Scuola, Mottinelli rinuncia alla settimana corta: nessuna imposizione dall’alto

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La scelta portava importanti benefici economici alle casse dell’ente pubblico – e quindi a tutti i cittadini – in un momento di crisi. Ma non è bastata a convincere i comitati di genitori e docenti, che hanno spinto il presidente della Provincia Pier Luigi Mottinelli a rivederla. “Serve un consenso importante, che ad oggi non c’è, io non ho mai voluto imporre nulla dall’alto”, ha spiegato Mottinelli motivando la decisione (coraggiosa come la precedente) di cancellare la settimana corta nelle scuole superiori.

Una decisione forte, anche perché per il Broletto la novità valeva ben 1,4 milioni di euro all’anno tra bollette (600mila euro) e trasporti (800mila). E avrebbe permesso all’ente anche di trovare le risorse per realizzare nuovi stabili e sistemare quelli esistenti visto che “dal territorio ci sono richieste di 52 milioni e l’edilizia scolastica degli istituti superiori compete alla Provincia”.

Mottinelli però ha dovuto prendere atto delle resistenze (di bottega) di molti, annunciando la fine della sperimentazione. Ma sottolineando che a settembre verrà distribuito comunque un questionario a tutti gli istituti affinché si esprimano.

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1 COMMENT

  1. abolire la provincia altro che la settimana lunga! Ma era solo uno scherzo come l’abolizione del Senato gli 80 euro la rottamazione l’eliminazione di partecipate pubbliche ecc

  2. E’tale il caos introdotto dalla Legge Delrio che avrebbe preteso di abolire le Province…senza abolirle, semplicemente privandole delle risorse e ridefinendone in parte le competenze, che i risultati si vedono. I residui organismi istituzionali navigano a vista, tra improvvisazione e galleggiamento, in più ossessionati dal taglio dei costi per garantire un minimo di servizi sulle poche competenze rimaste. Gran pasticcio all’italiana che si aggreverà ulteriormente nel caso vincessero i sì al referendum confermativo di ottobre con un ulteriore accentramento di potere e risorse a scapito e danno delle Istituzioni periferiche.

  3. condivido in toto commento precedente aggiungendo che ovviamente il cittadino o l’istituzione che oggi si rivolge all’ente provincia per esempio nel campo del turismo e ricettivita’ alberghiera (competenza della provincia) ottiene risposte , se le ottiene, con tempi biblici. Poveri noi li chiamano “a servizio del cittadino”!

  4. Occasione persa! La scuola merita impegno da parte di tutti! Insistere , a questo punto , sarebbe stato controproducente .
    Saggia decisione . Adesso vediamo le reazioni …

  5. Non sceglierei drasticamente tra lunga e corta. Usando un concetto più elastico di orario e sopratutto pensando che non tutte le scuole sono uguali, non tutti i periodi dell’anno ( periodi freddi,con poca luce solare, periodi caldi e luminosi…) Diversa può essere l’ubicazione della scuola,… non tutti i giorni della settimana nell’anno sono uguali …ec..Mi pare utile modulare secondo necessità e secondo economicità (es. il riscaldamento) con la massima condivisione delle realtà locali

  6. Tranquillo che queste ed altre cose le ho dette tranquillamente in faccia a loro. Non e’ mio costume, come tanti, insultare senza cognizione di causa…

  7. il problema che accanto a Mottinelli c’e’ anche il sig. Sindaco di Sirmione nonché segretario provinciale di forza italia nonché consigliere con delega al territorio della provincia di brescia frutto proibito di inciunci quelli che il sig. Renzi dice di voler abolire ahaha che ridere (ironico ovviamente)

  8. Commenti fuori tema, come troppo spesso. Mezzi insulti e poca proposta. Un programma annuale in parte dedicato a ciascun tipo di scuola mi pare una proposta ovvia. Così accade in uffici e in molte aziende, dove si concorda un calendario annuale che tien conto di varie esigenze, fra le quali il risparmio energetico, il giorno del rientro ferie, i part time ( difficilmente immaginabili per studenti ) ecc …varie regole di elasticità nell’ orario, nella distinzione fra estate e inverno.

  9. L’istruzione, caro Belli, in quanto a didattica e svolgimento della stessa fa capo da sempre, per tutti i diversi gradi di istruzione, agli Uffici scolastici provinciali che a loro volta sono ditaccamenti del Ministero di riferimento, trattandosi di materia la cui competenza è assegnata allo Stato. Alle Province la normativa attuale, non modificata di fatto dalla Legge Delrio, ha assegnato le scuole secondarie superiori, ai comuni invece gli altri gradi inferiori di scuola per quanto riguarda una serie di competenze che, in sintesi, per ciascuno dei due grandi gruppi, sono: l’istituzione delle scuole, la loro fusione e soppressione, la manutenzione ordinaria e straordinaria, l’uso delle attrezzature, i servizi di supporto organizzativo per gli alunni con handicap. La programmazione della rete scolastica ed altri compiti sono infine affidati alle Regioni. Quindi, Mottinelli ha ampiamente sconfinato con la sua idea, partorita dalla necessità ansiogena di tagliare costi per non rinunciare ad interventi di edilizia scolastica, in competenze non dell’Ente da lui presieduto. Così, evidentemente dall’alto, gli hanno detto stop. Adesso se lei, Belli, ci vuol spiegare cosa voleva dire con il suo intervento “in tema” rispetto a quelli “fuori tema” lo faccia pure. Le proposte, per capirci, si fanno solo tenendo conto delle competenze e delle risorse, in questo caso, di un Ente Pubblico. Altrimenti si parla di ipotesi irreali, desideri, sogni o utopie per giunta con fastidiosa impostaizone aziendalista. E qui ci fermiamo altrimenti ci dice che siamo solo pessimisti o disfattisti, cioè quelli che il Duce mandava al confino solo perchè non la pensavano come lui.

  10. mezzi insulti commenti fuori luogo. hai ragione ma come si fa a restare seri e a fare eventuali proposte davanti alla cd riforma delle province da da brao

  11. Ringrazio per le precisazioni sgli assetti scolastici. Il tema è la settimana lunga o corta, tema nel quale il Duce che manda al confine, poco c’entra. ( è solo segno di un’ossessione politicizzante che stona) …molte ex insegnanti hanno condiviso questa proposta ( pur non da specialista ) di maggior elasticità di orario e calendario che lei,erroneamente, chiama ” fastidiosa impostazione aziendalista ” e che invece nel mondo del lavoro e vista come piccolo sforzo di umanizzare l’orario lavorativo. Quanto alla discrezionalità di intervento di Mottinelli, confesso che non ne conosco i limiti veri, che comunque non possono derivare da preferenze o pretesti di offesa politica.

  12. Ringrazio per le precisazioni sgli assetti scolastici. Il tema è la settimana lunga o corta, tema nel quale il Duce che manda al confine, poco c\’entra. ( è solo segno di un\’ossessione politicizzante che stona) …molte ex insegnanti hanno condiviso questa proposta ( pur non da specialista ) di maggior elasticità di orario e calendario che lei,erroneamente, chiama \” fasidiosa impostazione aziendalista \” e che invece nel mondo del lavoro e’ vista come ” piccolo sforzo di umanizzare l\’orario lavorativo” Quanto alla discrezionalità di intervento di Mottinelli, confesso che non ne conosco i limiti veri, che comunque non possono derivare da preferenze o pretesti di offesa politica.dispiace vedere come anche il calendario/orario studentesco delle scuole superiori possa divenire un tema non di discussione civile e tecnica, ma pretesto di polemica partitocratica

  13. Mottinelli voleva cambiare l’orario scolastico, creando solo disagi a famiglie e studenti, solo per risparmiare sui costi dell’Ente ormai evanescente di cui è Presidente nominato. Ma non poteva farlo perchè ciò non rientra nelle competenze della Provincia. Gli orari delle scuole, settimana lunga o corta interferiscono pesantemente sulla didattica: per questo non li decidono nè comuni, nè province nè regioni, ma il Ministero atraverso le sue unità periferiche provinciali. Basta. Questi sono i fatti, tutto il resto sono chiacchiere e soprattutto opinioni. In quanto all’idea che l’amministrazione della cosa pubblica possa migliorare di botto semplicemente scimmiottando le imprese con quattro indici e quattro parametri gestionali, è pura folìa. Questo Paese uscira dal tunnel solo con una seria lotta senza quartiere all’evasione fiscale, alla corruzione, all’economia sommersa ed al lavoro in nero.

  14. Ribadisco il mio giudizio sui due. Non credo , che il duo Mottinelli-Vivaldini mi conosca, ma io mi sono informato bene su di loro. Su Mottinelli ho trovato un’interrogazione contro l’abolizione della rassegna stampa cartacea!!! Sulla Vivaldini, che mi risulta stare con quelli di C.L., ricordo le panzane raccontate agli agricoltori espropriati per Brebemi e Corda Molle, quando diceva che era andata dal suo compagno di partito Lupi (quello dei Rolex….), e che in poco tempo si sistemava tutto. Oltretutto ho pure visto che nel comune di cui è sindaco -Pavone Mella- ha aumentato di brutto le tasse di ben 120.000 euro, che per un piccolo paesino di campagna mi pare una bella stangata.
    Cosa direi loro? oltre a questo chiederei alla signora perchè ha votato per anni un bilancio con un operazione speculativa come i derivati costata a noi bresciani oltre 25 milioni di euro. E a Mottinelli, che stava all’opposizione, se si è accorto di cosa succedeva o se per lui era più importante avere la rassegna stampa cartacea.
    Tranquill o che dire a questi signori queste e tante altre cose è l’ultimo dei miei problemi!! Forse sarebbe un problema per loro dare risposte argomentate sui loro comportamenti passati che sono costati tantissimo ai bresciani. Non scordare che Brescia è una delle province più indebitate d’Italia!!
    Alla luce di quanto ho esposto, micro-personaggini, ritenete che sia un insulto (non mia abitudine), o una constatazione oggettiva??

  15. E io ribadisco che li ho conosciuti entrambi e adventrambi ho espresso chiaramente il mio disprezzo. Ecco perche’ condivido in pieno quello che dici. Riflette quello che di persona ho constatato. Sono dei micro personaggi politici che navigano nella mediocrita’
    E da mediocrita’ a arroganza il passo e’ breve…

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