Confindustria, Lombardia ancora in attesa

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di Giorgio Costa* – Confindustria Lombardia ha diffuso ieri un comunicato, che riportiamo in calce, in cui si evincono le caratteristiche di quello che dovrebbe essere il nuovo presidente nazionale di Confindustria. Tali caratteristiche si attagliano perfettamente al presidente di Aib Marco Bonometti, e vanno in una direzione opposta rispetto a quella espressa da Paolo Scaroni in un’intervista a Radio24.

L’ex presidente di Eni, ora deputy chairman di banca Rothshield, ha infatti spiegato che – a suo avviso – il nuovo presidente di Confindustria dovrebbe essere un “politico” e un “lobbista”, non un “imprenditore pragmatico di successo”. Dichiarazioni che non stupiscono, data la carriera e la figura di chi le ha espresse, molto più vicino ai mondi della finanza internazionale che non a quelli dell’imprenditoria industriale italiana. Ma l’Italia ha bisogno di produrre, di internazionalizzarsi, di fare mercato e di essere competitiva. Non di puntare su meccanismi di subalternità alle multinazionali, che porterebbero sempre di più al depauperamento della nostra economia reale.

In attesa che Marco Bonometti sciolga le riserve sulla propria candidatura, peraltro, evidenziamo anche come il futuro presidente di Confindustria – secondo statuto – verrà eletto sulla base della volontà della maggioranza dei grandi elettori e non di quella delle singole associazioni territoriali, che possono esprimere solo un gradimento rispetto alla scelta. Di certo, comunque, nella vicenda per l’elezione del leader nazionale degli industriali emerge un durissimo confronto tra chi vuole uscire dal pantano e chi vuole continuare con lobby e interessi non trasparenti.

* Direttore BsNews.it

IL TESTO DEL COMUNICATO STAMPA

Rinnovo Presidenza, Confindustria Lombardia: prossimo presidente sia espressione manifatturiero con propensione all’internazionalizzazione

Milano, 02 febbraio 2016 – Il Consiglio di Presidenza di Confindustria Lombardia ha deciso che, una volta rese ufficiali tutte le candidature e i relativi programmi, si riunirà nuovamente per valutare un’eventuale posizione comune. Pur non esprimendo in questo momento un nome Confindustria Lombardia, consapevole del ruolo di punto di riferimento del Paese ricoperto dalla Lombardia per peso economico, competitività e rilevanza del settore industriale, e della propria tradizionale influenza all’interno della Confederazione, ha identificato alcune peculiarità imprescindibili che dovranno caratterizzare il futuro Presidente di Confindustria.

Il nuovo Presidente. Dovrà essere un imprenditore/imprenditrice autorevole e carismatico, espressione di una realtà manifatturiera con forte propensione all’internazionalizzazione, di visione strategica di lungo periodo e riconosciute doti di leadership. Determinato nel costruire da un lato una squadra di Vice Presidenti snella, omogenea e coesa, a cui affidare competenze e deleghe precise costituita da colleghi rappresentativi di intere articolazioni del sistema e che godano del più ampio consenso della base associativa. Il prossimo presidente di Confindustria – secondo Confindustria Lombardia – dovrà avere la capacità di individuare tempestivamente pochi temi prioritari, sui cui concentrare l’azione del proprio mandato. Su tutti: politica fiscale, digitalizzazione dell’economia, innovazione, liberalizzazione dei servizi.

La Confindustria del futuro. I prossimi quattro anni saranno determinanti per il nostro Paese, la crisi europea non è risolta e il baricentro della soluzione, così come di alcune criticità, è in Italia. Un Paese che ha un forte settore manifatturiero non può non dotarsi di un contesto per una politica industriale incisiva: Confindustria deve essere soggetto attivo di questa politica industriale, autorevole, indipendente, compatta nelle sue posizioni, capace di esprimere una rinnovata progettualità e proattività, luogo privilegiato di proposizione di idee e iniziative, rilanciando in tal modo anche una necessaria, più adeguata e moderna cultura di impresa. Una Confindustria in cui le imprese si riconoscano con sempre maggior convincimento e che possa continuare ad essere percepita come il principale soggetto di riferimento della rappresentanza. Una Confindustria capace di far superare la diffusa cultura anti industriale oggi presente nel paese.

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