Morta di parto al Civile, gli ispettori rilevano criticità cliniche e organizzative

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Solo il caso del Sant’Anna di Torino, dove hanno perso la vita Angela Nesta e la piccola Elisa, «non sembra presentare, allo stato attuale delle conoscenze, elementi di inappropriatezza, relativamente alla gestione della complicanza». Solo a Torino quindi non proseguiranno le indagini sui 4 casi di morti durante il parto avvenute nelle scorse settimane.

Indagini ancora in corso, invece agli Spedali Civili di Brescia, all’Ospedale G. Fracastoro di San Bonifacio (Verona) e all’Ospedale San Bassiano di Bassano del Grappa.

Nelle relazioni preliminari della task force istituita dal Ministero della Salute si legge come in questi casi ci siano state «criticità cliniche e organizzative», cosa che richiede un approfondimento.

In particolare, dalla documentazione clinica della morte, il 31 dicembre, della rezzatese Giovanna Lazzari, all’ottavo mese di gravidanza, si evincerebbe «un disallineamento rispetto ai colloqui intercorsi con il personale dell’ospedale coinvolto nei fatti ed alla prima relazione sintetica (fornita dalla Direzione aziendale)». 

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1 COMMENT

  1. Da quanto ne sapevo io il Civile era un eccellenza tutta italiana per le partorienti.. Perché non si parla mai dei miracoli che succedono al civile? Bimbi nati di 400 grammi che sopravvivono e vivono ad esempio!?

  2. poi, magari, i SAPIENTI ispettori della commissione ministeriale vengono dall’Umberto I di roma o dal Cardarelli di napoli, ECCELLENZE europee e mondiali di buona sanità legata al controllo maniacale dei costi e degli sprechi.

  3. gli ospedali non sono perfetti, né quelli di BS né quelli di nessun’altra parte d’Italia, perché sono fatti di persone che per loro natura non sono infallibili. non c’è nulla di perfetto ma solo di perfettibile e le persone non sfuggono a questa logica, a maggior ragione chi lavora/gestisce/ammi nistra un ospedale (perché ha a che fare con la salute della gente). solo c’è chi lavora, si impegna e si sacrifica per rendere le cose migliori e c’è chi invece non fa un emerito fico secco. io lodo il lavoro e l’impegno di queste persone, condanno l’ignavia e l’indolenza di altri. un pensiero, infine, a chi ha sofferto e ancora soffre per questa dolorosa vicenda.

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