Brescia, avete sbagliato voi o i sondaggi?

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Flavio Pasotti
Flavio Pasotti

di Flavio Pasotti – Ci sono due categorie sociali che non dovrebbero guardare i sondaggi: il politico serio e il giornalista. Dovrebbero lasciarli al gusto un po’ pettegolo di una comunque ristretta fetta di italiani che cercano, e spesso non trovano, in un sondaggio conforto per le proprie convinzioni personali.

Il politico e il giornalista no, non dovrebbero e non dovrebbero nemmeno chiedersi se il sondaggio sia affidabile o meno, se può avere conseguenze e di che genere, quali ammaestramenti trarre o lezioni suggerire .

Un buon politico deve sapere cosa fare a prescindere da un sondaggio perché il suo non è un mandato al buio (fu eletto su un programma) e perché per vocazione deve avere la sensibilità adeguata a capire dinamiche sociali. Deve avere cioè la “percezione” di ciò che accade senza che la matematica demoscopica lo suggerisca perché ciò che gli viene chiesto non è seguire l’onda ma governare. E lo deve fare avendo in mente una “offerta di politica” che potrà essere giudicata alle elezioni successive sapendo che si presenta davanti al corpo elettorale non per rappresentare identità o testimoniare o produrre solo consenso ma per assumersi la responsabilità del Fare. Si attrezza per raggiungere i suoi obbiettivi, media interessi e offre agli elettori soluzioni di livello, non soluzioni banalmente tecniche come i sondaggi suggeriscono alle aziende per i loro prodotti.

Insomma, non si cura di interviste telefoniche ma guarda e passa, soffrendo: perché sappiamo bene che oggi la politica non è per mantenuti, è roba faticosissima. Quando il paese chiede un leader lo fa perché implicitamente si sottrae alla responsabilità di pensare e partecipare, demandando ad un “uomo forte” il risultato.

Un politico autentico non fa l’uomo forte ma ha idee forti.

Lo stesso problema però riguarda un giornalista. Ben scadente sarebbe la conoscenza del “proprio” mercato, i lettori, se deve affidarsi a un sondaggio. Se a seguito di un sondaggio suggerisce, commenta e anima discussioni c’è da chiedersi come un osservatore che separa le opinioni ma deve conoscere i fatti non si sia accorto prima di ciò che il  sondaggio racconta, e se non racconta fandonie. E dato che i sondaggi non sono oracoli un giornalista deve anche chiedersi perchè le percezioni che dovrebbe avere narrano cose diverse da numeri e statistiche.

Invece  quello del Sole 24Ore sul gradimento dei sindaci italiani ha lasciato il segno tra gli addetti ai lavori bresciani, molto meno tra i cittadini. Ha lasciato il segno perché, ammettetelo, nessuno se lo aspettava. La stampa non è stata nei mesi scorsi particolarmente critica nei confronti di questa amministrazione e la politica, opposizione compresa, altrettanto. L’impressione degli addetti ai lavori è che le cose funzionino pur con le sensibilità che ognuno ha e le criticità anche importanti che ci si porta dietro e si esternano pubblicamente. Anche per l’opposizione l’avere poche critiche alla amministrazione in carica è un dato positivo perché significa avere davanti una sfida per fare meglio e non il rischio, se futuri vincitori, di dover affrontare disastri. Poi evidentemente la propaganda elettorale farà il suo lavoro.

La domanda dunque è: ma siete sicuri di avere sbagliato nelle analisi di questi mesi o forse i numeri del Sole assomigliano statisticamente al pollo di Trilussa? Perché sia chiaro che il sondaggio non crea un problema al Sindaco più di quanto non lo ponga alla stampa. Avesse ragione, l’intero gruppo intellettuale della città dovrebbe fare mea culpa e valige per non aver percepito l’aria, per non essere sul proprio “mercato”.

Io sono più fortunato, sto tra i cittadini che poco lessero di questo e dei passati sondaggi, fidandomi presuntuosamente del mio giudizio. Ma quando l’ho visto sui giornali mi sono detto: cavolo, il Sindaco sta a due punti dal vincere a man bassa al primo turno. Sì, lo so, vorremmo tutti avere un consenso ancor più largo del nostro Ego ma non possiamo pensare che tutti ci amino più di quanto amiamo noi stessi. L’importante è avere la coscienza dell’aver servito le proprie idee, la propria offerta politica al meglio delle proprie forze e capacità, poi l’elettore giudicherà ma solo nell’urna e valutati pro e contro, non al telefono senza una scelta di fronte.

 

 

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31 Commenti

  1. Ha sbagliato lei Pasotti, perché con i sondaggi il consenso si misura e a volte si crea pure!!! Io da politico lo guardo eccome il sondaggio!!

    • Le dirò, il sondaggio è una istantanea, la politica e la amministrazione sono un divenire. io uso molto le ricerche di mercato in azienda, senza quelle faccio fatica ad orientarmi. trovo che invece in politica siano abbastanza fuorvianti, credo che un buon politico dovrebbe fidarsi di più della sua sensibilità . certo, poi se sbagli rischi di brutto come capitò al precedente sindaco convinto di rivincere a mani basse…

  2. Flavio Pasotti, nominato da Del Bono Presidente di Brescia Metro srl al posto di Ettore Fermi, è lo stesso che ha tentato più volte di entrare in politica e che fu Coordinatore Regionale del partito-meteora “Fare per fermare il declino” di Oscar Giannino oppure è un caso di omonimia ? Se è la stessa persona, è meglio che si guardi allo specchio prima di parlare di coerenza nell'”aver servito le proprie idee” visto che proprio lui ha finalmente e convintamente deciso di schierarsi semplicemente…con il più forte.

    • Stradivarius, smetta di fare il codardo e si firmi come faccio io, ammesso che ci riesca perchè mi rendo conto che fare brutta figura non piace a nessuno. non abbia paura anche se in quel caso non potrebbe più sparare balle, non per rischio querela ma per il rischio di perderci la faccia. Lei ha scritto una notiziona, sono presidente di Metrobrescia e mi occupai di Fare, cose veramente segretissime!!! Io non mi nascondo certo e sta scritto sui muri oltre che nella firma dell’articolo che sono temporaneamente presidente di Metro Brescia : spero di fare bene perchè lei deve sapere per quanto le spiaccia che il giudizio su di me non è per l’essere stato nominato ma per quel che riuscirò o meno a fare. O no? O lei crede che assumere un incarico pubblico sia di per sé un atto impuro? Normalmente chi lo crede lo fa per pura invidia; sta in questa categoria? Veniamo alla mia vita, della quale Lei non sa evidentemente nulla, non è tenuto a saperla e per questo sarebbe tenuto anche a tacere se non per rispetto almeno per buona educazione: io sono stato coordinatore nazionale di Fare, una esperienza straordinaria che in poco tempo mobilitò in giro per l’Italia 80.000 persone che, a differenza di Lei, decisero di metterci la faccia e la firma in prima persona. E facendo l’imprenditore per 35 anni non ho mai pensato che la mia dimensione si esaurisse nel far quattrini ma che che puoi pensare di immaginare qualcosa di diverso e migliore per il mondo in cui vivi, puoi anche pensare di restituire ciò che la mia scuola, l’Arnaldo, mi diede pagata da quattrini pubblici. Non sono iscritto al PD, che mi fa scompigliare dalle risate pensare che Lei chiami “il più forte”, perchè ho una tradizione culturale e politica diversa, laica e non cattolica, piuttosto minoritaria dove nel passato scoprii che esisteva un partito, il PRI, che la pensava come me. Me ne andai quando capii che quel mondo era finito, mi occupai di Europa per 7 anni e per quasi 20 scelsi anche il sindacalismo di impresa, non in Confindustria quindi per la ennesima volta non con il più forte. Esperienze straordinarie alle quali spero di aver dato più di quanto ho ricevuto. Ma che ne può sapere Lei, che non riesce a mettere il suo nome nemmeno in fondo a due righe sbagliate in forma e sostanza…. continui a fare l’eroe della tastiera e si senta sicuro nella falange che Mentana bollò con dissacrante e definitiva definizione. Io con la politica ho smesso ma a differenza sua non ho smesso di ragionare. si rassegni.

      • Scusi, Pasotti, ha finito con la polltica ? No, ha appena iniziato e non è una brutta notizia o negativa. A noi pareva che le nomine negli Enti Pubblici non avvenissero per curriculum stellati: sono nomine politiche e, dal dopoguerra ad oggi, lo sapevano anche i passeri in volo sopra la Loggia. Sono invece totalmente d’accordo con Lei su altro: essere nominato in un Ente non è affatto un atto impuro. Anch’io sono stato, per cencelliana spartizione, un nominato in un Ente da un Sindaco ed ho fatto molto seriamente e da cittadino onesto il mio dovere di amministratore guardando euro per euro gli esborsi di denaro pubblico, finendo cos’ un po’ criticato (non si spaventi…) proprio per questo. La sua reazione di getto, alquanto scomposta a me suona un po’ come “excusatio non petita” (fui anch’io “arnaldino” saponetta…): ricordavo semplicemente che la politica Lei l’ha frequentata (è vero) e la frequenta indirettamente oggi come amministratore nominato da Del Bono (è vero), sindaco piddino alla guida di una Giunta di centrosinistra (è vero) e che Lei sostituisce clamorosamente il padre-padrone dell’intero progetto Metrobus sin dal lontano parto del 1983, cioè Ettore Fermi (è vero). Allora, dobbiamo dire che il suo nome è semplicemente stato scelto dall’apposita commissione in Loggia tra decine e di decine di partecipanti solo per il currciculum da imprenditore e poi sottoposto alla firma di Del Bono ? Va bene..è andata così…si rassereni.

        • Bene, vedo che il tono è cambiato . Io faccio molta differenza tra fare politica, fare Amministrazione, fare gestione. Renzi non capisce che si può eccome fare politica senza stare al governo, lo insegnarono le generazioni della prima repubblica. Quella è politica autentica. Poi c’è la Amministrazione dove il sindaco ha un ruolo preminente, è controllo e indirizzo sulla gestione. In ultimo la gestione negli enti dove la politica è marginale (non fraintenda, dovrebbe essere marginale nei cv). In un ente gestisci secondo direttive del socio pubblico, secondo cioè direttive politiche ma non fai politica, non fai indirizzi, non prefiguri scenari: offri la tua professionalità. Per questo, avendo fatto politica in un partito considero il mio impegno di oggi come “esterno” alla politica: produco “gestione” che è altra cosa. Detto questo secondo il mio parere Emilio Del Bono ha marcato una rilevante differenza rispetto al passato proprio sulle nomine: i professori Valotti e Scarpa in A2A e Brescia Mobilità sono scelte di livello indiscutibile e non credo proprio riferibili alla stretta osservanza del partito di maggioranza relativa. Non le pare questa una scelta molto significativa e in discontinuità col passato? E non vado oltre…. ma le devo chiedere: si firmi. Esca da un fake che non le fa alcun onore, parli con la sua firma. È una sfida politica anche quella il costringere chi ti legge a valutare ciò che dici e non chi sei. Ci provi…

          • Vedo che le sfugge il finale ironico, che scambia per una presa d’atto. No, le nomine negli Enti sono sempre e solo purtroppo “in quota” di qualcosa: soprattutto partito, ma anche associazione, sindacato, movimento, singolo pezzo da novanta od onorevole autorevole con i quali si sottoscrivono cambaili varie. E via di questo passo. Andiamo al sodo: ci dica serenamente perchè o da chi è stato suggerito a Del Bono (che giusramente Lei incensa oggi con il turibolo della riconoscenza) di benedirela sua nomina in Brescia Metro srl al posto di Fermi. E non ci ripeta che è solo apprezzata professionalità e curriculum da imprenditore messe eroicamente al servizio dei cittadini: sarebbe diffcile crederle anche per i famosi passeri che volano sopra la Loggia. Di seguito: poichè il pubblco, cioè la politica, si occupa notoriamente di indirizzo e controllo negli Enti partecipati, la sfido come attuale gestore nonchè amministratore pubblico a spostarsi di una virgola nel fare quotidiano da quanto le “suggeriscono amichevolmente” Sindaco e Giunta con in mano prima di tutto il manuale Cencelli e quasi mai i bilanci che scottano. E glielo dico per esperienza personale, cui ho già accennato. Da ultimo: ci dica gentilmente cosa pensa di cambiare in Brescia Metro e, da imprenditore del “fare” (magari per fermare il declino…), ci parli solo dei numeri, quelli che purtroppo conosciamo molto bene e sui quali possiamo dissertare a occhi bendati da pari a pari. Grazie.

  3. Flavio Pasotti è stato nominato nel 2016 da Del Bono Presidente di Brescia Metro srl, società mista pubblico-privata cui è affidata la gestione del Metrobus (cosa non da poco, poichè succeduto nientemeno che di Ettore Fermi, padre-padrone storico dell’infrastruttura) : rieggersi la riflessione dell’opinionista Pasotti alla luce di questa “sciocchezzuola”…

    • No, non mi sfugge l’ironia della chiusura, le davo solo una via di salvezza, dovuta per solidarietà a chi ha frequentato l’Arnaldo, che però accecato dalla ubris ignora. Non vi può essere alcun dubbio, ed è giusto sia così, che le nomine pubbliche facciano parte dello spoyl system: Trump nominerà ambasciatore in Italia certamente un suo amico certamente suo finanziatore; ma ha nominato Segretario alla Difesa uno che amico non è ma che ha le competenze al punto tale da far cambiare una storica legge per permettergli di insediarsi. Oltre ai suoi poveri passeri sappia che nei cieli del Cencelli volano pure le aquile. Veniamo alle nomine di Del Bono che Lei cerca di ridurre a profumo tribolare (le ripeto, non ero un chierichetto e col turibolo ci avrei fatto il lancio del martello): EdB ha introdotto un cambiamento retoricamente incontrovertibile che è uno degli aspetti, insieme alla attenzione al bilancio, che secondo me hanno meglio caratterizzato questa amministrazione 1) ha lasciato scadere tutte le nomine (non ha cioè operato come la giunta precedente per far fuori prima della scadenza naturale chi c’era esponendo tra l’altro la società a danni legali di svariati milioni) 2) ha scelto sulle nomine di primo livello persone con metodo Sec Def di Trump. Anzi, un po’ oltre perché almeno una non lo votò. 3) su società di quella criticità , parlo di Brescia Mobilità e A2A, la professionalità ha fatto nettamente premio rispetto alla fedeltà. Lei che mostra una notevole familiarità col passato stenta a rassegnarsi, la capisco, le novità a volte disorientano ma chi verrà dopo EdB non potrà non tenerne conto e chi sarà chiamato al voto dovrebbe invece ricordarsene e positivamente. Io non ho la presunzione di mettere la mia scelta al livello di Scarpa e Valotti, non credo di essere stato suggerito a EdB, credo sia una trovata sua, credo abbia consultato correttamente il Presidente della holding sotto la quale avrei dovuto operare, sono certo abbia avuto resistenze anche da persone che mi stimano ma che forse avrebbero preferito qualche “IN” più malleabile ma credo, scontate le voci contrarie, abbia avuto anche qualche conforto. Il giorno dopo nessuno è venuto da me ad accreditarsi come sponsor e, incredibile dictu per Lei, non ho avuto in questi mesi alcun “suggerimento” su nessuna materia: non so se perchè i tempi siano cambiati o se perchè qualcuno mi conosce e sa che è meglio evitare, decida Lei. Semmai ho avuto qualche richiesta di parere o è stata mia iniziativa salire le scale della Loggia per segnalare cose che ritengo non andassero bene. Insomma, rispetto alla sua esperienza e alla cultura di governo della maggioranza che la indicò in non saprei quale ente, io sto , e me ne rallegro, in tutt’altra situazione: le mie mani solo libere perchè il mandato esplicitamente affidatomi è averle tali e usarle come so. Evidentemente il suo era diverso. Sa invece cosa mi ha veramente sorpreso? la quantità di normali cittadini che mi ferma anche per strada o mi fa la posta e mi consegna CV in cerca di una assunzione: sembra che in materia non vi sia più alcuna intermediazione della politica, la crisi certamente morde ma non si va da nessuna parte perché le assunzioni sono per bandi e se c’e una seconda cosa che mi ha sorpreso, positivamente, è che non trovo per nulla sovradimensionato il personale: la pianta organica e l’organigramma sono congruenti e in Metrobrescia ho un solo dirigente. In chiusura, la domanda sui numeri è un po’ equivoca ma cerco di capire. Se si tratta di bilancio non esiste il problema perchè Metrobrescia è un conduttore che ha un bilancio a commessa che vale 7 anni definito con i soci privati in base all’accordo transattivo stipulato dalla giunta Paroli. Sui proventi del sistema trasporti immagino che la sentenza che costringe la Regione a mollare il dovuto in termini di contributo alla Metro metta in condizioni decisamente migliori il Comune di Brescia: non la Amministrazione, il Comune di Brescia. Il vero guaio è il pasticcio sui mutui stipulati anni fa che francamente lascia un imprenditore, ma direi anche un padre di famiglia che fa il mutuo per comprarsi casa, semplicemente senza parole. Io immagino che per un disastro simile debbano esistere precise giustificazioni tecniche, che non conosco e non chiedo perchè non di mia competenza essendo sul bilancio del Comune, ma alle milionate che ci costò il cambio anticipato di amministratori in A2A prima o poi qualcuno che ne abbia la competenza dovrebbe sommare il danno della operazione mutui e chiederne conto non solo politico. Se si fa sempre passare senza sanzione l’errore allora esponiamo la cosa pubblica a qualsiasi scorreria. Infine, rimane solo un problema: Lei. Io le ho offerto qualcosa di più di un accesso agli atti. Ma Lei continua ad essere un gran codardo che non fa onore al nome del nostro Liceo Ginnasio. Immagino Lei non fosse della mia sezione, non abbia conosciuto il rigore etico del professor Cova e del professor Tonna e che quindi non abbia un qualcosa stampato nell’anima. Oppure che frequentando amicizie politiche sbagliate si sia lasciato attrarre dal lato oscuro della forza e viaggi nell’inquieto universo del risentimento verso ciò che Lei avrebbe potuto essere e non ha avuto nella vita il coraggio di realizzare. Non le chiedo più di svelarsi, non le lascio più alcuna via di uscita. Quando lei mi incontrerà, io inconscio evidentemente, vedrà con gli occhi un suo fallimento. Se come credo lei è cattolico un buon ragionamento con un prete potrebbe esserle di aiuto. SE è laico, giustamente per i suoi errori e per i suoi compromessi non avrà alcun conforto.

      • “Rigore etico stampato nellì’anima” ? “Codardo” ? Come si permette dei giudizi personali ? Chi crede di essere ? E poi mi spiace deluderla come psicologo, ma l’etica delle responsabilità è l’unica “Musa esistenziale” cui mi sono ispirato con grandi soddisfazioni personali, da amministratore pubblico e, ancor oggi, lavorative. E, incredibile ma vero visto il contesto, tra coloro che meglio possono testimoniarlo c’è proprio Emilio Del Bono che ben mi conosce, mi stima e che io pure conosco da quando frequentava l’Arnaldo. Lei è stato prodigo di insulti, io le do solo un consiglio che molti a Brescia condividono: voli più basso e prima di “fare” pensi un po’ di più, come qualche giorno fa ricordavo ad un corso di time management…dove sono docente e non un partecipante. Ad maiora.

        • Ahhhhh….. adesso che ha presentato il CV con le medaglie e gli alamari pensa di aver risolto il problema del nascondersi dietro ad uno pseudonimo, nuova versione del classico “lei non sa chi sono io”? Perché se non ricorda le buone lezioni di filosofia io le ricordo che l’etica della responsabilità si traduce in politica con la fondamentale “riconoscibilità della responsabilità” alla quale Lei si sottrae: senza quella la democrazia non funziona. E non la butti in caciara, come sempre capita sui social scambiando la povertà del contenuto con le accuse personali: lei cerca di rendere meno credibile la analisi in un articolo non contestando il contenuto (che sarebbe volare alto) ma provando a delegittimare l’autore; si ricorda nella storia chi utilizzava questo metodo? Provi a volare alto, perchè del basso è inutile occuparsi. non mi spieghi che Emilio Del Bono la stima: mi dimostri che la merita. Eviterò il vecchio motto che chi sa Fa e chi non sa insegna e magari volando alto ritroverà magari gusto e meno acrimonia…. ci provi, la aspetto perchè so che a quel punto eviterà consigli scontati: me li diedero e risposi che star bassi è cosa da servi.

          • “L’arroganza, la presunzione, il protagonismo, l’invidia: questi sono i difetti da cui occorre guardarsi.” Eh, già…
            (Plutarco)

  4. Un’analisi ineccepibile e di certo sensata: non a caso ai tempi della prima Repubblica i sondaggi non esistevano nemmeno!!!!

  5. Ci era sfuggito il commento dell’utente “rispetto”, che è stato moderato (ricordiamo a tutti che non sono consentiti dibattiti sulle attività di moderazione dei commenti, in caso di lamentele scriveteci a [email protected])

  6. Complimenti a Pasotti per il so intervento, è uno dei pochi imprenditori bresciani che ha dimostrato uno spessore politico in questi anni… Api senza di lui è tornata nel silenzio e lo stesso accadrà in Aib senza Bonometti.

  7. Vedo molta invidia nei confronti del ruolo di Pasotti. Concentratevi sulla sostanza di ciò che dice, altrimenti potrebbe sembrare che lo criticate soltanto perché non siete al suo posto. Se è così prendetevela con l’esperienza fallimentare di Paroli……..

  8. Difendo il diritto all’anonimato. Quello di Stradivarius,quello mio, quello di tutti coloro che scrivono ai giornali e chiedono di non pubblicare il loro nome. Perché difendo l’anonimato? Per molte ragioni: perché ognuno ha diritto alla riservatezza, perché l’anonimato protegge da rivalse e ripicche non solo l’autore ma anche tutti coloro che gli stanno attorno, perché, specie nel dibattito politico e amministrativo, l’anonimato è molto più efficace del palese. L’importante è che l’anonimo sia sempre pronto a rispondere di ciò che scrive. Chi scrive qui sa che il Direttore, pur tenuto al segreto, sa sempre chi è l’anonimo.
    Ciò detto mi sembra che, sull’argomento di questa pagina, Stradivarius, con il quale mi trovo spesso in sintonia, abbia più di una ragione e che Pasotti avrebbe fatto meglio ad assumere lo stesso atteggiamento di Del Bono: far finta che nulla sia avvenuto e tacere; sarebbe stato più conveniente per il Sindaco.

  9. PASOTTI, usciamo dal personale, purtroppo il suo intervento “odora” di ruffiana! Senza dubbio non lo è ma era meglio evitarla, inutile e controproducente. Ma tornando alla questione che lei pone mi permetto di dirle che la politica è come un grande mercato (non nel senso meno nobile) dove i partiti devono capire se le loro idee giungono in maniera corretta ai cittadini. I sondaggi non per nulla li usano anche le grandi aziende e lei lo sa bene ed ora ne nega l’efficacia. I partiti devono avere idee forti, non convengo ma accetto l’ipotesi; e come farebbero a capire se quello che dicono viene ben recepito? Mi sembra che qui faccia acqua il suo intervento e dove maggiormente viene esposto alla immagine di “leccata” al sindaco! Gli indici restano tali, non sono la bibbia di certo ma se li si sa leggere si capisce se si sta sbagliando qualche mossa foss’anche solo comunicativa.
    Poi altra cosa è leggere sondaggi come il suo amato NYT… una ridda di calzate che ha affossato quella testata che oggi è RIDICOLA ed INUTILE! O forse Hillary è ancora in testa a quei (balla)sondaggi?
    Quindi diffidiamo dei sondaggi di personaggi venduti ma cerchiamo di riconoscere i sondaggi fatti con criterio e non destinati sono a “orientare” l’elettore. Io non credo che ci sia stata una congiura del il sole 24ore contro Del Bono, quindi rispettiamo quel dato.

  10. Giusto, usciamo dal personale, però occhio che così sparite. Nell’anonimato chi garantisce ai lettori la originalità delle vostre riflessioni? Perché è ai lettori che vi rivolgete. Mentre io con nome e cognome e faccia e idee mi sottopongo anche al giudizio di ruffianeria (poi ne riparliamo) voi potete nascondere dietro il vostro anonimato qualsiasi genere di interesse, di rancore, di invidia, di protagonismo o anche qualcosa di peggio che renderebbe infinitamente meno credibili le vostre affermazioni tese a mettere in dubbio la persona come insegna la migliore tradizione stalinista e non, sia chiaro, il contenuto dell’articolo.
    L’anonimato in politica è una cosa forse moralmente accettabile per qualcuno ma deprecabile ai miei occhi e a una intera tradizione di pensiero liberale dove la responsabilità individuale è la chiave dell’etica pubblica. Lo dico perché per tre articoli io usai un nom de plume (all’epoca li lesse e commentò favorevolmente anche Qoi Sakhal) ma maturai l’idea che non fosse per nulla corretto, che fosse un atto di disonestà intellettuale, un imbroglio verso chi mi leggeva nonché una codardia che non mi faceva onore. Sì, lo so, un nom de piume è cosa decisamente migliore dell’anonimato stalinista perché viene usato per sostenere una idea e non per attaccare qualcuno ma smisi: meglio essere arroganti, presuntuosi e avere manie di protagonismo ma con la propria faccia (l’invidia no, proprio no, ve la lascio: non so chi siate, anche volendo tecnicamente difficile invidiarvi).

    Compreso quindi che l’anonimato non è una questione di tutela personale ( e che, giro con un bulletproof io che mi firmo?), è un pessimo servizio alla democrazia e può insidiosamente per il lettore nascondere interessi personali (legittimi, ovviamente, ma occulti) veniamo a Roberto, che invece è entrato nel cuore del problema esprimendo valutazioni che non condivido ma che sono di senso comune. Nessuna congiura del Sole24Ore anche perché non considero negativo per il sindaco il dato essendo a due punti dalla rielezione al primo turno e perché considero difficilissimo che un sindaco oggi possa godere di consensi plebiscitari: non è proprio aria, ricordo un Corsini convinto di passare al primo turno costretto poi al ballottaggio ed erano momenti con bilanci piuttosto diversi. Sono invece certo che in azienda le ricerche di mercato, non i sondaggi, siano molto utili: Roberto le posso dire che una discussione che ho in Metrobrescia è proprio sulla necessità di avere un approccio più scientifico e solido che significa fare qualche cosa in più delle ricerche esistenti. Ma in Metro io “seguo” un mercato offrendo una servizio : devo sapere dove vanno e cosa vogliono i passeggeri. In politica no: in politica sono io che, anzi scusate, è il politico che deve “offrire” una piattaforma amministrativa e non “seguire” gli umori dell’elettorato (paradossalmente se li seguisse oggi dopo il caso di Vasto dovremmo togliere il linciaggio dai reati penali e introdurre l’omicidio per vendetta come legittimo atto risarcitorio) . La elaborazione politica prescinde totalmente dalla acquisizione del consenso e chi cadde nell’errore di invertire i termini ha fatto, come è noto, un pessimo servizio al paese oltre che a se stesso. Una volta che la piattaforma politica è approvata dagli elettori il tuo problema è realizzarla magari avendo la “sensibilità” di percepire i mutamenti in corso d’opera: non devi fare sondaggi o ricerche di mercato ai cui risultati piegarti, hai un mandato e devi svolgerlo e poi riparleranno le urne salvo tu sia un grande insicuro; ma lo vorreste voi un insicuro a guidare la città? Altro ancora invece è porsi il problema se la realizzazione della piattaforma, cioè la amministrazione della città, viene percepita dai cittadini: questa non è ricerca di mercato o sondaggio, questa è “comunicazione” che non è solo uno strumento elettorale ma un dovere di chi ha un profilo pubblico. Se devo fare una osservazione a Emilio Del Bono, il mio amico Emilio Del Bono così sembro più ruffiano, è di non aver affrontato il problema della comunicazione in modo efficace: perché la comunicazione non è un comunicato stampa, che comunque serve, ma un prodotto al pari degli altri atti amministrativi ed è cosa sofisticata, vero Direttore?
    In chiusura la mia critica alla stampa: è noto ai giornalisti che non ho mai mandato una smentita in vita mia, se mi hanno messo in bocca qualcosa che non ho mai detto lo avranno fatto per qualche motivo, buono o cattivo; è la vita e loro per di più si firmano, non sono anonimi. Ma non mi convincono gli allarmati consigli, scritti da persone che stimo: anche il giornalista deve interrogarsi e chiedersi che senso ha il sondaggio, e chiedersi perché fino a quel momento non si aveva percezione del problema e non avere timori a dire che non ve ne era percezione perché non ve ne era ragione (implicitamente confermando che il sondaggio era cannato). …. cosa che sostiene anche Roberto cadendo in contraddizione: come mai il sondaggio del Sole è indiscutibile mentre quelli del “mio” NYT non lo sono? No, i sondaggi sono per definizione discutibili specie se sono semplici come le intenzioni di voto: serve qualcosa di più sofisticato. Ad esempio, il NYT non sbagliò e come lui poco sbagliarono gli altri: Hillary Clinton fu la più votata come sostenevano i sondaggi ma la distribuzione del voto favorì Donald Trump: negli swinging state il distacco era nell’ordine dell’errore statistico ma fu a favore di The Donald. Ecco, errore statistico è proprio un termine adatto alla nostra discussione….

  11. Uè, ma un pensiero tuo non ti esce neanche per sbaglio, eh? Concentrati da bravo… che intanto bruci nel tuo piccolo falò

    • “La nostra presunzione è tale che vorremmo essere conosciuti dal mondo intero e anche da quelli che verranno quando non ci saremo più. Ma siamo così vani che la stima di cinque o sei persone attorno a noi fa piacere e ci soddisfa.” (Pascal)

      Eh, già…

  12. E’ consentito a Pasquale Zagaria di presentarsi come Lino Banfi e a Franco Lechner come Bombolo e tu, Flavio Pasotti, non vuoi consentire a me di nominarmi Qol Sakhal? a me, che sono tanto meno importante dei due grandi che ho citato?

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