Provincia, sì al programma di Mottinelli e alla vendita delle quote di A4

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Seduta del consiglio provinciale di Brescia, al centro il presidente Pier Luigi Mottinelli - foto andrea tortelli - www.bsnews.it
Seduta del consiglio provinciale di Brescia, al centro il presidente Pier Luigi Mottinelli - foto andrea tortelli - www.bsnews.it

Una cabina di regia sulle problematiche ambientali e un osservatorio per vigilare sulle grandi opere: dalla Tav all’autostrada della Vatrompia, passando per l’aeroporto. Sono queste le novità principali del programma di governo del presidente della Provincia di Brescia Pier Luigi Mottinelli, presentato oggi in consiglio provinciale. Una piattaforma programmatica in continuità con quanto fatto in precedenza, ha sottolineato Mottinelli prima di avanzare la richiesta alla costituenda commissione statuto di procedere con la costituzione dei due organismi. Il presidente, quindi, ha annunciato che è imminente un incontro in Regione per ridefinire i poteri delle province lombarde dopo la bocciatura del referendum costituzionale.

Nel dibattito l’unico a intervenire è stato Marco Apostoli della lista di sinistra Provincia Bene Comune. Apostoli ha ribadito la contrarietà all’autostrada della Valtrompia e avanzato alcune proposte forti in materia di cave: dal limite del 10 per cento al materiale commercializzato fuori provincia all’aumento dei poteri dei sindaci, dalle convenzioni obbligatorie con i Comuni per i cavatori all’obbligo di recupero immediato degli ambiti prima di procedere con nuove concessioni per arrivare fino al vincolo dell’agricolo come unica destinazione possibile.

Al dunque Apostoli è stato l’unico a votare contro. Mentre il centrodestra si è astenuto, ad eccezione di Mariateresa Vivaldini (voto favorevole).

Quindi, il consiglio ha affrontato la questione della possibile alienazione delle quote dell’autostrada A4 (la cui maggioranza assoluta fa capo al gruppo spagnolo Abertis). Mottinelli ha spiegato che la partecipazione del Broletto rende all’ente circa “solo” 109mila euro all’anno ed evidenziato che l’unica realtà pubblica contraria a vendere le quote è il Comune di Verona. “Noi non siamo in grado di condizionarne il futuro e probabilmente non saremo più nemmeno rappresentati in Consiglio, inoltre è difficile immaginare che le entrate da dividendi aumentino in maniera esponenziale”, ha detto il presidente della Provincia, “ci servono risorse per strade e scuole, ma anche per creare una società in house che avvii la progettazione della viabilità provinciale e per altri progetti. Ma la vera valutazione è di ordine strategico e politico. Per questo, come mi ero espresso già quando ero in minoranza, credo sia opportuno procedere alla vendita”.

“Vendere vuol dire rinunciare per sempre al fatto che la Provincia abbia un ruolo strategico”, ha però commentato il coordinatore di Forza Italia Alessandro Mattinzoli. L’ex vice di Mottinelli  si è quindi lanciato in una serie di calcoli sul valore delle partecipazioni, lasciando intendere che quello reale sia maggiore di quello offerto dagli spagnoli. Ed ha annunciato il no di Forza Italia, esplicitando anche che con il centrosinistra non ci sono “inciuci”: un chiaro messaggio ai ribelli ex forzisti rappresentati in aula da Nicoletta Benedetti. Tanto che durante il suo intervento Mattinzoli si è anche voltato verso il pubblico – dove erano seduti i giornalisti ma anche i compagni di partito Vigilio Bettinsoli ed Emanuele Rossi – per affermare (sorridendo): “Avete visto che so fare opposizione?”.

Sulla stessa linea di Mattinzoli – per una volta – anche la Bontempi, che ha chiesto il rinvio della votazione. Così come si è schierato per il no il leghista Mattia Zanardini. Mentre Mariateresa Vivaldini ha richiamato Mattinzoli alla coerenza, sottolineando che le condizioni attuali sono peggiorative rispetto al 2015. E suscitando le ire di Mattinzoli, in chiusura di seduta.

Perplesso rispetto alla vendita – da sinistra – anche Apostoli, con cui sono subito state scintille (Apostoli ha definito “pizzino” il documento dato dall’ente ai consiglieri, suscitando le ire di Mottinelli).

Infine, diversi interventi per la maggioranza, fra cui quello di Fabio Capra  che ha ricordato a tutti come il voto di oggi non fosse sulla vendita immediata delle azioni a un dato prezzo, ma sulla possibilità di aprire un bando per l’alienazione.

Al dunque, voti secondo copione. Con la correzione di 1.700 azioni sottratte alla vendita per mantenere un ruolo minimo di influenza nella società.

 

 

 

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