Brescia seconda in Lombardia per immigrati irregolari

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Brescia immigrati
Una foto d'archivio di richiedenti asilo

“I numeri certificano che l’immigrazione di massa è un problema da risolvere. La Lombardia ospita 1 milione 314 mila immigrati, tra cui circa 96.000 irregolari. Se tra i lombardi il tasso di disoccupazione si attesta intorno all’8%, tra gli immigrati residenti in Lombardia ben 18.1 su 100 risultano inattivi, un dato che tocca la punta del 28.1% tra la popolazione femminile. Il nostro territorio non può permettersi di accogliere altri immigrati, soprattutto i cosiddetti migranti economici”. Lo ha detto Simona Bordonali, assessore alla Sicurezza, Protezione civile e Immigrazione della Regione Lombardia a margine della presentazione del rapporto Orim “L’immigrazione in Lombardia – 2016” avvenuta questa mattina nella Sala Biagi di Palazzo Lombardia, a Milano

“Nella nostra regione i residenti stranieri rappresentano il 13,1% della popolazione, contro l’8,3% nazionale, e in alcune aree questa percentuale raggiunge picchi più elevati, come il 21,5% della città di Milano o il 14,9% della provincia di Brescia. In piena crisi occupazionale non possiamo permetterci di aprire le porte a chi si reca sul nostro territorio per motivi di carattere economico” ha aggiunto Bordonali.

Al 1° luglio 2016 l’Osservatorio Regionale per l’integrazione e la multietnicità (Orim) stima in 1.314.000 persone il numero degli stranieri presenti in Lombardia e provenienti da Paesi a forte pressione migratoria. Nel periodo che va dal 1° luglio 2015 al 1° luglio 2016 la componente regolare si è ridotta di 8.000 unità, ma a fronte di 50.000 acquisizioni di cittadinanza. La variazione totale comprensiva delle acquisizioni di cittadinanza in Lombardia vede dunque un aumento di 43.600 unità, inteso come differenza tra gli ingressi nella popolazione e le vere e proprie uscite dal territorio lombardo. Sono inoltre 1.000 in più dell’anno precedente i soggetti irregolari rispetto al soggiorno. Questi ultimi, che già nel biennio precedente erano complessivamente aumentati di 8-9.000 unità, registrano un ulteriore modesto rialzo che li porta ad attestarsi a poco meno di 97.000; un valore che ripropone il dato del 2012 e a cui corrisponde un tasso (per 100 presenti) del 7,3 per cento.

Sono 894.300 le persone in più rispetto al 2001 (419.700 presenze). La leggera contrazione della crescita è da attribuire anche al numero di acquisizioni di cittadinanza italiana da parte degli stranieri. Un fenomeno, questo, che per l’intera regione è rapidamente salito dai 26.000 casi del 2013 ai 36.000 del 2014 e ancora ai 46.000 del 2015. La stima per il periodo 1° luglio 2015 – 1° luglio 2016 è di circa 50.000 unità.

In provincia di Brescia al 1 luglio 2016 sono presenti 188.000 immigrati pari al 14,9% della popolazione residente. Sono circa 9.500 in più rispetto all’anno precedente (6.700 hanno ottenuto la cittadinanza nel corso dei 12 mesi). Gli immigrati provenienti dall’Est Europa sono 83.600, 48.800 dall’Asia, 49.800 dall’Africa e 5.700 dall’America Latina. Brescia è la seconda provincia lombarda (dopo Milano) per numero di immigrati irregolari: 15.100 su un totale di 96.600 presenti in Lombardia.

Nel quadro delle Ats la più alta densità di presenza è detenuta dalla Città metropolitana (162,2 stranieri per mille residenti), seguita a breve distanza dalla Ats di Brescia (153,6).

Nel 2016 sono sbarcate nel nostro Paese 181.436 persone, a fronte di 123.600 richieste d’asilo. Tra le 91.102 domande analizzate, lo status di rifugiato è stato concesso solo a 4.808 richiedenti (il 5 per cento); altre forme di protezione sono state concesse a 31.852 persone (35 per cento), mentre non hanno ricevuto alcun riconoscimento altri 51.170 richiedenti (56 per cento) a cui vanno aggiunti anche 3.084 irreperibili (4 per cento) che hanno fatto richiesta d’asilo e poi sono spariti nel nulla. Di fatto, tra coloro che non hanno inoltrato richiesta d’asilo e coloro che non hanno ricevuto alcuna forma di protezione, sono ben 112.090 i nuovi clandestini riconosciuti nel nostro Paese solo tra coloro sbarcati nel 2016.

Per la Lombardia la situazione è ancora peggiore, in termini percentuali: su 10.492 domande analizzate dalle commissioni lombarde, i profughi sono risultati 717 (7 per cento), altre 3.027 persone (29 per cento) hanno ottenuto protezione sussidiaria o umanitaria, mentre i non riconosciuti e gli irreperibili sono ben 6.739, il 64 per cento. In Lombardia dunque 2 richiedenti asilo su 3 sono clandestini.

Nell’anno accademico 2015/16, la Lombardia si conferma la regione con il maggior numero di stranieri iscritti nei suoi atenei, sia pubblici sia privati: 17.868, pari al 24,3 per cento di iscritti stranieri su scala nazionale, con un aumento del 4,1 per cento rispetto all’a.a. 2014/15. La stessa situazione si conferma se consideriamo solamente il numero di immatricolazioni: 3.188, ovvero il 24,1 per cento del valore complessivo italiano (+4 per cento rispetto all’anno accademico precedente). Gli atenei più frequentati sono quelli milanesi e, in relazione all’ambito disciplinare, è l’area sociale la più scelta, sia per quelli già iscritti stranieri sia per le sole matricole.

Rispetto alla macroarea di provenienza i dati al 1° luglio 2016 confermano il primato degli est-europei con 472.000 unità (4.000 in meno rispetto a dodici mesi prima), che precedono gli asiatici, con 335.000 (6.000 in più). Il terzo gruppo per importanza, i nordafricani, si caratterizza con 233.000 unità e quasi 7.000 in meno rispetto al 2015, ed è seguito dai latinoamericani, stimati in 166.000 (2.000 in meno), e dagli “altri africani”, la cui consistenza numerica al 1° luglio 2015 è valutata in circa 109.000 unità (mille in più).
In termini relativi gli est-europei detengono il 35,9 per cento del totale – la metà del quale (17,4 per cento) riferito alla componente Ue – e segnano un leggero regresso rispetto allo scorso anno (-0,2 punti percentuali), mentre gli asiatici passano dal 24,9 per cento al 25,5 per cento e il loro aumento è pressoché controbilanciato da una uguale variazione di segno opposto per i nordafricani che detengono il 17,7 per cento. Latinoamericani e altri africani restano sostanzialmente fermi, rispettivamente, al 12,6 per cento e all’8,3 per cento.

Riguardo alle provenienze per singola nazionalità, le stime al 1° luglio 2016 confermano ai vertici tre Paesi con oltre 100.000 presenti: la Romania, con 197.000 unità, il Marocco con 116.000 e l’Albania con 115.000. Tuttavia, mentre la componente romena prosegue nel suo percorso di crescita (+4.000 unità negli ultimi dodici mesi), il Marocco continua il leggero regresso avviato nel 2011, quando aveva toccato la punta massima di 132.000 presenti, e l’Albania subisce una consistente riduzione (ben 7.000 unità in meno negli ultimi dodici mesi) scendendo a 116.000 unità

Trovano spazio anche sei Paesi con almeno 50.000 unità: l’Egitto, con 91.000 (mille in più), seguito dalla Cina con 76.000 (4.000 in più), quindi dalle Filippine con 68.000 (senza variazione), dall’Ucraina con 63.000 (+3.000), dall’India con 57.000 (quasi come lo scorso anno) e infine dal Perù con 53.000 (quasi 2.000 in meno). Vanno ancora segnalati sette Paesi con un numero di presenze compreso tra 20.000 e 50.000 unità, nell’ordine: Ecuador (47.000), Pakistan (46.000), Senegal (42.000), Sri Lanka (37.000), Moldova (27.000), Bangladesh (24.000) e Tunisia (21.000).

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