IL TUO AVVOCATO/1. Che faccio se le azioni perdono di valore?

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Avvocato Monica Pagano (studio Pagano and Partners), Brescia. www.bsnews.it
Avvocato Monica Pagano (studio Pagano and Partners), Brescia. www.bsnews.it

Mi sono fidato di un cattivo consiglio e nel 2011 ho comprato azioni della Banca Popolare di Vicenza. Da allora ho perso quasi tutto il valore. Come posso tutelarmi di fronte al calo drastico del valore delle mie azioni? Ho qualche possibilità di recuperare i miei risparmi? Devo accettare l’offerta di transazione anche se non mi soddisfa?

L.V., Brescia (mail)

RISPONDE MONICA PAGANO, PAGANO & PARTNERS, BRESCIA. Numerosi lettori di BsNews ci hanno scritto e sollecitato nei commenti alla prima punta di questa rubrica per ottenere chiarimenti circa le possibilità prospettabili nel caso in cui le azioni in loro possesso dovessero perdere di valore. Una casistica piuttosto frequente anche tra i clienti dello Studio Legale Pagano & Partners.

Tale quesito, se lo saranno posti anche tutti coloro che hanno intrattenuto rapporti con Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza. Infatti, com’è noto a tutti, questi due importanti istituti di credito stanno attraversando una profonda crisi.

A pagarne le conseguenze, però, sono principalmente i risparmiatori e gli azionisti che hanno avuto a che fare con gli stessi: i consumatori, in seguito alle spiacevoli vicende che hanno coinvolto suddetti istituti bancari, hanno infatti assistito all’azzeramento dei propri titoli. Per rimediare a tali perdite, Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza, hanno inviato una proposta transattiva, riconoscendo, nel caso di specie, un risarcimento ritenuto, però, del tutto irrisorio. Nel caso di specie, Banca Popolare di Vicenza, ha proposto un indennizzo di 9 euro per ogni azione, in cambio della rinuncia ad instaurare contenziosi contro la Banca. Veneto banca, invece, non ha indicato una cifra fissa, ma ha previsto, invece, una percentuale di rimborso pari al 15% del valore delle azioni al momento del loro acquisto.

In realtà, occorre sottolineare, come tale ristoro interesserebbe soltanto coloro che avevano acquistato titoli nell’ultimo decennio, ovvero tra il 2005 e il 2015. Resterebbero, perciò, esclusi i numerosi soci che negli anni ’90 avevano portato in dote i loro risparmi.

I clienti-soci si trovano, così, a dover scegliere tra le due alternative: accettare il risarcimento così proposto, oppure instaurare un contenzioso. È chiaro a tutti, però, che l’instaurazione di un’ordinaria causa civile comporta l’attesa di lunghe tempistiche (che può durare fino a 10 anni tra mediazione, primo grado, appello e Cassazione) e l’esborso di notevoli ed ingenti somme di denaro.

A dire il vero, però, è prospettabile, un’ulteriore soluzione a favore di tutti questi individui: il ricorso all’Arbitro per le Controversie Finanziarie (ACF). Tale organo, istituito presso la Consob, è di recente previsione: infatti è attivo a partire dal 9 gennaio 2017 e, nel caso specifico, rappresenta un nuovo sistema di risoluzione extragiudiziale delle controversie che permette di ottenere una decisione in tempi ridotti – decisione in 90 giorni dal completamento del fascicolo – con l’impiego di costi moderati.

Potranno essere sottoposte all’Arbitro le controversie, fino ad un valore di 500.000 euro, relative alla violazione degli obblighi di informazione, diligenza, correttezza e trasparenza cui gli intermediari finanziari devono – in forza di apposita normativa – necessariamente rispettare nei rapporti con gli investitori. L’ACF rappresenta, quindi, uno strumento alternativo per risolvere le controversie sorte con gli intermediari finanziari, senza dover adire le vie legali.

Lo Studio Legale Pagano & Partners si occupa dell’intera procedura, quindi, non solo occupandosi dell’invio della richiesta e della gestione di tutto l’iter, ma offre il completo sostegno al cliente che intende avvalersi dell’ausilio di tale organo, garantendo così una totale assistenza.

Potete inviare le vostre domande al seguente indirizzo email: [email protected] .

Rubrica: Il tuo avvocato. www.bsnews.it
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9 Commenti

  1. Io non ho ben capito. Le azioni della mia banca valgono oggi 1/3 della cifra a cui le ho comprate… Sono un piccolo risparmiatore e ovviamente quando le ho prese mica mi è stato detto che avrei rischiato così tanto! Dunque avvocato lei cosa mi consiglia di fare????

    • Egr. sig. Arcangelo,
      le rispondiamo ad entrambe le Sue richieste.
      Come riportato dall’articolo in oggetto, in questi casi è opportuno decidere se avviare delle trattative con l’istituto di credito al fine di giungere a una soluzione bonaria della vicenda oppure rivolgersi all’ACF, organismo descritto nel suindicato articolo.
      Le decisioni dell’Arbitro non sono vincolanti ma, nel caso in cui l’intermediario si rifiuti di provvedere al pagamento della somma a cui è stato condannato, è prevista a suo carico la sanzione reputazionale della pubblicazione di tale inadempimento.
      Per il recupero dei soldi, invece, potrà, questa decisione, costituire un presupposto per un’eventuale azione giudiziaria futura.

  2. Qualcuno mi deve spiegare perché si parla di class action: la responsabilità è eventuale (da dimostrare) e comunque personale. Se qualcuno ha ingannato poveri risparmiatori con basso profilo di rischio ne deve rispondere personalmente. Ma chi ha comprato azioni consapevolmente non può lamentarsi, credo

    • Caro Eretico,
      la class action – a dire il vero ancora poco diffusa in Italia – è uno strumento a disposizione di più soggetti che intendono “unire le forze” contro grandi realtà che, come scrivi, risponderanno unitariamente dell’eventuale responsabilità addebitatagli.
      Su chi ha comprato azioni, bisognerebbe in ogni caso, analizzare il singolo caso e valutare l’effettiva consapevolezza del rischio che ha accettato.

  3. Un po’ tecnico come ragionamento inoltre non capisco se l’arbitrato ha valore vincolate, in poche parole se vinco li prendo i soldi o no???

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