La Lombardia Orientale? Pensiamo al federalismo fiscale

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dI Fabio Rolfi* – Ho seguito il dibattito sul concetto di “Lombardia orientale” e sul possibile ruolo trainante della nostra Provincia in questa aggregazione territoriale. Devo confessare però, forse per limiti miei, di non riuscire a comprendere le ricadute concrete, nonché i benefici che ne deriverebbero per Brescia.

La disastrosa legge Delrio, con la scusa di una riduzione dei costi (cosa ovviamente non avvenuta) ha smantellato un intero livello istituzionale, la Provincia per l’appunto, le cui basi identitarie e storiche sono ancor oggi centrali per la gestione e l’organizzazione di importanti servizi pubblici. Da qui la necessita, secondo i fautori del “lombardorientalismo”, di una nuova aggregazione, la cui natura non è ancora meglio precisata, improntata alla logica della massima razionalizzazione di enti e servizi, nonché finalizzata a creare un’aggregazione capace di contrapporsi ad un “milanocentrismo”, vero o presunto, che viene identificato come l’attuale male della Lombardia.

Voglio dirlo chiaramente: questa tesi non mi convince affatto. Mi pare arrendevole e riduttiva rispetto alla difesa e al rilancio dell’autonomia locale, a fronte di un centralismo statale di ritorno, ben rappresentato dal renzismo e del sua concezione autarchica del potere. Non solo: è anche autolesionista per Brescia, marginalizzata in partenza, relegata a un ruolo da leadership di serie B, di un spazio territoriale storicamente periferico in Lombardia.

Ragionare sul futuro delle autonomie in questo modo, dimenticandosi il tema, irrisolto ma centrale, della fiscalità locale e della quotidiana discriminazione che subisce la Lombardia (e di conseguenza anche Brescia), ben rappresentata da quei 54 miliardi di residuo fiscale che ogni anno la Regione regala allo Stato in termini di differenza fra tasse pagate e contropartita in servizi, è assolutamente fuorviante. Cosa c’entra Milano con tutto ciò? Nulla, perché si tratta solo di fumo negli occhi, di un escamotage per deviare l’attenzione dal vero cuore del problema. Milano condivide con Brescia, e con tutte le altre città lombarde, questa profonda ingiustizia, che rende sempre più precario il livello di sostenibilità delle autonomie locali. Da un lato infatti vediamo una progressiva riduzione dei trasferimenti, dall’altro il tema dell’autonomia fiscale è congelato, in un quadro di accesa destrutturazione degli spazi di manovra territoriali, che si concluderà con la riforma della Costituzione, dove saranno definitivamente cancellate le Province, ridotto al lumicino il ruolo delle Regioni e non verrà concesso nulla ai Comuni.

Ci sono poi questioni strutturali su cui vale la pena riflettere. I nuovi collegamenti che avvicineranno Brescia a Milano (dalla BreBeMI alla Tav, che in 30 minuti consentirà spostamenti da e verso il Capoluogo regionale) aprono prospettive e opportunità interessanti per la nostra Città. Brescia sarà collegata a Milano probabilmente meglio di quanto non lo sia oggi la stessa periferia milanese. Certamente in misura maggiore di Bergamo e di altre città della Regione. Anche per questo motivo possiamo e dobbiamo diventare più appetibili rispetto al passato per scelte di investimento produttivo, per scelte di residenza e più in generale sfruttando le basi, che già esistono e che saranno potenziate nel prossimo futuro, capaci di creare sinergie potenti e portatrici di vantaggi per entrambe le città. Alla luce di ciò perché dovremmo costruire una contrapposizione istituzionale (e del tutto artificiale) con Milano? Perché invece non potenziare e rinsaldare quel ruolo di polo attrattivo che Brescia ha sempre avuto con il Capoluogo di regione?

Se la Città saprà prepararsi in modo consono, imprese e manager potrebbero trovare a Brescia la sede ideale per scelte di vita e di lavoro, dato che grazie all’alta velocità il tempo di collegamento sarà pari a quello di un viaggio in metropolitana. E’ questa la sfida cui dobbiamo guardare, oggi a portata di mano e frutto di scelte politiche e istituzionali fatte nel corso dei decenni; sarebbe distruttivo andare nella direzione opposta. La nostra Città è un centro universitario d’eccellenza, sede di imprese dal respiro internazionale, di servizi bancari e finanziari, centro di cultura a vocazione europea e deve volgere lo sguardo al centro della Lombardia, senza nessuna timidezza o sensazione di subalternità.

Per rilanciare la vocazione autonomista, oggi calpestata e violentata da un neocentralismo che strumentalizza i temi della spending rewiew in funzione autoritaria e statalista, bisogna far fronte comune con chi condivide questa situazione mortificante; generare e alimentare divisioni inutili servirebbe unicamente a rafforzare chi l’autonomia la vuole cancellare. Questo deve essere il ruolo strategico della nostra Città. Ricordiamoci infatti che Brescia è la Leonessa d’Italia, non certo un gattino impaurito che, per primeggiare, preferisce gareggiare in B anziché competere in serie A.

* Vicecapogruppo Lega Regione Lombardia

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1 COMMENT

  1. Per salire in serie A,in Italia e in Europa mi pare meglio aspirare da esser leader di una realtà più di peso,proprio perché Brescia può continuare ( o forse ricominciare) ad essere Leonessa.

  2. Pieno accordo sull’errore della eliminazione o meglio decapitazione delle province.
    Ci fa terrore l’idea che serpeggia a destra e sinistra,di Brescia come dormitorio di Milano !!?

  3. Pieno accordo sull’errore della eliminazione o meglio decapitazione delle province.
    Ci fa terrore l’idea che serpeggia a destra e sinistra,di Brescia come dormitorio di Milano !!?

  4. La Lombardia Orientale è come la Corazzata Potionkin e Bragaglio è il suo professor Guidobaldo Maria Riccardelli, organizzatore del cineforum di Fantozzi.

  5. Il campo da gioco lo scelgono a Roma, dove scrivono pure le regole, decidono chi arbitrerà e ti devi arrangiare con le risorse per acquistare i giocatori e far fronte a tutti gli altri costi. Questa è in sostanza la realtà delle autonomie locali, alle prese con l’incubo quotidiano del bilancio da far quadrare pensando a rendere almeno i servizi essenziali ai propri cittadini. Lombardia Orientale o Area Vasta non esistono in teoria nè potranno mai esistere in pratica. Diciamo che sono sogni, chimere, castelli in aria come canta Rodolfo nella Boheme di Puccini.

  6. dice bene il signore intervistato per quanto riguarda la “riforma delle Province” del signore Delrio ma si dimentica che i suoi amici seduti in maggioranza in regione allora erano molto amici del signore Presidente del Consiglio e cosi’ passo’ la cd riforma delle province e altre cose. I soggetti del teatrino italiano e lombardo sono sempre i medesimi. come possibile credere alle parole di costoro? con massimo rispetto

  7. Federalismo fiscale si' , cosi resta una maggiore fetta a disposizione dei nostri politici regionali per essere maggnata….

  8. Se i cittadini non lo voteranno potrà pensare a questa alternativa. Peccato che in Italia, da qualsiasi parte, i politici poi non tornano a fare la vita di semplici cittadini…

  9. Il tifo partitocratico,peggi orato dalla vigliaccheria dell’anonimato,scate na insulti e cretinerie di basso livello. Troppe voci anonime insultanti non c’entrano il tema e sparano a caso. Il difetto a volte è anche dei politici che,pur di polemizzare con l’opposizione,sbrodo lano critiche agli avversari uscendo dal contesto.Concentrars i seriamente sul tema lo fanno solo gli uomini liberi,non le mezze calzette,e tanto meno gli insultatori anonimi.

  10. Il tifo partitocratico,peggi orato dalla vigliaccheria dell\’anonimato,scat ena insulti e cretinerie di basso livello. Troppe voci anonime insultanti non c\’entrano il tema e sparano a caso. Il difetto a volte è anche dei politici che,pur di polemizzare con l\’opposizione,sbrod olano critiche agli avversari uscendo dal contesto.Concentrars i seriamente sul tema lo fanno solo gli uomini liberi,non le mezze calzette,e tanto meno gli insultatori anonimi.

  11. Virgola e spazio, no eh ? C’entrano il tema o centrano il tema ? Sbrodolano critiche agli avversari? Ci suona un gran male. Ecco, gli uomini liberi dovrebbero anche concentrarsi sul tema della punteggiatura e della grammatica o, se del caso, riscriversi alla Scuola Primaria dell’Infanzia.

  12. Reiscriversi. …..lo insegnavano ai miei tempi alla scuola elementare: subito dietro alla lavagna con le orecchie lunghe di cartone! !

  13. Se scrivo sbrodolano e, in fase di stampa melo trovo separato, mi scoccio. Se poi lo correggo e mi resta separato,penso a lei che attentamente osservera’ e puntualizzerà. Non so se lei,simpaticamente,u sa un iPad più ok. Grazie. Spero legga con la stessa attenzione anche il mio ultimo ” Convivio Bresciano” con punteggiatura e spaziature corrette e con idee/ proposte meglio descritte.

  14. Leggo oggi di un progetto europeo per l’aeroporto di Montichiari,uno scalo per milioni di passeggeri. Non vorrei che, nell’eventualità che il progetto decollasse,Rolfi per paura di far dispiacere a Milano o meglio a Bergamo ( Orio al Serio areoporti di Milano…!) non intravedesse in questo possibile rilancio,una eccessiva e disturbante affermazione della Lombardia Orientale in funzione anti milanese. Questo eV. Progetto creerebbe una duplicità di aeroporti in concorrenza: Orio,nell’ambito Milanese ( a riprova di quanto sia difficile attrarre Bergamo più a oriente,in un patto quadriprovinciale) e Montichiari,eventual e aeroporto perfetto per la Lombardia Orientale. ( spero che il correttore automatico di testi non mi scombini parole e lettere)

  15. Il progetto non decollerà mai, come ta tempo immemore non decollano più gli aerei da Montichiari. E anche lei sa benissimo che lo scalo di Orio al Serio sommato a quelli di Linate e Verona Villafranca se ne strafregano delle utopie spannometriche lombardorientali: domanda totalmente saturata dall’offerta, sia in ambito merci sia in ambito passeggeri.

  16. ” il progetto non decollera’ mai” ….accidenti che certezze! Vorrei avere la sua drastica capacità di leggere nel futuro. Vorrei invece non avere scarso coraggio e disfattistico sentimento nel predire un avvenire sempre più rinunciatario e avvilente per la nostra città che ha bisogno di fiducia,di spinte e non di freni.

  17. Disfattisti: ecco, così il il Duce definiva coloro i quali semplicemente non la pensavano come lui. E li mandava tutti al confine: erano tanti e moltissimi liberali, quelli a cui lei dice di appartenere. “Credere, obbedire, combattere” non lo trovo nel pensiero liberale…

  18. “drastica capacità di leggere nel futuro”…la qualificazione usata per la parola capacità ci suona malissimo. Rimandato a settembre: ripara italiano.

  19. Salvini è apprezzabile quando ammette che di errori ne sono stati fatti. Ebbene il piu’ grande errore che è stato fatto in Italia è stata la modifica del titolo V della Costituzione che ha introdotto in pratica il federalismo. Questa autonomia delle regioni purtroppo ha determinato non un miglioramento, bensi’ un peggioramento della nostra vita. Ha trasformato in pratica la nostra Repubblica in una Repubblica ad anarchia regionale dove le Regioni hanno mano libera nella gestione anartchica della cosa pubblica determinando cosi’ disuguaglianza e disparità di trattamento delle persone da Regione a Regione. E in uno Stato dove il diritto Costituzionale all’uguaglianza dovrebbe essere sacro cosi’ non è piu’ dal 2001. Non solo le tasse nazionali non sono diminuite, ma in piu’ dobbiamo sopportare il peso di tasse locali sempre in crescita. Nota dolente la sanità che quale diritto universale dovrebbe essere garantito in modo uguale per tutti in tutto il Paese, invece viene erogata in modo diverso da Regione a Regione e in alcune Regioni tuipo Toscana ed Emilia Romagna si pagano anche i ticket in base all’ISEE o al reddito. Piu’ disuguale di cosi’ non puo’ essere, anzi parrebbe palesemente incostituzionale. Davvero auspichiamo in un ritorno del titolo V dei Padri Costituenti del 1946, ma temo non sarà cosi’. Autonomia regionale e federalismo hanno davvero portato tanta ingiustizia e disuguaglianza e disparità di trattamento!!!

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