Croci in piazza, 46 vittime sull’asfalto nel 2016. Domenica a Pavone Mella la manifestazione

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    Il 25 settembre torna la manifestazione "Croci in piazza" promossa dall’ “Associazione Condividere la strada della vita”, e quest’anno sarà ospitata nel Comune di Pavone Mella. In piazza Umberto I verranno allestite 84 croci, tante quante le vittime di incidenti stradali nella provincia di Brescia nel 2015. Alle ore 10 verrà celebrata la S. Messa, al termine della quale ci sarà la benedizione, in presenza delle autorità civili militari e religiose. Ogni anno in Italia più di 4.000 persone sono vittime in incidenti stradali, oltre 20.000 diventano invalidi gravi, più di 300 mila ne escono feriti ed altrettante famiglia pagano le conseguenze sociali ed economiche di questo tragico elenco.

    “Questa manifestazione ha un duplice obiettivo – spiega il presidente dell’associazione Roberto Merli -: da una parte sensibilizzare l’opinione pubblica rispetto alla mortalità sulle strade, che fatica a diminuire, dall’altra la volontà di stare concretamente vicino alle famiglie che hanno perso i loro cari. Un dato positivo è il numero dei morti sulle strade è diminuito, ma dobbiamo tenere alta l’attenzione su questo tragico tema perché dietro a un incidente mortale c’è una famiglia distrutta, una società coinvolta che tanto può fare per raggiungere un importante scopo: nessun morto sulle nostre strade”.

    Gli incidenti stradali continuano ad essere la principale causa di morti e disabilità permanenti per i giovani, sia nel mondo che in Italia. Il 19% dei morti a causa di incidenti stradali nell’UE nel 2010 ha riguardato giovani di età tra i 18 e i 25 anni (sebbene questa fascia di età comprenda solo il 10% della popolazione totale). Il che significa che coloro che hanno un’età compresa tra i 18 e i 25 anni sono doppiamente esposti al rischio di morire in incidenti stradali. L’alcool è considerato un ingrediente letale per gli incidenti stradali e la prima causa di incidente tra i giovani insieme all’invio e la lettura di sms alla guida.

    A oggi nella provincia di Brescia si sono verificati 41 incidenti mortali che hanno portato al decesso di 46 persone, nei primi nove mesi del 2015 le croci sulla strada erano state già 60 (in totale nel 2015, si sono registrati 84 morti ed 80 incidenti mortali). Nel 2016 sono in numero nettamente superiore i deceduti maschi rispetto alle femmine (72%). Anche quest’anno si conferma ancora la domenica il giorno con il maggior numero di incidenti mortali. La fascia oraria peggiore è quella notturna (15 decessi) seguita da quella pomeridiana (15:31-18:30) con 10 decessi. Nel 2016 l’utenza maggiormente colpita sono gli automobilisti (22) seguiti dalla categoria dei pedoni (10), al terzo posto la categoria dei mezzi a due ruote motorizzate (9 se si sommano i 4 scooteristi ed i 5 motociclisti). Sette morti erano passeggeri.

    "Sono molto orgogliosa di ospitare questa manifestazione alla quale ho sempre partecipato nei vari paesi della provincia quando ero Assessore ai lavori pubblici – spiega il sindaco Mariateresa Vivaldini -. Credo sia un’iniziativa veramente importante per sensibilizzare le persone perchè attraverso questa piazza colma di croci, che un po’ sciocca chi le guarda, si va a scuotere l’animo delle persone e a renderle consapevoli che l’inosservanza delle regole porta alla morte o all’invalidità permanente. I morti sulle strade sono tanti, sono diminuiti molto nel corso degli anni. Dai 220 nel 2001 si è passati sotto agli 84 del 2015. Il lavoro che noi da sempre abbiamo svolto come provincia è stato molto importante cercando di intervenire con le risorse nei punti più critici “Black Point”  costruendo rotatorie, tangenziali, marciapiedi e ciclabili. Ora che le risorse sono sempre meno ma non dobbiamo smettere di intervenire attraverso un lavoro di prevenzione nelle scuole, tra i giovani e meno giovani attraverso ogni tipologia di manifestazione proprio per portare avanti un obiettivo difficile ma è quello di zero morti sulle nostre strade. Potrebbe sembrare un’utopia ma noi ci dobbiamo provare perchè ogni volta che muore una persona con questa persona muore anche tutta la sua famiglia. Lo dobbiamo alla nostra società, lo dobbiamo ai nostri giovani, lo dobbiamo a chi domenica sarà lì a piangere i propri morti." 

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