Nuovo Piano Cave, Aib sollecita la Provincia: è in ritardo

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Le imprese del comparto estrattivo di Associazione Industriale Bresciana tornano a sollecitare l’approvazione di un nuovo Piano Cave provinciale per sabbia e ghiaia, strumento indispensabile per garantire continuità al lavoro delle aziende all’interno di un quadro chiaro e certo di regole, che consenta di pianificare attività e investimenti in un’ottica di lungo periodo.

“In assenza di una svolta concreta e di una decisa accelerazione dell’iter di approvazione del nuovo Piano Cave provinciale, il protrarsi di questa situazione di incertezza ci preoccupa e rischia di avere conseguenze davvero serie per le aziende. Il precedente Piano decennale per sabbia e ghiaia è scaduto nell’ormai lontano gennaio 2015 ed è stato successivamente prorogato di altri tre anni con una legge regionale. Il 25 gennaio 2018, quindi fra meno di un anno, scadrà anche questo periodo di proroga. Solamente nel settembre scorso è giunto il primo segnale concreto da parte dell’Amministrazione provinciale, che con una delibera del Consiglio ha stabilito l’avvio dell’iter del procedimento amministrativo per la formazione del nuovo Piano Cave per sabbia e ghiaia. La stessa delibera dettava gli indirizzi destinati a costituire le linee guida del Piano, indirizzi che abbiamo condiviso”, osserva Daniela Grandi, presidente del Settore Industrie Estrattive, Materiali da Costruzione, Legno di AIB.

“Peccato però che fino all’inizio di quest’anno, dal punto di vista operativo, tale delibera non abbia avuto alcun seguito, nonostante i nostri ripetuti solleciti ad accelerare la procedura. Un’urgenza dettata anche dal fatto che la definizione di un Piano Cave come quello per la provincia di Brescia, dal suo inizio fino alla fase di operatività, richiede tempi molto lunghi, nell’ordine di alcuni anni. L’esperienza fino a oggi vissuta in Lombardia conferma infatti che partire ora con la predisposizione di un Piano Cave significa poter estrarre la prima quantità di sabbia ragionevolmente non prima del 2021”, prosegue il presidente Daniela Grandi.

“Così come abbiamo apprezzato l’impegno profuso in questi anni da Gianbattista Groli, allo stesso modo giudichiamo molto positivamente il fatto che il presidente della Provincia, Pier Luigi Mottinelli, dopo la recente tornata elettorale, abbia deciso di mantenere per sé la delega all’Ambiente, un segno di particolare sensibilità sul tema, dimostrata anche in occasione dell’incontro con i rappresentanti delle industrie del settore lo scorso febbraio, durante il quale si è deciso di calendarizzare i prossimi passaggi pratici per la predisposizione del Piano, utili anche per rimarcare in sede regionale la gravità della situazione per le imprese, che impone di trovare in tempi brevi una soluzione che sia in grado di scongiurare il totale blocco delle attività estrattive. Segnali positivi sì, ma troppo timidi e del tutto insufficienti a garantire il radicale cambio di passo necessario per recuperare, almeno in parte, il ritardo accumulato”, conclude Daniela Grandi.

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3 Commenti

  1. L’unico cambio di passo che servirebbe sarebbe scrivere un piano cave di una riga:
    “Vista la volumetria residua non cavata autorizzatadal piano uscente (35.000.000 mc) si conferma tale volumetria. Non un metro cubo in più”. Altro che accedere ai volumi di riserva come vorrebbe AIB.

  2. Stiamo in uno dei territori più martoriati d’Italia e con le cave ferme… La politica può dirlo che non servono nuove cave????

  3. Non solo non servono nuove cave ma non servono nemmeno volumi aggiuntivi a quelle esistenti. Su 70 milioni di metri cubi autorizzati nel 2005 la metà non sono stati cavati. Che volumi aggiuntivi vogliono gli operatori? Stanno scherzando, vero?

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