Come fermare il mostro?

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di Sandro Belli – Il mostro attrae. Attrae migliaia di persone, per curiosità, per fare acquisti, per passare il tempo. Il grande mostro della nuova Ikea, come tutti i mostri, procede spaventando e affascinando, prima con la sua mole architettonicamente non definibile (per usare un eufemismo), poi con la sua valanga di offerte e di proposte, di convenienze e di illusioni. Ad uno ad uno si mangia con evidente voracità, i siti del commercio circostante e le strutture del centro storico di città e paesi.

Che fare? Mi avventuro in una risposta/ proposta difficilissima che sicuramente mi attirerà critiche di utopismo o di incompetenza. Tuttavia ci provo.

Al giorno d’oggi una sola attività fatica a stare in piedi. I negozi, i mestieri o le professioni hanno bisogno di essere a più larga offerta. Esempi: un tabaccaio che vende anche giornali e che, si è attrezzato per vendere biglietti e informazioni degli eventi musicali e artistici della provincia, e offre Cd e vecchi dischi in vinile ; un negozio di abiti di moda che vende anche scarpe e vari accessori, ma anche abbonamenti e prenotazioni per sfilate di alta moda nel mondo e che dispone di una raccolta di riviste comodamente consultabile; un idraulico che si organizza anche come installatore elettrico e che vende materiale  tecnico, ma tiene corsi sul risparmio energetico nelle ore serali; una libreria che offre bibite e dolciumi,che proietta film d’autore, e che vende ricette di cucina, etc…

Unire più attività legate fra loro da un filo conduttore anche sottile può essere il primo suggerimento che va subito completato, integrandolo con una buona organizzazione di vendite e promozioni  e-commerce. Oggi i due modi di vendere sono entrambi indispensabili e sinergici.

Accanto a ciò, visto che le scelte del consumatore, un po’ ovunque vanno verso la personalizzazione dei beni acquistati, verso il "su misura", mi pare utile che ciascuna attività abbia, ad esempio nel retrobottega, metodi e attrezzi per rispondere nell’immediato alle richieste di personalizzazione della clientela, ma anche a richieste di modifiche e riparazioni. A volte un laser che scrive il proprio logo, una sarta che taglia su misura nel colore prescelto, uno "scrivano" che scrive e disegna "solo per te". Molte attività, non solo quelle della manifattura artigianale, se collegate fra loro e immediatamente disponibili (il retrobottega attrezzato può essere essenziale) accontentano il compratore. Tutto oggi deve essere "pronta consegna".

Per raggiungere questi obiettivi, l’Amministrazione locale deve essere disponibile alla massima elasticità nel concedere e gestire licenze e deve saper guidare con intelligenza e generosità la inevitabile complessità.

Ma il successo dei grandi centri commerciali, come il mostro Ikea, dipende anche dal fatto che sono indiscutibilmente comodi. La gente che vi passeggia in estate sta al fresco, magari avvolta da un’aria condizionata eccessiva, ma non cammina sotto il sole. Qualche posto a sedere lo trova sempre. Inoltre nei centri più evoluti, trova tutto ciò che normalmente serve ad una famiglia. Una completezza che oggi nei siti cittadini è venuta meno e che invece chi guida una città deve attentamente controllare e promuovere, se vuol far sopravvivere i centri storici.

Non so se perché ho visitato la scorsa settimana un Paese molto caldo, dove il sole è sempre raggiante, ma devo riconoscere che qualcosa da imparare esiste sempre. Fra tende, alberature ben disposte, porticati e giardini interni, coperture più o meno provvisorie, grandissimi tendoni variopinti, la lotta contro un sole sempre eccessivo e caldissimo sembrava vinta. Ci si poteva sedere in comode panchine, protette dai raggi, dopo aver visitato il Bazar e si respirava aria fresca.

Se è vero,dunque, come dicevo all’inizio, che il mostro Ikea viene visitato per curiosità,per shopping e per passatempo, possiamo azzardarci a dire: la curiosità prima o poi diminuisce; lo shopping che trova "tutto disponibile"sfruttando la varietà delle merci e le dimensioni degli spazi espositivi non è facile pareggiarlo, ma lo si può cercar di imitare con l’aiuto e la flessibilità dell’Amministrazione e delle specifiche Associazioni, superandolo, invece col contrapporgli   il servizio di personalizzazione e di "prodotto dedicato" o di "servizio dedicato".

Sul tema di  come garantire un buon livello di vivibilità del centro storico, si deve tentare di pareggiare i servizi e le amenità presenti nei centri commerciali, evitandone i difetti, un po’ copiando ed un po’ affidando ad abili architetti, urbanisti ed artisti l’ambiente ed il passeggio.

Concludo. Un tavolo ha quattro gambe e, se ne togli una o anche se la dimezzi, non riesce a reggersi. Così vuol essere questa mia ipotesi. La prima gamba è la necessita’ di un’offerta completa e varia,fondendo più attività;  la seconda è la capacità di offrire beni o servizi personalizzati – su misura ; la terza è mischiare metodi di vendita tradizionali con l’e- commerce ; la quarta può realizzarsi solo se i protagonisti delle attività commerciali si accordano in modo che il cliente che compra da un qualsiasi punto vendite sia avvantaggiato negli acquisti successivi da tutti i punti vendita dell’area, con sconti, premi promozionali concordati, parcheggi gratuiti dopo il primo acquisto, ecc… Quattro gambe che, insieme, solo insieme, mi pare possano reggere una difficile lotta!

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27 Commenti

  1. Il mostro lo si poteva fermare solo vietandolo. Ma il sindaco del Pd (di Roncadelle) ha fatto gli interessi solo di Roncadelle, contro gli interessi di tutti gli altri comuni dell’Hinterland (gudati dal Pd)!!!

  2. …Si, gli interessi del comune di Roncadelle ma NON dei Roncadellesi.
    Ai Roncadellesi spetta SOLO smog, traffico e migliaia di promesse di occupazione che come dimostratosi sono state NULLE.
    Questo è quello che noi cittadini di Roncadelle continuiamo a sopportare.

  3. Ripeto, oneri SI, al comune ma per il paese NON cambia NULLA…
    Basta verificare SOLO la situazione delle strade interne comunali…
    Le nostre tasse NON sono MAI diminuite anche se come dice lei gli oneri entrano nelle casse comunali…
    Roncade lle ormai è SOLO un paese dormitorio…

    Anz i proporrei di cambiare il nome al comune…da Roncadelle a…CENTRO COMMERCIALE, cosi avendo fatto 30 potremmo dire di aver fatto 31…
    A voi.

  4. Le lamentele sacrosante degli abitanti di Roncadelle appesantiscono la indubbia pesantezza del centro Ikea. Purtroppo in molte aree la presenza dei centri commerciali è incombente. Il senso del mio testo era volto a cosa proporre ai commercianti e agli artigiani per reagire e per sopravvivere, ma anche alla gente comune che deve accorgersi che le città e i paesi muoiono lentamente in una uniforme, soffocante, frastornante, unidimensionalita’ fast foodiana, Regno della falsa libertà e del gregge.

  5. La nascita e la crescita a dismisura dei centri commerciali prima e dei mega store poi, ha un fondamento nel marketing dei nostri giorni: se come acquirente in un luogo fisico trovi tutto, ma proprio tutto, tu fornitore diventi un monopolista di “servizio globale” e riposizioni via via la concorrenza, anche di grande dimensione, ma che ha…quasi tutto. Più si scende dalla grande distribuzione verso il dettaglio, più si polverizza la catena del “servizio globale”. A meno che non si proponga l’esclusivo, l’innovativo, il super tecnologico o il lusso (molto dura sui primi tre fronti, “guerra” sul quarto): entrano in gioco le cosiddette strategie di nicchia. C’è poi una componente competitiva che si fonda nell’attualissimo marketing esperienziale: prima che la motivazione di acquisto vi è una motivazione alla frequentazione di un luogo come esperienza da condividere con altri, dove inconsciamnete si socializza e dove ovviamente…prima o poi si compra qualcosa imitando altri. In sintesi: con i consumi amcora fermi dopo esser crollati per effetto della crisi e la domanda strasatura rispetto all’offerta, la nscita di mostri commerciali come la nuova Ikea lascerà sul campo solo parecchi morti che si chiamano imprese concorrenti ma soprattutto tanti posti di lavoro. Non ci sono soluzioni: competition is competition, purtroppo in questo caso come in molti altri. Sul fronte politico basterebbe di dire di no a questi insediamenti e non guardare solo al bilancio comunale ma anche al bene comune: troppo difficile ?

  6. Il sempre saggio Stradivarius mi piacerebbe che, oltre ad analizzare i fenomeni e a ben descriverli, cercasse anche possibili soluzioni, che possano migliorare se non risolvere complesse questioni. Dice che nei grandi centri commerciali si socializza meglio e che la motivazione alla frequentazione è l’esperienza da condividere. A me pare che si possa o si debba socializzare meglio nelle nostre piazze e nelle vie e nei bar della città. E che la possibilità di acquistare non solo il lusso e l’innovativo, ma anche il ‘ su misura’ ed il personalizzato sia un valore ed inoltre che il contributo di un artigianato contiguo alla vendita sia veramente utile, meglio poi se il tutto è inserito in un centro urbano pulito, con un buon arredo urbano, attraente e artisticamente vivo

  7. ,Ma che dicono i roncadellesi di che si lamentano….Gli oneri chi li ha incassati ..la piazza chi l’ha ristrutturata ..la viabilità…svincoli e non chi l’hafatta…L’arma l’avevano basta non votare sindaci PD per tre mandati e il giochino si fermava Raggi docet

  8. Chiedere cosa ne pensa il Pd al segretario provinciale Michele Orlando, ex sindaco di Roncadelle che ha autorizzato la maxiIkea…

  9. Quello di cui parlo non è un mia visione, o una opinione o una interprtazione. Sono fatti supportati dall’analisi spietata della realtà in cui viviamo dove le leggi del mercato, totalmente globalizzato, hanno soppiantato quasi tutto ciò che un tempo era affidato al buon senso, alla ragione, all’impegno di singoli, alla saggezza della normalità , alla serenità delle comunità che si autodeterminavano. I centri commerciali hanno sostituito le piazze e le chiese, ma non lo dico io, lo dicono tutte le analisi sociologiche e, purtroppo, soprattutto di marketing (quello relazionale sositutirà entro dieci anni quello classico delle 4 P di Kotler, per intenderci). Il “su misura” e “personalizzato” esiste solo nel mercato del lusso e, ancora, non lo dico io, ma le analisi sui consumi. L’artigianato sta scomparendo giorno dopo giorno perchè si percepisce sempre meno il valore del dettaglio e la qualità del particolare nei prodotti e sempre il valore del servizio che supporta la vendita, ma anche perchè è un lavoro molto faticoso e sempre meno remunerativo. In quanto ai centri urbani, di città come Brescia non come Roma o Firenze, occuparli con attività è da tempo economicamente non sostenibile e renderli attraenti altrettanto oneroso per i bilanci comunali. “Il guaio del nostro tempo è che il futuro non è più quello di una volta” scrivevva un saggio contemporaneo. Melgio tirare i remi in barca, in tutti sensi.

  10. Il “decentro” commerciale ha contribuito a rendere Roncadelle fanalino di coda nella classifica bresciana dei paesi polverizzati dalle Pm10. Concordo con la sua idea di integrazione professionale contro la disintegrazione sociale ed economica a cui assistiamo in Italia. Il mostro partorisce un prototipo di futuro che ci attenderà: la nostra automobile ci guiderá verso il centro commerciale dove ci attenderà la spesa ordinata dal nostro intelligente frigo. Non stigmatizzerei la presenza del centro commerciale poiché in futuro l e commerce annullerà forse questi luoghi fisici per creare grandi magazzini virtuali e reali dai quali partiranno le merci ordinate con un click. Nessuno si recherà nel negozio, ma sarà la casa stessa a diventare la piu grande vetrina espositiva. In ultimo concordo con lei sul giudizio estetico relativo all ‘Elnos Ikea. Sembra una grande scatola svedese che vorrebbe parlare inglese ma conosce solo il dialetto della compulsione allo shopping! 😊

  11. Balzane idee, mi sa che più o meno ci siamo come interpretazione. Perchè, celebrate quasi sempre per soluzioni a problemi od esigenze, quelle dell’imprenditore Belli lette qui su BsNews sono idee di volta in volta utopiche, impraticabili, surreali, irrealizzabili o semplicemente, mentre egli si vanta di essere sempre stato “fuori dal coro”, sono idee fuori dal tempo e dalla realtà. Oppure sono solo il parto di una sconfinata fantasia onirica con un pizzico di Super io ipertrofico e qualche grammo di narcisismo. Così, legittimamente e come Piero Gobetti, il suo mito, aspetta l’avvento della rivoluzione liberale. E anche qui, sarà dura…

  12. Al ‘magari’. Anche se lei intende offendere, invitandomi alla raccolta dello sporco o al porta a porta, io non sono come il comunista on.Arcangelo Sannicandro, vergognoso deputato della Sinistra che dice ” non siamo mica metalmeccanici ! ” Rispetto ogni tipo di lavoro che penso abbia piena dignità ( rispetto meno gli anonimi insultatori ) La ringrazio per l’appellativo di affascinante, anche se spero di non esserlo per lei e per tutti i comunisti come Sannicandro. Le assicuro che non mi sento tutto logo, ma se lei conoscesse ciò che dico e scrivo, vedrebbe che chiamo sempre in campo i competenti, proprio perché non sono affatto onnicompetente e considero la vera competenza al pari della democrazia.

  13. A chi tira in ballo la partitocrazia e i sindaci del Pd, mi permetto di consigliare una lettura più attenta e più propria del testo, che ha l’ambizione di essere un testo più ‘ tecnico ‘ che politico. In tutte le città amministrate dalla destra o dalla sinistra, purtroppo i centri storici soffrono, soffocati da grandi supermercati o centri commerciali. I quattro suggerimenti che propongo ( le quattro gambe del tavolo ) non hanno colore politico.

  14. Quella che lei cita come offensiva è una attività che svolgo regolarmente tutti i giorni della raccolta differenziata nel mio quartiere……veda lei… e chi censura scioccamente commenti innocui

  15. Lavoro da 43 anni e le assicuro che mai come in questi ultimi 10 ho visto, sui mercati italiani ed esteri, chiedere il lusso, il personalizzato,il “su misura”… I nostri prodotti vanno dai 2 € ai 300€ ma la richiesta di personalizzarli col proprio logo, con il nome della propria attività è molto frequente.I consumatori sembrano voler differenziarsi forse perché alla ricerca di una propria identità ..Ripeto che non sono un tuttologo, ma la mia esperienza quotidiana, nel mio settore e similari,(non sogni o utopie!) è così siceramente ( non politicamente) ..concretamente.

  16. Dimenticavo : Anche in prodotti tipicamente di serie,come le automobili lei può vedere che le richieste di personalizzazioni e i diversi accessori hanno costretto le grandi aziende industriali a venir incontro ai clienti, uno per uno. Per far ciò, lavorano a fianco delle industrie, piccole ditte di artigiani che personalizzano e completano i veicoli ” su commessa” . Esca da schemi di vecchio ragionamento e, libero, venga con me ” fuori dal coro”, fuori dal sentito dire, fuori dai dettami di partito. Osservi libero la realtà, smettendo di accusare di utopia chi non la pensa come lei e chi,cerca di proporre soluzioni, a volte con coraggio, in modo non anonimo, e con volontà di risolvere difficoltà

  17. I mercati globali sono in mano a pochissimi decisori: gruppi finanziari che stabiliscono le regole della competizione, che escludono chi vogliono quando lo vogliono, che non hanno nè scrupoli nè pietà per nessuno. E i mercati di massa (mass market), con relativi consumi, sono i più appetitti e pilotati per creare nuovi bisogni, oggi legati all’appartenza ed all’esperienza, prima che nuova domanda visti i surplus di offerta. Il “mostro” di Roncadelle si inserisce in questo contesto selvaggio che mira ad anestetizzare proprio le identità di chi prima sceglieva questo o quel negozio per questo o quell’acquisto specifico o personale. E’la vittoria dell’immagine e del brand estetico a scapito del prodotto e persino del prezzo, dell’apparire e dell’apparenza sul contenitore ed il contenuto, del virtuale sulla realtà. Questo è il nuovo, anche se magari il vecchio ci pare migliore.

  18. Anestesia del consumatore e negozi aperti 24 ore…questa é la sorte del sempre più povero consumatore…l’illu sione della scelta é l’anestetico dell’apparenza. L’essenza non può essere customizzata. Abbassare l’imposta sul valore aggiunto (iva) e creare valore aggiunto attraverso intelletto, sperimentazione e qualità potrebbe essere la spada per trafiggere il mostro di Elnôsness!!!

  19. analisi sociologiche elaborate, descrizione delle realtà contemporanee……s empre solo descrizioni,dotte fotografie del presente e dei suoi drammi. Perché non elaborate mai proposte, tentativi di suggerire miglioramenti ? ….Sembrate dei bravi medici che fanno precise e indovinate diagnosi, senza mai suggerire terapie. Io ci provo a volte anche vedendo ciò che che in altri Paesi funziona….coraggio !

  20. Certo che anche il medico che prescrive terapie senza avere fatto nè anamnesi dettagliate nè, soprattutto, diagnosi puntuali, o vanifica del tutto la terapia o ti manda direttamente all’altro mondo. Analisi, obiettivi, strategie, controllo (sono le quattro fasi della pianificazione, come ben sa l’imprenditore, che vanno percorse in questa sequenza e non possono essere nè omesse nè bypassate). A supporto ulteriore, le consiglio l’applicazione del ciclo di Deming (P-D-C-A) sul miglioramento continuo: in particolare, prima di arrivare all’adozione defintiva di una soluzione ne prevede sempre la verifica empirica. Altrimenti, si lascia perdere…

  21. Da ciò che scrive l’anonimo è evidente non solo che non usa alcuna metodologia sul miglioramento continuo ( predica bene e razzola male) ma sopratutto che non ha alcuna capacità di ascolto e di dialogo. Un triste isolato misantropo predicatore/ contestatore che non sa ascoltare, che vive in una triste gabbia pessimistica, non collaborativa, forse “la monade senza porte e senza finestre”.Auguri. …passo e chiudo

  22. Leibniz ? Tanti universi quante sono le monadi: ognuno ha il suo, sono appunto atomi psichici personali. Lei ha il suo, io il mio. Riguardo alla metodologia, meglio Deming o Kaizen ? Meglio una bella sperimentazione empirica o i piccoli passi per certificare la proponibilità o la validità di una soluzione ? Tutto si gioca a monte sull’analisi e la qualità della fase di progettazione. A valle ci può essere tutto o niente. Sogni d’oro. Ah, ecco, appunto…

  23. e le multe punitive nei parcheggi delle città? sfori di un minuto e sei già bordeaux.
    paghi sempre, puntualmente, ma non basta e che dire di quei quindici minuti gratuiti… che sono già compresi nell’orario? lasciarli extra orario sarebbe più intelligente…. utilità degna di un servizio al cittadino ma spennato è meglio! facciamo shopping in città io lo preferisco agli ecomostri.

  24. Se posteggiare al Freccia rossa o all’Ikea è gratuito o rimborsato se compri qualcosa o se vai al cinema, la stessa cosa deve diventarlo nel centro storico….mettiamo alla pari la convenienza e la comodità dei due siti ! !

  25. Dài Belli, lei che è uno dei saggi che supporta l’Amministrazione Del Bono, vada a fare la sua proposta direttamente al Sindaco o all’Assessore Manzoni e poi ci faccia sapere cosa i due le hanno risposto “di saggio”…

  26. Il 23 nov. Alla Fondazione Micheletti un incontro che può offrire risposte al tema dei ” negozi di città contro i giganti”

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