Broletto, Mottinelli alla prova delle deleghe. Resta l’incognita Forza Italia

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Squadra che vince non si tocca. Sarebbe questa, secondo diverse voci confermate anche dal quotidiano Bresciaoggi, l’intenzione del presidente del Broletto Pier Luigi Mottinelli. Il banco di prova sarà il consiglio provinciale del 30, in cui il presidente annuncerà squadra e deleghe, e il vero nodo da sciogliere sarà quello dei rapporti conForza Italia.

Mottinelli, subito dopo il voto, ha dichiarato di voler valorizzare il ruolo degli azzurri anche se non sono più indispensabili per la sua maggioranza. Ora resta da capire la risposta di Alessandro Mattinzoli, vicepresidente uscente, che deve fare i conti con il veto della Lega e con le possibili conseguenze che un accordo potrebbe avere sulle elezioni di Palazzo Loggia.

Per quanto riguarda il Pd, invece, tutto dovrebbe essere confermato. Probabile una delega al capogruppo in Loggia Fabio Capra, che potrebbe raccogliere Pari opportunità, immigrazione e politiche sociali da Laura Parenza (deleghe già avute in Loggia) o bilancio e patrimonio da Nini Ferrari, che non si è ricandidata.

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1 COMMENT

  1. Il PD dovrebbe in ogni modo imbarcare Forza Italia così FI litigherebbe con la lega e non riusciranno a presentare liste in nessuno dei comuni al rinnovo. Bingo!

  2. Il PD dovrebbe in ogni modo imbarcare Forza Italia così FI litigherebbe con la lega e non riusciranno a presentare liste in nessuno dei comuni al rinnovo. Bingo!

  3. puo’ essere anche se l’equazione sembra troppo semplice e banale. In attesa dei prossimi avvenimenti attendiamo fiduciosi le grandissime manovre

  4. “Valorizzare il ruolo degli azzurri ache se non sono più indipensabili” E perchè mai farlo allora, caro Mottinelli ? Quale segnale trasversale si vuol dare ? Magari solo un segnale nella direzione che a livello nazionale si sta architettando ad alto livello proprio tra PD e Forza Italia. Cioè cambiare la legge elettorale in senso proporzionalista, transitare su un Nazareno bis, andare alle elezioni nel 2018 per fare subito dopo una forte “Grande Alleanza” di Governo PD-FI-NCD che manda all’opposizione tutti gli altri, cioè: pentastellati, leghisti, fratelli e sorelle d’talia, sinistra residua. Roba raffinata e duratura, da pentapartito anni ottanta con Renzi di nuovo in sella e la resurrezione di Berlusconi.

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