Divieto di burqa a Rovato, il Pd all’attacco: è soltanto propaganda

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I divieto di coprirsi il volto (anche con il burqa) nei luoghi pubblici
I divieto di coprirsi il volto (anche con il burqa) nei luoghi pubblici

Iniziative “assolutamente inutili, buone solo per andare sul giornale”. Con queste parole il Pd rovatese guidato da Emiliano Andreoli attacca l’amministrazione e la Lega dopo la decisione di affiggere in uffici e scuole cartelli che vietano l’ingresso alle donne con il volto coperto da burqa e niqab.

DI SEGUITO IL TESTO DEL COMUNICATO

“Le leggi dello Stato si rispettano. E’ un’ovvietà. Essere riconoscibili di fronte a un controllo è doveroso non solo perchè lo dica una la legge. Altrettanto ovvia è la strumentalità che sta dietro l’affissione di questi cartelli da parte degli amministratori leghisti rovatesi. Davvero vogliono farci credere che la sicurezza nei luoghi pubblici passi dall’affissione di un cartello? Davvero credono che questa iniziativa serva ad evitare derive integraliste nel mondo islamico rovatese? Certo che no: ma – come hanno dimostrato con la vicenda del certificato di idoneità alloggiativa, concluso con la condanna del Comune – non avendo alcuna idea su come affrontare il problema reale e serissimo della convivenza tra rovatesi e stranieri, non restano che iniziative come questa. Assolutamente inutili, buone solo per andare sul giornale”.

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1 COMMENT

  1. Perchè sarebbero iniziative inutili? E’ tanto che aspettiamo noi cittadini che ci sia qualcuno che tenti finalmente di vietare questi simboli di una civiltà che incombe con l’intento non di integrazione ma di sopraffazione, che spaventano grandi e bambini e a quanto pare non ne hanno alcun diritto dopo che la Corte Europea diritti dell’uomo ha definito la dissimulazione del volto con burqa e niqab lesiva dei diritti e libertà altrui, le nostre e dei valori minimi di uno stato democratico. Non solo quindi andrebbero vietati per motivi di sicurezza ma per discriminazione nazionale in quanto dissimulare il volto con burqa e niqab lede i valori minimi di uno Stato democratico. Non solo andrebbero vietati all’interno degli edifici pubblici ma anche per strada e nei giardini. E andrebbero vietati non solo in tutta Italia, ma anche in tutta Europa. Speriamo se la leggano i nostri politici di

  2. I problemi sono ben altri visto che di burqa non se ne vede neanche l’ombra. Ma lavorare per i veri problemi non produce propaganda a buon mercato.

  3. Di burqa invece se ne vedono ancora, eccome e non solo in Italia, anche in Europa e sarebbe ora si facesse chiarezza una volta per tutte e vietarli senza se e senza ma. C’è da chiedersi dove sia finita la sinistra e le femministe che tanto hanno lottato in passato per la dignità della donna e quella sinistra che proprio durante un Governo di centro-sinistra ha emanato la Carta dei valori di cittadinanza e integrazione DM 23/4/2007, il documento piu’ bello dopo la costituzione del 1946 (purtroppo peggiorata con la modifica del titolo V del 2001) che all’art.26 indica che in Italia non sono accettabili forme di vestiario che coprono il volto perchè ciò impedisce il riconoscimento della persona e la ostacola nell’entrare in rapporto con gli altri. Questo articolo è stato davvero lungimirante perchè proprio nel 2014 la Corte Europea dei diritti dell’Uomo hìha sentenziato verso la legge francese che vieta i burqa e niqab, che la dissimulazione del volto in pubblico lede i diritti e le libertà altrui, le nostre e i valori minimi di uno stato democratico. E il governo di sinistra cosa fa? nulla Anzichè provvedere a tutelare i diritti degli italiani discriminati dalla libera circolazione dei burqa e niqab, fa lo gnorry, e consente questa discriminazione. Poco importa se siano pochi, potrebbe essere anche 1, ma chi circola cosi’ discriminina e lede i nostri diritti e le nostre libertà. Una sorta di razzismo al contrario!! Davvero la sinistra non è piu’ quella di una volta ma sta diventando sempre piu’ filoislamica.

  4. Scrivi pagine e pagine ma non hai ancora capito la strumentalità con cui i leghistoni di Rovato hanno esposto questi cartelli. Nessuno sta dicendo che non vada rispettata quna legge dello Stato! Nel COmunicato del PD è la prima cosa che scrivono. Dai da brào!

  5. Saranno anche strumentali ma intanto negli ospedali, negli uffici comunali ecc. ecc. alle donne in burqa e niqab è vietato entrare. Anche se si dovrebbero vietare nei giardini e per strada per non ledere i nostri diritti umani e le nostre libertà e i valori minimi di uno stato democratico. Quello di cui dovrebbe prendere atto questo governo di sinistra che ci discrimina è la disuguaglianza che si crea in Italia visto che solo in Lombardia e mi pare in Veneto sono state prese decisioni del genere che vanno a tutela dei cittadini italiani. Ma che bella uguaglianza e parità di diritti!!!

  6. Che le leggi dello Stato si debbano rispettare sarebbe giusto, ma di ovvio non c’è proprio nulla in questo >Paese. Che qualsiasi cittadino interpreti l’art. 5 della legge 152/75 che vieta l’uso di caschi protettivi e di qualsiasi altro mezzo atto a rendere difficoltoso il riconoscimento della persona in luogo pubblico o aperto al pubblico, senza giustificato motivo, interpretandola come un divieto per tutti ivi compreso i burqa è niqab, sembrerebbe ovvio leggendo queste parole. Ma cosi’ non è per la Magistratura che nella sentenza 3076 del 2008, ha escluso da questi divieti i burqa e niqab sostenendo che non sono mezzi che si indossano per impedire il riconoscimento ma sono attuazione di una tradizione di determinate culture, e ha quindi escluso burqa e niqab da questa legge che cosi’ sono legittimati a circolare. Ebbene non solo sarebbe doveroso che il Consiglio di Stato rivedesse questa loro sentenza dopo che la Corte Europea Diritti dell’Uomo ha definito nel 2014 verso la Francia la dissimulazione del volto in pubblico lesiva dei diritti e libertà altrui, le nostre, e dei valori minimi di uno DStato democratico,che dimostra che lasciar liberi di circolare questi burqa e niqab ci discriminano, ma anche per chiedere al Consiglio di Stato se non ritengono che nell’aver definito burqa e niqab un gioustificato motivo burqa e niqab in quanto sono attuazione di una tradizione di determinate culture escludendoli dal divieto dell’art. 5 legge 152/75, non pensano di averli privilegiati creando cosi’ una distinzione di sesso razza e religione lesivi dell’uguaglianza di cui all’art. 3 costituzione!! Hanno parlato tutta estate del burqini e non del burqa che sono almeno 10 anni che andrebbe risolto!!!

  7. Le leggi dello Stato si rispettano. Non come fanno gli amministratori dello Stato che si sono appena beccati una condanna per discriminazione dal Tribunale di Brescia. Comincino loro a rispettarle le leggi prima di ricordare agli altri di farlo con inutili cartelli che esprimono un divieto noto a tutti.

  8. Se guardi sul sito niqab.it te lo spiegano loro che questo divieto non è noto a tutti, anzi ti spiegano che contrariamente a quanto si pensa, loro possono circolare liberamente a loro piacere in quanto la legge che vieta di circolare in modo irriconoscibile non include il burqa e niqab. Questo però lo hanno scritto prima della sentenza della Corte Europea dei diritti dell’uomo del 2014 verso la francia, che ha stabilito che è per tutelare i valori minimi di uno stato democratico che la legge francese è legittima in quanto la dissimulazione del volto in pubblico lede i diritti e le libertà altrui. Spetterebbe quindi al Governo far cessare questa evidente discriminazione verso i nostri valori democratici e i nostri diritti. Non abbiamo quindi che da ringraziare chi cerca di difendere questi diritti nostri e anche i valori minimi democratici. Ma questo Governo è sicuro di difendere la nostra democrazia non intervenendo?

  9. Le leggi da rispettare sono quelle dello Stato Italiano e la legge non ammette ignoranza. Cosa scriva il sito niqab.it francamente lascia il tempo che trova, per quanto mi riguarda. E per conoscere le leggi dello Stato Italiano non mi serve certamente il cartello esposto in maniera strumentale da amministratori appena condannati per discriminazione sul certificato di idoneità alloggiativa.

  10. Siamo d’accordo che le leggi da rispettare sono quelle dello Stato e che la legge non ammette ignoranza. Proprio perchè la legge non ammette ignoranza i cittadini avrebbero diritto venisse fatta chiarezza. Se uno legge l’art. 5 della legge 152/75 quello che un comune cittadino interpreta è che è vietato circolare in modo irriconoscibile, e sembrerebbe chiaro che non solo che non si possa circolare coperti da un casco motociclistico o altro ma persino con burqa e niqab proprio perchè dissimulano il volto rendendo non solo difficoltoso ma addirittura impossibile il riconoscimento delle persone ed inoltre spaventano adulti e anche i bambini che incontrano queste persone. Invece questa legge che appare di una chiarezza sconcertante ed è forse per questa chiarezza che tanti Sindaci per tutelare le lamentele dei propri cittadini e soprattutto di tante mamme o nonne che non li accettano perchè offendono la dignità per cui hanno tanto lottato e in piu’ spaventano i bambini, hanno pensato di emanare ordinanze di divieto di circolazione di questi burqa e niqab. Ma ecco l’amara e sconcertante e ingiusta realtà per noi cittadini di vedersi annullate queste ordinanze non solo perchè a vietarle avrebbero dovuto essere i Prefetti e non i Sindaci e dopo alcuni ricorsi l’ancor piu’ amara realtà di una sentenza del Consiglio di SDtato la n.3076/2008 che escludeva questi burqa e niqab dalla legge 152/75 perchè secondo loro burqa e niqab non erano un mezzo finalizzato per non farsi riconoscere ma attuazione di una tradizione di determinate culture. Sbaglierò, ma di fatto escludendoli da questo divieto hanno creato una distinzione di sesso, razza e religione, lesivi dell’uguaglianza di cui all’art. 3 costituzione. In pratica piu’ che un giustificato motivo pare abbiano concesso una preferenza solo per loro. E dopo che la corte Europea dei Diritti dell’uomo nel 2014 in una sentenza verso la Francia ha stabilito che la dissimulazione del volto con burqa e niqab lede i nostri diritti e le nostre libertà e i valori minimi di uno stato democratico, sembrerebbe allora doveroso vietarli piu’ che per la sicurezza per la tutela dei valori minimi di uno stato democratico. Se fossi Sindaco e dopo questa sentenza, io mi chiederei piuttosto se sarebbe discriminatorio nei confronti dei miei cittadini non vietare il burqa e niqab non solo all’interno dei luoghi pubblici ma anche per le strade e giardini visto che ledono i diritti e le libertà altrui, le nostre. Comunque ciò che emerge attualmente in Italia è che sarebbe bello che per rispettare una legge si sapesse anche l’interpretazione che ne dà anche la Magistratura e che sia una interpretazione rispettosa della costituzione e univoca su tutto il territorio nazionale, perchè la legge deve essere uguale per tutti e non a seconda di come viene interpretata.

  11. Non ho letto la sentenza sulla discriminazione circa il certificato di idoneità alloggitiva, ma se la cifra era uguale sia per gli italiani che per gli stranieri dov’è la discriminazione?? Magari si poteva contestare il costo alto, ma subire una condanna per discriminazione quando c’è stata parità di trattamento sembra un po’ assurdo. Non avranno esercitato il potere discrezionale come nella sentenza sul burqa??

  12. La discriminazione c’è nel momento in cui apprendi che questo certificato è principalmente chiesto da cittadini stranieri essendo obbligatorio per chiedere il permesso di soggiorno e il ricongiungimento familiare. Non facciamo finta di non vedere le cose come stanno per favore.

  13. Leggo nell’art.43 della legge 286/98 che per discriminazione si intende ogni comportamento che direttamente o indirettamente comporti una distinzione, esclusione, restrizione o preferenza basata sulla razza, il colore, l’ascendenza o l’origine nazionale e le pratiche religiose e che abbia lo scopo e l’effetto di distruggere o di compromettere il riconoscimento o l’esercizio in condizioni di parità dei diritti umani e delle libertà fondamentali in campo politico economico sociale e culturale e in ogni altro settore della vita pubblica. Io ci vedrei discriminazione se questa alta cifra venisse applicata solo per gli stranieri e non per gli italiani, ma se come sembra viene applicata allo stesso modo per entrambi dov’è la discriminazione? Semmai da contestare sarebbe solo la cifra troppo alta, ma una condanna per discriminazione darebbe fastidio anche a me quando dalla legge si evince che per discriminazione si intendono anche le preferenze basate sulla razza il colore l’ascendenza ecc. ecc. Non ho capito se questa cifra nella sentenza che non ho letto venga ridotta solo per gli stranieri e non anche per gli italiani, perchè in questo caso la discriminazione sarebbe da rilevare verso gli italiani!!
    Quanto ai burqa e niqab sarebbe auspicabile che questo Governo rivedesse la sentenza del Consiglio di Stato del 2008 perchè ritenere i burqa e niqab giustificato motivo perchè sono attuazione di una tradizione di determinate culture a noi cittadini non sembra giusto perchè cosi’ significa concedere loro una preferenza basata sulla razza, sul sesso ecc.ecc. che ci discrimina, soprattutto dopo che la Corte Europea dei Diritti dell’uomo nel 2014 li ha definiti lesivi dei diritti altrui e delle libertà altrui e dei valori minimi di uno Stato democratico. Dal 2014 la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha reso noto che lasciar circolare burqa e niqab ovunque, anche per strada e nei giardini ci discriminano, ma in Italia e in tanta parte d’Europa si e preferito parlare durante l’estate di burqini anzichè provvedere a rendere noto a tutti che i burqa e niqab sono da vietare subito per non discriminarci.

  14. Continui a scrivere decine di righe contestando una sentenza del tribunale di Brescia. Io so solo che i cittadini di Rovato in solido con quelli di Pontoglio devono pagare oltre 10.000€ tra spese legali e avvocati per una delibera di giunta palesemente discriminatoria, visto che la giurisprudenza in materia è consolidata (vedi precedenti condanne dei Comuni di Albino, Telgate, Seriate per delibere identiche ecc). E non contenti gli amministratori leghisti ricorrono pure in appello. Paghino di tasca loro il loro populismo a buon mercato.

  15. A me piacerebbe tanto sapere se la legge sulle discriminazioni cosi’ come quella sul razzismo siano o meno costituzionali. Perchè tra i nostri diritti di popolo sovrano ci sarebbe anche il diritto che sia chi emana le leggi che le sentenze dovrebbero rispettare la Costituzione. Già sull’esistenza di una legge sul razzismo ci sono dubbi di costituzionalità perchè l’art. 3 della costituzione stabilisce che tutti siamo uguali davanti alla legge senza distinzioni di sesso razza, religione, ecc, per cui una legge che mette la razza su un gradino superiore di difesa appare palesemente incostituzionale. Idem per la legge sulle discriminazioni che mette sullo stesso piano stranieri e italiani mentre la nostra costituzione prevede degli articoli, quelli in cui è riportata la parola cittadini, che dovrebbero essere diritti esclusivi degli italiani. Si fa prestoi a parlare di discriminazione, ma a noi italiani piacerebbe sapere visto che ormai ci vediasmo retrocessi in tutti quanti i diritti piu’ elementari come l’accesso alla casa, agli asili nido, al lavoro, rispetto agli stranieri questo non rappresenti poi una discriminazione al contrario visto che la costituzione in particolare per il lavoro prevede che la Repubblica debba renderlo effettivo per i cittadini, intendendo per cittadini gli italiani. Magari si arrivasse alla Corte Costituzionale per fare chiarezza, nella speranza però che anche la Corte Costituzionale osservi fedelmente la Costituzione come prevede il Capitolo XVIII della Costituzione e non usi il potere discrezionale di interpretarla a proprio piacere visto che il potere discrezionale della Magistratura non è previsto da nessun articolo della Costituzione. Cosi’ come è chiaro da tempo che il voto spetta solo a chi ha cittadinanza italiana come prevede l’art. 48 della Costituzione, idem per il lavoro art. 4 costituzione, il principio di uguaglianza art. 3, le pensioni sociali e assistenza sociale art. 38 primo comma, l’accesso agli uffici pubblici art. 51, o sbaglio?

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