalité Fraternité, ma anche Laïcité. Ma è impossibile leggere questo lutto come un fatto tutto parigino o anche solo francese: si percepisce infatti un “naturale” internazionalismo di solidarietà, di lingue, di storia, di memoria, di valori.
Col passare dei giorni, con le intemperie, con i disordini legati al convegno COP 21, la situazione fotografata da Cottinelli a Parigi si è profondamente modificata: gran parte delle scritte e degli oggetti sono scomparsi o sono sepolti da nuovi e massicci omaggi. Da un’idea di bassorilievo si è passati a cumuli e sculture.
Nel frattempo, ai primi di dicembre, il Comune di Parigi ha deciso di creare un archivio dei materiali lasciati nei luoghi dei memoriali spontanei e ha già messo all’opera personale incaricato per la raccolta e classificazione degli oggetti: è chiara la percezione del loro valore storico e culturale. Ciò accresce l’utilità e l’interesse della memorizzazione visiva effettuata nei giorni immediatamente vicini agli eventi.
Le stampe di Cottinelli sono dense di materia e di neri profondi, sono realizzate con il rispetto e l’amore dovuto alla grafica e alla composizione, e cioè alla visione, ma sono anche un “mezzo che porta un altro mezzo” perché offrono parole e testi da leggere come momento importante incorporato nella narrazione fotografica.
La mostra si articola in 70 fotografie formato 60×40, di cui 60 analogiche, in bianco e nero, da fotocamera Leica M7 oltre a 10 digitali a colori da iPhone 6, tutte stampate a getto d’inchiostro dallo Studio Gusmeri su carta Hahnemuehle matte 100% cotone.
Il montaggio è concepito idealmente con una lunga linea di fotografie orizzontali che corrispondono a carrellate di documentazione scattate con piccoli spostamenti trasversali/laterali del fotografo; a rendere discorsiva e sintattica l’esposizione vi è una specie di punteggiatura (punti, punti e virgola, parentesi) realizzata interponendo ogni 5 o 6 immagini orizzontali una stampa verticale e/o a colori, leggermente ribassata.
L’esposizione nello storico salone Vanvitelliano prospiciente Piazza della Loggia ha anche un significato evocativo della strage del 1974 e della appassionata reazione dei cittadini bresciani e di tutta Italia che hanno fatto di questa piazza un simbolo della resistenza alla violenza e al fascismo.