Caso Bozzoli a una nuova svolta. I familiari: Beppe ucciso col cianuro, abbiamo le prove

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“Giuseppe Ghirardini non si è ammazzato. Abbiamo la prova e deriva dagli esami dei Ris di Parma, riletti dai nostri consulenti”. Potrebbe essere di fronte a una svolta il caso di Mario Bozzoli, l’imprenditore scomparso nell’acciaieria che gestiva a Marcheno con il fratello in circostanze ancora tutte da chiarire.

Secondo quanto riportato da diversi giornali, infatti, quello di Bozzoli potrebbe non essere stato l’unico omicidio. A riferirlo Roberto Stefana, portavoce delle sorelle dell’operaio della Bozzoli, che ha sottolineato come l’operaio trovato morto dieci giorni dopo la scomparsa del datore di lavoro non sia morto per cause naturali. “Abbiamo le prove – ha detto Stefana – che Beppe è stato costretto a togliersi la vita con il cianuro. Una certezza che arriva dall’analisi di un nostro consulente. Di più non possiamo dire”, ma non ci sarà alcuna richiesta di riesumazione del cadavere dell’operaio perché “Le prove che abbiamo sono sufficienti”. E se così fosse sulla famiglia del fratello di Mario Bozzoli, Adelio, potrebbe gravare – “prove alla mano” – il terribile sospetto di un secondo, terribile, omicidio.

Al momento due operai (Oscar Maggi e Aboagye Akwasi) e i due nipoti di Mario Bozzoli, Alex e Giacomo sono indagati per omicidio in concorso e distruzione di cadavere. Tutti si sono sempre dichiarati innocenti e contro di loro al momento non esistono prove decisive.

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