Provincia, Mottinelli conferma in blocco la polizia provinciale

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70 unità, tra Agenti e Ufficiali, distribuiti su 3 sedi provinciali, che svolgono funzioni di vigilanza e controllo in materia di circolazione stradale, rifiuti, agricoltura, foreste, caccia e pesca. Dopo avere ottenuto, grazie ad un emendamento targato “Brescia”, che il decreto legge n. 78 del 2015, in cui era stato inizialmente previsto che il personale delle Polizie Provinciali transitasse nelle Polizie Municipali, consentisse invece alle Province di continuare a svolgere funzioni di polizia amministrativa locale nelle materie attribuite, il Presidente della Provincia di Brescia Pier Luigi Mottinelli ha deciso di avvalersi di tale facoltà.

Lo scorso dicembre, con proprio decreto, il Presidente Mottinelli ha quindi stabilito che il Corpo di Polizia Provinciale di Brescia avrebbe continuato ad operare sul territorio con gli stessi numeri di prima: si tratta di uno dei pochi casi a livello nazionale, che evidenzia l’importanza della nostra Provincia per vastità e conformazione geografica .

Non solo, anche Regione Lombardia è stata costretta a tornare sui propri passi: infatti, con la recente legge regionale n. 7 dello scorso marzo, sono state restituite alle Polizie Provinciali le funzioni di vigilanza e controllo nelle materie agricoltura, foreste, caccia e pesca.

“L’impegno di quest’anno, nonostante le scelte contraddittorie di Regione Lombardia rispetto a deleghe e competenze – ha sottolineato il Presidente Mottinelli – ha consentito a Brescia di non disperdere del tutto professionalità di rilievo, difficilmente reperibili all’esterno, la cui formazione richiede un affiancamento prolungato nel tempo”.

Infatti, dopo trattative durate per parecchi mesi, il Presidente Mottinelli ha ottenuto che la Regione retribuisse tutto il personale della Polizia Provinciale precedentemente destinato alla vigilanza e al controllo in materia di caccia e pesca, lo storico Nucleo Ittico-Venatorio, derivante dalla figura dei Guardiacaccia e costituito da 32 unità, tra Agenti e Ufficiali.

Queste 32 unità potranno così continuare ad occuparsi non solo di caccia e pesca, ma anche di agricoltura e foreste, tutte materie ora di competenza della Regione, oltre che di rifiuti, materia rimasta di competenza delle Province, insomma tutela dell’ambiente in senso lato. Sempre in materia di tutela dell’ambiente, all’interno della Polizia Provinciale è stato costituito un nucleo incaricato di dare esecuzione alle deleghe di indagine della Procura della Repubblica di Brescia e in particolare di dare attuazione al nuovo codice dell’ambiente, per favorire la riduzione dei procedimenti penali attraverso l’istituto della depenalizzazione delle contravvenzioni, dove il trasgressore si impegna ad adottare tutti gli accorgimenti necessari e a pagare una sanzione amministrativa.

“Con questi numeri torneremo a controllare in modo capillare il territorio – ha dichiarato il Consigliere delegato alla Polizia Provinciale, Diego Peli – cui si aggiunge il prezioso contributo delle guardie ecologiche volontarie (GEV), che si aggirano intorno al centinaio.

La vera novità – aggiunge il Consigliere Peli – è che torneremo ad avere pattuglie sulle strade in servizio di polizia stradale, ricostituendo l’apposito Nucleo di Polizia Stradale, sia per attività di prevenzione delle violazioni al codice della strada, sia per supportare le Forze di Polizia dello Stato (Polizia Stradale e Carabinieri) nel rilevamento dei sinistri stradali.

Sono, infatti, partite le procedure per l’acquisto di tre autovetture da impiegare nei servizi di polizia stradale che andranno a sostituire le vecchie SKODA, diventate sinonimo del vecchio Nucleo Stradale della Polizia Provinciale di Brescia, che hanno accumulato centinaia di migliaia di chilometri percorsi sulle nostre strade.

Ma le competenze della Polizia Provinciale non finiscono qui, in quanto la Regione ha deciso di lasciare alle Province gli interventi per il contenimento di alcune specie animali che non fanno più parte della fauna selvatica, come le nutrie.

Vi è poi l’attività di contenimento (abbattimento) di alcune specie selvatiche, come i cinghiali, i piccioni e i corvidi, che la Regione, sempre con la legge regionale n. 7 dello scorso marzo, ha restituito alle Polizie Provinciali, insieme all’attività di censimento della fauna selvatica.

Non solo, sempre la Regione, dopo essersi ripresa la materia della caccia e della pesca, si è accorta di non avere una propria struttura per svolgere alcune attività che non rientrano nella funzione di vigilanza e controllo restituita alla Polizia Provinciale: ci si riferisce, in particolare, al recupero della fauna selvatica in difficoltà, come il soccorso del cervo investito sulla strada o del rapace impallinato da un bracconiere.

Si fa riferimento anche alle attività a sostegno della pesca, come le semine ittiche, agli interventi per il recupero del pesce in caso di asciutte dei corsi d’acqua, ai sopralluoghi per i danni dei cinghiali, e tante altre attività, così come le attività di contenimento (abbattimento) di alcune specie selvatiche, ad esempio i cinghiali, i piccioni e i corvidi, che, stando al passaggio di competenze alla Regione, la Polizia Provinciale non dovrebbe più svolgere.

Al fine di garantire i servizi alla collettività, in attesa di decisioni definitive adottate dalla Regione e condivise dalle Province, sul territorio bresciano si sta tentando di costruire un protocollo operativo, provvisorio e transitorio, tra l’Ufficio Territoriale Regionale e la Provincia di Brescia.

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1 COMMENT

  1. della serie aboliamo le province! Felice per il personale “salvato” , meno felice per le riforme fantasma di questo bel paesello!

  2. Fa bene il Mottinelli Presidente bipartisan di qualcosa che non dovrebbe esistere: sta parlando di chi, come la sua Polizia, porta nelle casse della Provincia qualcosa come 25 milioni di euro tutti gli anni solo con i multavelox. Cioè con lo strumento nato per dissuadere chi corre troppo, salvo scoprire che l’identificazione del colpevole alla guida è a carico del proprietario dell’autovettura. E salvo verificare che se anche hai pagato per chi non sai che guidava quel giorno (sono passati almeno tre mesi) ma invii non nello stesso giorno i dati ai fini dell’identificazione (per la decurtazione punti patente del presunto reo) per raccomandata (costi a tuo carico) puoi vederti ulteriormente raddoppiata la sanzione amministrativa. Cittadini usati come Bancomat: almeno ci ringraziasse il buon Mottinelli.

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