Rovato, parole di fuoco del sindaco contro i dissidenti e il cronista di Bresciaoggi

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Sceglie la linea dura il sindaco di Rovato Tiziano Belotti, che nell’ultimo editoriale pubblicato sul notiziario comunale il Leone usa toni decisamente poco istituzionali (si parla anche di flatulenze) per rispondere ai suoi avversari. Belotti, nell’intervento, attacca apertamente i rivali politici all’interno della Lega (che sulla questione degli amministratori con presunti debiti verso il Comune sembrano aver alzato il tiro), lasciando intendere che lo scontro finale sarà nelle aule di tribunale. Inoltre il sindaco usa parole di fuoco nei confronti del corrispondente di Bresciaoggi Giancarlo Chiari, contro cui è partito – nei commenti via Facebook al post del sindaco – un linciaggio virtuale, con insulti da cui non si può non prendere le distanze.

IL TESTO INTEGRALE DELL’INTERVENTO DI BELOTTI

Passo dai pregiatissimi e lumacosi radical-chic alle lucifere Mafalde, senza dimenticare i raffinatissimi giornalisti. Perché il mondo è vario, e finché c’è vita c’è speranza, e finché c’è speranza c’è qualcuno che vuole togliertela.

Partiamo da un assunto. Non bisogna mai prendersi troppo sul serio, perché il mondo va avanti comunque, anche senza di noi. Però ci sono dei momenti più importanti. Come quello in cui ti viene assegnato (involontariamente, sich!), un incarico preciso: quello di tenere lontana la miseria umana dal tuo Comune. E quindi ti è toccato di combattere quella infezione purulenta che s’annidava nel centrodestra leghista da troppo tempo, ormai da qualche anno. Rappresentata da un gruppetto di Mafalde infelici che s’alimentano solo ed esclusivamente di invidie, gelosie, rancori e risentimenti verso tutto e verso tutti. Accecate da una sorta di squilibrata onnipotenza e malate di tutta l’antipolitica possibile ed immaginabile, che al confronto i lumacosi radical-chic sembrano delle vergini clementi. Sembrano, perché in realtà dietro a tanta spavalda flatulenza, c’è davvero ben poco, solo miseria umana, appunto.

Quella miseria vigliacca che ti imbratta i manifesti elettorali, che s’inventa i profili falsi su Facebook (come dimenticare il carissimo Marcello Lanzeni), che ti porta a distribuire di persona e nottetempo i volantini diffamatori nel Novembre scorso, che ti fa scrivere sui muri del Comune qualche frasetta puerile (vedi foto sotto). Fine del cinema, carissima Mafalda e compagnia cantante. La vita la si scrive in brutta, non c’è mai tempo per ricopiarla in bella copia. Ci si rivede prossimamente ed in lochi più consoni, e allora ne verranno fuori delle belle. Comprese quelle del recentissimo passato, per cui lo zio non ha nessuna intenzione di soprassedere. Perché non c’è niente di peggio che pestare i piedi ad uno che ha tanta pazienza come me. E la pazienza, tieni bene a mente, è un’arma incredibilmente potente.

E veniamo all’elegante giornalista cui ho accennato all’inizio. Che mi riserva questa bella dedica natalizia su Facebook “quanto al sindaco che mi dà del poveretto, dovrebbe chiarire ai rovatesi che il suo reddito deriva dalla sua carica: se perde la sedia deve lavorare e ho qualche dubbio che ne sia capace o che il suo lavoro sia apprezzato, visti i suoi precedenti successi professionali”. Chi ha scritto questa roba è un giornalista professionista, corrispondente di un noto quotidiano bresciano. Il signor giornalista dovrebbe però almeno sapere che il sottoscritto è allegramente sopravvissuto per un quarto di secolo col solo reddito derivato dalla sua professione. E che con questo ci ha tirato su una famiglia con due figli, una moglie e il mutuo d’ordinanza. Da solo, senza la paghetta da sindaco. E senza l’aiuto dei genitori, visto che mi hanno lasciato un quarto di secolo fa. Sappia poi il signor giornalista che il sottoscritto si è preso anche delle belle soddisfazioni negli anni, e che se solo i debitori (falliti e no) mi pagassero ora il pregresso, potrei scampare quei tre o quattro anni senza nulla fare e stando con le chiappe al sole. Impari il signor giornalista ad aver maggior rispetto per le persone, anche per quelle che hanno disgraziatamente un pensiero politico diverso dal suo. O almeno abbia rispetto per i suoi colleghi: dove scrive ci sono fior fiore di professionisti, che si vergognano profondamente di certe sue uscite.

[… segue foto della scritta su muro….]

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