Banca Valsabbina, il Comitato: ecco tutti nostri dubbi, l’istituto risponda

Il combattivo gruppo dei piccoli azionisti guidato da Bizioli e Paris replica alle accuse di Barbieri e chiede risposte ai vertici della banca

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Il tavolo dei relatori dell'assemblea del Comitato soci Valsabbina. Da sinistra il commercialista Aurelio Bizioli, l'avvocato Francesca Uggeri, l'avvocato Giorgio Paris e il consulente d'impresa Alberto Campana, foto Andrea Tortelli, www.bsnews.it
Il tavolo dei relatori dell'assemblea del Comitato soci Valsabbina. Da sinistra il commercialista Aurelio Bizioli, l'avvocato Francesca Uggeri, l'avvocato Giorgio Paris e il consulente d'impresa Alberto Campana, foto Andrea Tortelli, www.bsnews.it

Con un intervento congiunto su Giornale di Brescia e Bresciaoggi, senza coinvolgere i giornali on line, il presidente di Banca Valsabbina Renato Barbieri ha replicato alle accuse del Comitato Soci Valsabbina, puntando a sua volta il dito contro il comitato. Ora il combattivo gruppo dei piccoli azionisti guidato da Aurelio Bizioli e Giorgio Paris – in tour con tre assemblee prima dell’appuntamento di sabato – ha deciso di replicare alle accuse (con una nota inviata a tutti i media), ribadendo i dubbi e chiedendo risposte ai vertici dell’istituto di credito. Lo riportiamo confermando la piena disponibilità a pubblicare tutte le prese di posizione di tutti i soggetti coinvolti.

ECCO IL TESTO INTEGRALE DEL COMUNICATO

Abbiamo letto con interesse, e con amarezza, gli articoli apparsi sulla stampa bresciana in data 3 maggio 2017, e dobbiamo constatare che, contrariamente a quanto riferito dal Presidente di Banca Valsabbina, Renato Barbieri, le cose non stanno proprio così.

Il Presidente della Banca ha attaccato duramente il Comitato Soci ritenendo che l’azione intrapresa, dal settembre 2016, stia causando un danno reputazionale alla banca. Gli articoli contengono alcune affermazioni che non rappresentano fedelmente i fatti, al solo fine di sottolineare la pretesa strumentalità dell’intervento del Comitato soci, ritenuto denigratorio e populista, con lo scopo di conquistare posti in consiglio.

C he la banca abbia una situazione patrimoniale solida è stato pubblicamente affermato dal Comitato soci, facendo riferimento ai dati di bilancio che vedono la Banca avere un patrimonio netto attorno ai 380 milioni di euro. Pertanto non v’è mai stato da parte del comitato alcun intervento che abbia enunciato dubbi sulla solidità della banca.

Ma è vero che il Comitato ha sollevato osservazioni su alcune operazioni che la banca ha posto in essere in questi anni.

La questione dell’acquisizione di 7 sportelli di Hypo Alpe Adria Bank, vedremo in assemblea cosa risponderanno gli amministratori sul punto, fa sorgere il dubbio al solo pensare che Banca Valsabbina sia stata pagata per acquisire gli sportelli. Se è pur vero che l’operazione può avere diverse chiavi di lettura (inclusa l’acquisizione a sconto di circa 120 ml di mutui in zone territoriali ove la banca non era operativa), non si comprende come la somma di 17,5 ml di € ricevuta da Banca Valsabbina, si stata contabilmente utilizzata come ricavo nell’anno 2016, con indiscutibile effetto sull’utile realizzato e proposto con il bilancio che verrà sottoposto al giudizio dei soci all’assemblea del 6 maggio. Ed ancora, sempre in ragione dell’espansione della banca in altre aree lombardo–venete (sia con acquisizioni di sportelli che con apertura di nuovi), cosa questa che fa notizia in quanto in controtendenza assoluta.

Per quanto riguarda l’indagine Carife, ben lieti che la posizione sia stata archiviata per la maggior parte degli indagati e rimasta aperta nei confronti di chi non fa più parte della governance della banca, il Comitato soci si è limitato a riferire i fatti.

Vi sono state operazioni finanziare incrociate, che hanno portato nel 2011 alla chiusura dell’aumento di capitale di Banca Valsabbina, anche tramite la sottoscrizione di Carife, di oltre 500.000 azioni (per un controvalore di circa 10 milioni), mentre Banca Valsabbina acquistava a propria volta azioni Carife. L’effetto, oggi, è quello di un valore della partecipazione di Carife azzerata, un socio (Banca Popolare dell’Emilia Romagna) che in barba ai limiti statutari possiede l’1,44% del capitale sociale della banca, e lo possiede in forza dell’acquisizione che ha fatto di Nuova Carife, per la bella somma di 1 Euro. Certo, BPER avrà assunto oneri ed onori dall’acquisizione, ma ciò non toglie il fatto che abbiamo un nuovo socio e non di scarso rilevo.

Sui vari temi, e qui intendiamo smentire il Presidente della Banca, il Comitato dei soci, appunto un nome di costoro e che non sono certo l’esiguo numero citato dalla banca, ha chiesto di incontrare gli amministratori della banca, nella sede istituzionale a ciò preposta. L’assemblea! Un’assemblea che però non sia la solita assemblea annuale in cui si debbono prendere le decisioni dovute per legge e statuto.

Ma un’assemblea specifica in cui gli amministratori, di fronte ad eventi rilevanti accaduti nel recente passato, affrontassero le questioni poste dal Comitato in nome di tanti soci.

E non diciamo che le dimissioni di un Presidente di una Banca, sostituito dal Direttore Generale non componente del Cda ed ivi cooptato, non sia un evento su cui discutere immediatamente in assemblea posto che spetta all’assemblea il voto sulla composizione del Consiglio d’amministrazione, di cui il Presidente deve essere membro. Ed ancora gli eventi successivi alla quotazione del titolo, crollato per questioni evidentemente fisiologiche prima dell’estate del 2016 (e le prime uscite pubbliche dei componenti del comitato sono del settembre successivo), non sia un argomento da discutere pubblicamente, proprio per rassicurare l’azionariato?

E qui è sotto gli occhi di tutti come non vi sia correlazione alcuna tra i valori di borsa del titolo e l’iniziativa del comitato che solo dopo mesi di agonia delle quotazioni ha reputato necessario intervenire per stimolare il confronto. E sul punto della quotazione del titolo per obbligo di legge o di una normativa che la imponeva occorre fare chiarezza. Nessun obbligo di legge o normativa, ma una serie di raccomandazioni Consob, l’ultima del 18 ottobre 2016 e quindi post quotazione di Banca Valsabbina, in cui si promoveva l’alternativa tra la quotazione oppure condizioni di trasparenza ed efficienza nell’ambito delle procedure di distribuzione, emissione, liquidazione di strumenti finanziari emessi dalla banca.

Infine la curiosa vicenda delle richieste economiche relativa alla copia del libro soci. Il libro soci è composto da circa 4000 pagine, questa non è una presunzione, e per nulla intellegibile. Pur riportando per parte i dati minimi previsti per legge, (e nessuno può fugare il dubbio che non esista un file con l’elenco di tutti i soci, costantemente aggiornato, e con i dati fondamentali per l’identificazione), attraverso lo stesso è di fatto impossibile ricostruire l’azionariato, per chi lo volesse, fare, ad una certa data. E comunque l’equazione è presto fatta. Poiché il file del libro soci integrale è stato più volte richiesto, senza ottenere risposta né la quotazione, l’equazione è giocoforza quella indicata dal comitato.

Di questo e di altro ci auguriamo che si discuta in assemblea, alla quale invitiamo i soci, tutti, a partecipare.

Nei processi democratici le occasioni di cambiamento sono rappresentate dai momenti in cui chi governa un’entità, sia essa una società o un ente, si presentano avanti gli elettori, nel nostro caso i soci, per il giudizio che necessariamente, ed anche nel caso dei Candidati consiglieri di Amministrazione Aurelio Bizioli, Alberto Campana e Francesca Uggeri, deve passare per l’assemblea.

 

Brescia, 04.05.2017

 

 

 

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4 Commenti

  1. Si può soltanto rimanere basiti leggendo quanto riportato ieri dagli organi di stampa locali in merito alle dichiarazioni del presidente Barbieri. Questo signore smentisce la richiesta di 40.000 euro da parte della banca per il rilascio del libro soci ad alcuni soci che ne avevano fatto richiesta e tuttavia, in un nanosecondo, conferma che è uso da parte della banca chiedere 10 euro (dieci euro!) per ogni pagina. Come se il totale delle pagine non cumulasse la somma di40.000 euro da sborsare! Bene ha fatto il Comitato a non pagare questa enorme cifra, ci mancherebbe altro!
    Barbieri, ormai è chiaro, attacca senza scrupoli il Comitato Soci come fatto fra rivali mentre – fino a prova contraria – i consiglieri finora sono espressione della totalità dei soci. Lui e chi lavora per lui difendono il posto in CdA e il potere che da esso deriva. Altro che amministrare.
    Tutti i soci che volessero porre fine a questo modo di fare dovrebbero presentarsi di buon’ora sabato mattina all’assemblea cercando di farsi rilasciare la delega alla partecipazione da quanti più diversi altri soci conoscono, per una battaglia impegnativa che possa essere vincente.
    Il posto in Consiglio a uno o più soci non suggeriti da chi comanda è solo lo strumento per chiedere un briciolo di trasparenza e non un trofeo portato a casa da ribelli che dicono bugie, come Barbieri si permette incredibilmente di far credere parlando con i giornalisti.
    A dirla tutta, questo modo di fare lascia capire quanto i consiglieri che restano in carica, quelli scaduti e comunque scadenti sabato, abbiano a cuore i buoni rapporti all’interno della compagine societaria e quanto invece siano più sensibili alla poltrona, che in dialetto chiamiamo scagna.
    E se la battaglia si perde, bisogna proseguire senza guerra ma su questa linea , e con pazienza, perché tutti i 40.000 soci si convincano nei prossimi mesi che l’aria nella Banca Valsabbina va cambiata.

    • Più che sentir parlare di “resa dei conti” meglio sarebbe sentir parlare di “chiarezza sui conti”, nel senso di numeri, di dati, di fatti, di strategie che li hanno determinati. Da mesi dicevo che senza la contabilizzazione dei 17, 5 milioni versati da Hypo Adria Bank per la cessione di sportelli e che determina un decremento significativo dei costi operativi , il conto economico del 2016 avrebbe avuto solo ombre: ombre su volumi, margini e redditivitò, con tanto di utile dimezzato anno su anno. Eppure, si inisiste solo sulla celebrazione della solidità patrimoniale, sulla lettura statica anzichè dinamica e prospettica. Una sola domanda visto che siamo a maggio del 2017: cosa è cambiato e cosa può cambiare da qui a dicembre visto che non ci saranno altre milionate straordinarie di euro in soccorso al conto economico ? Grazie.

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