Togliersi la vita per i debiti ormai non fa notizia

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Debiti
Soldi, foto generica da Pixabay

La pesante crisi che ha devastato il nostro Paese ha lasciato una lunga scia di lacrime e sangue. Molti imprenditori si sono ritrovati sull’orlo della bancarotta e per disperazione si sono tolti la vita. Nel 2016 i casi di suicidio per debiti sono stati ben 81, il 20% in più rispetto a quelle dell’anno precedente. La Lombardia si colloca al terzo posto tra le regioni con un maggiore numero di suicidi di questo stampo, ma il triste primato spetta alla Campania con un inquietante 13,6%. A rilevare questi dati l’osservatorio dei suicidi per cause economiche che è stato attivato nel 2012.

A essere colpite in principio furono le regioni dell’Italia settentrionale, in particolar modo quelle del nord est, ovvero quelle regioni in cui si concentrava un maggior numero di industrie e aziende, aziende che, colpite dalla crisi, si sono trovate costrette a licenziare in massa. Oggi il maggior numero di suicidi si attesta nelle regioni del sud del Paese e nelle isole dove la situazione del comparto del lavoro era già critica da prima della crisi e che con quest’ultima è nettamente peggiorata. Il maggior numero di vittime ha un’età compresa tra i 45 e i 55 anni, ovvero quella fascia d’età che più difficilmente riesce a trovare un impiego dopo aver perso quello che lo era stato magari da tutta una vita.

Ma se tra gli imprenditori la tendenza al suicidio per debiti è alta, diminuisce nettamente per i dipendenti anche perché in ultima istanza si può ricorrere alla richiesta di prestiti dipendenti statali o privati per far fronte a quelle che sono le esigenze familiari nell’immediato, mentre un imprenditore ha ben altre responsabilità a cui badare, come per esempio garantire lo stipendio ai propri dipendenti, pagare eventuali fornitori, materiale e via discorrendo. Insomma, non vi è mai una giustificazione alla perdita di una vita, tuttavia, si può arrivare a comprendere quale disperazione abbia albergato in queste sfortunate persone.

A Moniga del Garda, nella notte del 20, si è tolto la vita un uomo, un grande lavoratore, nel capannone della sua azienda. Tutto induce a pensare a un suicidio per questioni economiche, ma ancora non si sa con certezza se l’uomo avesse contratto dei debiti o se, invece, avesse problematiche di altra natura.

 

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